Messaggi di Febbraio 2015

Il maestro 2° tempo 11a conversazione

Post n°869 pubblicato il 24 Febbraio 2015 da amici.futuroieri
 

Il Maestro - secondo atto – undicesima conversazione
SOGNI E BISOGNI DI UNA SOCIETÀ INQUINATA


Stefano Bocconi: Parli bene: controllo, denaro, esistenza, vita interiore, prigionieri di se stessi.
Tuttavia a fronte di tante cose belle dette e meditate credo che ti sfugga il quotidiano più prosaico e volgare.
CHI PENSA AL MONDO FUTURO O AL BENE POSSIBILE LO FA PERCHÉ HA LUI DEI PROBLEMI.
La maggior parte di quelli che cercano soluzioni di crescita spirituale o culturale è gente che sta guardandosi intorno per trovare un pezzo di sughero a cui aggrapparsi per galleggiare in questa vita invece di andare a fondo.
Chi si propone oggi elargitore di verità sane, di ricette per la felicità o la fortuna si troverà ben presto circondato da gente che ha bisogno e chiede e può dare molto poco.
Lo so che non è un bel discorso, ma le cose oggi stanno così.
COLORO CHE A TUO AVVISO POTREBBERO TROVARE UNA VIA NELL’AUTOCOSCIENZA, NELLA CONSAPEVOLEZZA, NEL RISCOPRIRE UN MONDO MIGLIORE È SPESSO GENTE CHE HA BISOGNO D’AIUTO.
Quindi avendo bisogno d’aiuto non può aiutare gli altri, perché non ce la fa da sé e non ha risorse in più da dare.

Paolo Fantuzzi: Mi spiace dover dar ragione a Stefano su questo punto ma chi ha bisogno ha in testa il suo problema e come lo risolse o sta un po’ meglio si ferma lì.
Tu caro Franco pensi che si possa elevare il singolo e questo di per sé dovrebbe portare a una crescita di tutta la società.
OGNI SINGOLO RESO MIGLIORE DOVREBBERO DIVENTARE UN PICCOLO ESERCITO DEL BENE COMPOSTO DA UNA SOLA PERSONA.
Questo è impossibile.
I singoli che cercano l’elevazione e la cultura per migliorarsi sono persone appunto bisognose in senso morale e materiale, quando avranno pensato a se stessi non ne avranno per gli altri.
Anzi direi che proprio il fatto di sentire in modo aspro un mancato riconoscimento economico, l’aver perso una posizione nella società, l’aver rovinato una buona occasione, l’aver subito una calunnia o un torto grave è la molla che porta a cercare una qualche forma d’elevazione, di miglioramento.
Chi è ricco e si diverte spendendo l’equivalente di mesi o anni di stipendio di un dipendente pubblico o privato in una vacanza o in lussi non ha il bisogno spirituale o culturale di elevarsi sopra la propria condizione umana.
Il sistema offre questo: PUOI ESSER TUTTO CIÒ CHE PUOI COMPRARE.
Se uno ha i soldi non ha bisogno dello spirito o della magia, della religione, di nulla.
Chi è oppresso, triste, risentito lui ha bisogno di cultura, spiritualità, elevazione che spesso si risolve in un modo per star un po’ meglio, per avere una compensazione immateriale di dubbia forza al posto di un concreto potere che apre le porte di negozi, supermercati, autosaloni e cose del genere.

Franco: Sarà, ma a me non risulta che gli uomini siano Dei.
Mi risulta che gli umani dei due sessi siano, cosa di cui erano convinti anche gli antichi, per l’appunto mortali.
Quindi in quanto mortali essi devono sapere che la realtà nella quale sono chiamati a vivere è una realtà in mutazione e trasformazione e che alcuni oggetti e beni che sono in loro possesso resteranno interi anche quando non ci saranno più e,magari diventeranno eredità di qualcuno che viene dopo di loro.
Quindi c’è un limite nel potere del denaro che qui ora si nota male perché siamo mentalmente aggrediti da continui messaggi pubblicitari e corrisponde al fatto che la vita inizia con la nascita e finisce con la morte.
C’è un limite che è quello della naturale cessazione dello stare in vita e per quanto per secoli alchimisti, sapienti, stregoni e recentemente scienziati cerchino una via per evitare ciò che conduce naturalmente alla morte essa si manifesta lo stesso.
IL DISCORSO DEL GODERSI IL PRIVILEGIO DELLA RICCHEZZA VALE NELLA MISURA IN CUI IL LIMITE DELL’UOMO CHE È IL FATTO DI ESSER NELLA SUA ESSENZA UN DATO NATURALE È RIMOSSO, ANZI MISTIFICATO.
Chi crede che il denaro sia l’unico potere lo fa di solito in forza dell’inganno tipico della società dei consumi per il quale all’umano naturale con il suo ciclo vitale si sostituisce un umano di fantasia, un consumatore ideale, un figurino che esiste e vive solo nella pubblicità, in televisione e al cinema.
Accetto però della vostra critica la verità di fondo che SPESSO CHI CERCA LO FA PERCHÉ SENTE UN BISOGNO O UNA CONDIZIONE DI MINORITÀ.
Credo sia vero. Del resto chi è sazio, ricco, felice, perché dovrebbe metter in discussione se stesso e magari rifar di nuovo la sua esistenza?
Chi sente che ciò che è non basta a se stesso cerca, interroga, studia.

