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SAGGIO BREVE
La crisi davanti al fosso di Helm
2 settembre 2014
F. Allegri
In questi giorni stanno arrivando le analisi vere della situazione economica di crisi che gli italiani vivevano e provavano sulla loro pelle la scorsa primavera quando hanno votato per eleggere i parlamentari europei.
Io credo che vadano fatte varie considerazioni.
Si scopre oggi che i primi provvedimenti del nuovo governo guidato da Fonzie Renzi non hanno fatto miracoli e neanche piccole vittorie.
Non ci si può meravigliare di questo, è la continuità con i governi precedenti e in questo si può riscontrare la principale debolezza del paese: la debolezza economica.
Alcuni blogger e opinionisti famosi immeritatamente hanno parlato di voto falsato o condizionato da campagne pubblicitarie e di stampa troppo ottimiste.
Questo non è vero laddove presuppone che la crisi economica non abbia avuto un peso nelle scelte elettorali del voto europeista degli italiani.
Io affermo questo: quella realtà economica ha comunque determinato il risultato elettorale che conosciamo e che è chiaro: chi partecipa al voto sceglie Renzi!
Le altre opposizioni sono troppe, piccole perché lobbistiche o in crisi come il non movimento di Grillo e famigli perché disorganizzate e/o prive di obbiettivi chiari e condivisibili.
Con questa premessa io colloco la crisi davanti al fosso di Helm.
Cos’è il fosso di Helm?
E’ il potere finanziario italiano, le nostre banche, le assicurazioni intoccabili e super potenziate dalla nascita di Unipolsai, la borsa di Milano.
Il rapporto tra finanza italiana e voto europeo è la vera questione da valutare per capire il voto europeo e la vittoria di Renzi.
Ecco il concetto di base: mentre gli italiani attivi si sfidavano in un elezione europea scontata e priva di veri significati politici popolari, (aggiungerei un prefabbricata) si è combattuta una lotta finanziaria internazionale che ha coinvolto anche la finanza italiana laddove qualcuno ha cercato di abbattere il fosso di Helm.
Qui voglio dare una seconda spiegazione: quando certi politici vi dicono che servono capitali esteri e che vanno addirittura attirati, vi prendono in giro.
La finanza italiana è auto-referenziale, chiusa e arroccata nelle sue fortezze imprendibili e off limits.
I capitali non vengono perché non sono invitati!
La scorsa estate, mentre voi votavate, hanno provato ad entrare con forza e secondo me non ci sono riusciti.
Ora farò le considerazioni economiche consequenziali che si possono capire meglio se è chiaro questo postulato.
Lo spread continua ad andare bene, soprattutto per chi non sa fare le sottrazioni: Questo spread è il risultato di una sottrazione e come tale basta che la nostra situazione peggiori meno dell’altra per dare un risultato apparentemente positivo.
Al concetto delle politiche irrilevanti va aggiunto il fattore tempo che passa e scandisce il peggioramento delle malattie politiche e sociali del paese e vanno aggiunte molte costanti.
Una costante è la finanza italiana, questa controlla da secoli la borsa valori come una cosa sua.
Questa primavera l’ho vista in difficoltà, ma oggi posso scrivere che il fosso di Helm non è caduto.
La finanza italiana di oggi è la nipote delle grandi famiglie bancarie del Rinascimento: quella strana epoca storica che durò poco tempo e fini nelle invasioni straniere.
Questa primavera c’è stato un tentativo invisibile di invadere il porto sicuro dei nostri finanzieri, il loro fosso di Helm.
Forse devo chiarire che tale tentativo è stato invisibile proprio perché finanziario.
Dato che è invisibile non si sa se nel fosso di Helm c’è ancora un reggente con i suoi cavalieri.
Il dato certo è che il vero potere mondiale non protegge questo paese così piccolo e particolare.
Il punto successivo da considerare è l’uscita dalla crisi.
L’Italia continua a cadere, passando di crisi in crisi e di tassa in tassa.
Non ci si può meravigliare del perpetuarsi della crisi e va detta una verità che dovrebbe essere evidente: non c’è stato alcun contrasto reale rispetto alle grandi tendenze negative.
Passività è la parola giusta, ma senza scordarsi degli accaparratori e degli opportunisti.
Il Messico è vicino, è qualche mese che non lo scrivo.
Il paese degli orticelli ha finito la sua stagione ed è più facile che arrivi altro peggioramento se si deve sperare in miracoli e prodigi.
Chiudo pensando ai grillini dell’ultimissima ora, quelli saltati sulla bara del partitaccio morto a novembre 2012.
Mi rivolgo a quelli che si preoccupano (per invidia) dei super stipendi per poi dar sfogo alla loro bizzarria: Visto l’andamento, i super stipendi caleranno per causa naturale.
Il loro salario sociale è una truffa elettorale non sostenibile e figlia degli stipendifici pubblici improduttivi.
La vera questione anti crisi è in 2 parole, una è tabù, il protezionismo.
L’altra parte da un discorso che ho già fatto sugli stipendi decorosi per chi lavora davvero.
Su questo tema tornerò spesso.
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