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Economia e politica


Dalla lunga crisi alla quasi ripresa con la vittoria di Renzi29/04/2015 Di F. AllegriIn anteprima devo ricordare che dicesi ripresa una crescita del PIL superiore all’uno per cento.In questi giorni siamo passati da un +0.2% mensile misurato lo scorso febbraio rispetto allo stesso mese del 2014 per arrivare ad un minimo +0.2% su base trimestrale.Nonostante questo, tutti parlano di ripresa in corso!Per parlare di ripresa servono tre requisiti di base e questi ci sarebbero.I requisiti sono i seguenti (di uno ne parlo da anni):a) svalutazione dell’euro sul dollaro (ora è stabilmente sotto quota 1,10, da mesi e grazie a Draghi);b) bassi tassi d’interesse della FED e dei prestatori per l’imprese (anche qui grazie a Draghi);c) basso costo del petrolio (dovuto alla svolta energetica conservatrice americana dei gas di scisto che hanno reso gli USA autosufficienti ed esportatori netti di 7 milioni di barili al giorno mentre calano i consumi generali e medi di questo carburante).Queste sono i prerequisiti e il loro apporto è stato quello di bloccare la caduta e di avviare il livellamento.Nello 0.2% trimestrale entrano anche tutte le riforme fatte dai governi balneari che si sono succeduti negli ultimi anni: la gran parte del piccolo merito va all’ultimo quello di Renzi e degli ex di Forza Italia che offrono al paese qualche mese di stabilità politica.A questo si può aggiungere l’EXPO, ma a me non convince tutto il discorso sui cibi che mangeremo e credo che esso sia solo una grossa speculazione edilizia che ha salvato una parte di un settore in crisi nera: non credo che l’expo porterà ricchezza e PIL al paese, almeno non nei termini che speravano certi ottimisti dei mesi scorsi.CONSEGUENZESiamo ad un quasi ripresa che potrebbe durare a lungo se non si acuiscono i conflitti in Ucraina, Siria e Libia.Qui io vedo tre situazioni di stallo sostanziale: in Ucraina è in corso un braccio di ferro pericoloso che potrebbe portare a nuove tensioni e scontri in estate mentre in Siria e Libia c’è un equilibrio apparente nel caos e nelle distruzioni continue.In pratica sono situazioni da trincee della prima guerra mondiale!In questo contesto c’è un vincitore vero che è Mario Draghi e un vincitore politico che gode di un successo non suo e di un consenso immeritato e questo è Matteo Renzi.Renzi è da 0.2 in economia, ma lo vota il 40% dei votanti e inoltre il suo governo balneare sembra lanciato verso la possibilità di avere una durata minima e con la capacità di fare delle riforme che potrebbero far nascere una vera seconda repubblica.Mentre Renzi è debolissimo in Italia, egli colleziona vari successi in Europa che tanti fingono di non vedere o distorcono ad arte.Funziona la grande alleanza dei paesi mediterranei centrata nell’alleanza italo francese tra Renzi e Hollande con l’appoggio differenziato degli iberici e degli inglesi e con una trattativa continua con la Germania della Merkel e con i suoi alleati.La Grecia va collocata a parte perché ancora è in una crisi insopportabile e i suoi dati di PIL non devono distoglierci dalle perdite che hanno avuto negli anni passati.Nessuno vuol cacciare la Grecia dall’euro, ma queste sono condizioni proibitive per quella realtà.Il rischio vero è quello di forzare la Grecia ad andarsene da sola che sarebbe un salto dalla padella alla brace.Tale rischio è ancora teorico grazie alle scelte di Draghi e qui c’è un terzo merito suo ovvero quello di aver dato tempo per trattare ed operare alle burocrazie europee e agli stati coinvolti.Draghi ha sconfitto la Germania di Schäuble e il duo Renzi/Hollande ne ha approfittato (con il secondo che gode più del primo).IN PRATICA: VINCE DRAGHI E GODE RENZI MENTRE NEL PAESE CIRCOLANO ILLUSIONI VECCHIE E NUOVE E SE IL PROGRESSO ECONOMICO È MINIMO QUELLO POLITICO È NULLO.