Vincenzo Pisani: Scusate ma mi pare che ci siamo. Arriva prima la specialità della casa.


Il padrone porta dei vassoi con la prima portata fagioli e un abbondante razione di cinghiale in umido, fa cenno che sta per arrivare il resto.
Vincenzo prende il vassoio e fa le parti.


Clara Agazzi: Questo dovrebbe farvi star zitti e metter in moto le mandibole.
COMUNQUE AGGIUNGO CHE ESISTE UN CERCARE CHE È OLTRE IL BISOGNO.
Esiste nell’essere umano una spinta alla curiosità, alle domande esistenziali, alla ricerca di una verità che non sia l’apparenza del momento.
Inoltre gli umani sono uomini e donne e i due sessi s’interrogano sul futuro, si chiedono cosa sarà di loro e dei loro affetti domani e dopodomani.
NELLA PERSONA C’È UNA DIMENSIONE INTERIORE CHE È DIVERSA DA QUELLA ANIMALE, C’È PROGETTO, AMBIZIONE, CURIOSITÀ, VOGLIA DI MANIFESTARSI NEL MONDO PER MEZZO DELL’AZIONE E DELLA CREATIVITÀ.
Che questo oggi sia piegato all’interesse economico è un dato di fatto.
I poteri dominati sono economici e finanziari e impongono il loro punto di vista e la loro logica a tutti quanti.
Ma in altri tempi dove non c’era questo potere o era ridimensionato da re e principi o da sacerdoti e vescovi, allora esistevano altre concezioni della società e della condizione umana.

Paolo Fantuzzi: Questo è vero. Ma io vivo nel qui e ora e con questo tempo devo far i conti.
Ora scusate che voglio finire questo pezzo di cinghiale che mi sta provocando dal piatto.

Stefano Bocconi: Non avere scrupoli, butta dentro. Roba sana.
Comunque questo non risolve il problema di fondo, ovvero che OGGI I MOLTI HANNO BISOGNO D’AIUTO E CON DIFFICOLTÀ POSSONO DARLO, si chiama individualismo e mercato selvaggio, due cose che combinante assieme creano grossi problemi e spaccano la naturale inclinazione alla solidarietà e alla collaborazione fra uomini.
QUESTA COMBINAZIONE CREA LE CONDIZIONI PER UN MERCATO SENZA UNA SOCIALITÀ E CON POTERI POLITICI DEBOLI E DEBITORI VERSO I RICCHISSIMI.

Franco: E allora proprio tu vedi il problema e lo proponi.
In una società disgregata, violenta, competitiva, come è il caso nostro, per forza di cose vengono prodotti coloro che cercano una via d’uscita da un modello di vita e di produzione che è pericoloso e inquinante.
UNA SOCIETÀ DI SINGOLI TENUTI ASSIEME DALL’INTERESSE MATERIALE E DALLA PAURA DI PUNIZIONI E LEGGI È UNA SOCIETÀ UMANA DEBOLE, DISSOLUTA, CINICA E OVVIAMENTE BRUTTA.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Nader e le guerre in medio oriente

Nell’Interesse Pubblico
Danneggiare il nostro Paese con scelte di guerre

Ralph Nader
18 settembre 2014

I tamburi di guerra stanno battendo ancora una volta con l’avanguardia dei bombardieri degli Stati Uniti già sull’Iraq (e presto sulla Siria) per, nelle parole del presidente Obama, “indebolire e distruggere l’ISIS”.
Il partito repubblicano, guidato dai senatori per la guerra a – ogni - costo Lindsay Graham e John McCain, vuole un esercito più forte che significa solo soldati statunitensi sul campo.

Qui ci vanno di nuovo.
Un altro risultato della guerra di Bush in Iraq.

Washington ha già speso migliaia di vite americane, centinaia di migliaia di feriti e malati americani, e più di un milione di vite irachene.
Il risultato: l’uccisione o la cattura dei capi di Al Qaeda, ma unita alla diffusione di Al Qaeda in una dozzina di paesi e l’emersione di una nuova minaccia chiamata Stato Islamico dell’Iraq e della Siria (ISIS), che ha il controllo nominale su un’area della Siria e dell’Iraq più grande del territorio della Gran Bretagna.

Quindi, nessun insegnamento è stato tratto.
Continuiamo ad attaccare i paesi e a schierarci con un gruppo settario contro un altro e questo crea solo caos e mette in moto il ciclo della vendetta e fa esplodere nuovi conflitti interni.
Quindi, se scuotere un vespaio spinge più vespe a costruire nuovi nidi, non è il momento di ripensare la militarizzazione della politica estera americana?
Questa aumenta solo il caos violento in quella regione con il rischio di un colpo di ritorno che interessi il nostro Paese, come i kamikaze che attaccano le zone densamente popolate.
Questo tipo di attacco è molto difficile da fermare, come abbiamo visto migliaia di volte all’estero in Iraq e in Afghanistan.

Secondo Richard Clarke, l’ex consigliere anti terrorismo alla Casa Bianca di George W. Bush, Osama bin Laden voleva che Bush invadesse l’Iraq, in modo che più musulmani avrebbero preso le armi contro gli Stati Uniti e più musulmani avrebbero odiato il nostro paese dopo la distruzione del loro terra e della loro gente.
Allo stesso modo, l’ISIS non avrebbe niente di meglio che coinvolgere gli Stati Uniti e i nostri soldati in una guerra di terra in modo che esso possa radunare più persone per espellere il gigantesco invasore statunitense.

Poi c'è la massiccia reazione eccessiva del nostro governo e dei suoi contrattisti aziendali sempre favorevoli.
L’instabilità politica si diffonde e le nostre istituzioni democratiche, già indebolite nella loro difesa della libertà, del giusto processo, e dello stato di diritto, sono ulteriormente sopraffatte dai dettami di polizia di uno stato di sicurezza nazionale redditizio.

Randolph Bourne, un centinaio di anni fa, scrisse un saggio con queste parole sulla guerra:
“Essa mette in moto automaticamente in tutta la società quelle forze irresistibili per l’uniformità, per la cooperazione appassionata con il governo e costringe all’obbedienza i gruppi minoritari e gli individui che non hanno il più grande senso del gregge ... Altri valori come la creazione artistica, la conoscenza, la ragione, la bellezza, la valorizzazione della vita, sono sacrificati immediatamente e quasi all’unanimità ...”

Benjamin Franklin comprese questo panico collettivo, quando disse che le persone che preferiscono la sicurezza alla libertà, non le meritano entrambe.

La questione fondamentale è se la nostra società civile può difendere le nostre istituzioni fondamentali per mantenere una società democratica.
Riusciranno i nostri tribunali a piegare prima il super raggiungimento del panico voluto dal Potere Esecutivo e dalle sue forze armate?

Il nostro Congresso e le legislature statali staranno fermi davanti al sacrificio della nostra libertà e dei nostre bilanci pubblici che servono alle necessità della nostra società civile davanti ad un eccesso di reazione da ultimatum da stato militare o di polizia?
Riusciranno i nostri media a resistere alla super concentrazione sulla “guerra al terrore” e a darci altre notizie importanti sul corso della vita americana?

Il nostro governo presterà maggiore attenzione alla prevenzione delle perdite annuali di centinaia di migliaia di vite americane dovute a infezioni ospedaliere, casi di mala-sanità, prodotti difettosi, inquinamento atmosferico, ai farmaci non sicuri, ai luoghi di lavoro tossici e ad altri pericoli domestici?

Non è probabile.
Le conseguenze delle atrocità dell’undici settembre provocarono una reazione brutale.
Nella devastazione di due paesi e dei loro civili, un numero molto maggiore di soldati americani fu ferito e ucciso rispetto a quelle vite perse il 11/09, per non parlare delle migliaia di miliardi di dollari che avrebbero potuto essere spesi per salvare molte vite qui e per riparare, con lavori ben retribuiti, il pubblico fatiscente che opera nelle nostre comunità.

Purtroppo, le nostre istituzioni democratiche e l’attività civile non sono attualmente disposte ad opporsi con le forze della ragione, della prudenza e delle risposte intelligenti per prevenire un esaurimento nervoso nazionale - quello che sembra essere molto redditizio e che concentra il potere verso i pochi contro i molti.

Considerate ciò che i nostri leader hanno fatto per la nostra democrazia durante la loro “guerra al terrorismo”.
Leggi segrete, tribunali segreti, prova segreta, retata segreta, investigazioni su tutti, non verificabili, una spesa segreta e enorme per pantani militari all’estero, le prigioni segrete e persino decisioni giudiziarie censurate che dovrebbero essere divulgate pienamente!
I pubblici ministeri del governo spesso hanno fatto confusione sul loro dovere di dimostrare la causa probabile e di rispettare l’habeas corpus e gli altri diritti costituzionali.
Migliaia di persone innocenti sono state incarcerate senza accuse e detenute senza avvocati dopo l’11 settembre.

I leader di Al Qaeda hanno voluto infondere non solo la paura per la sicurezza pubblica in America, ma anche indebolirci economicamente legandoci all’estero.
Perché i nostri governanti sono obbligati?
Perché, in maniera grottesca, il potere a Washington e il profitto a Wall Street ne beneficiano.

Solo il popolo, che non beneficia di queste guerre, è in grado di organizzare l’esercizio della sua sovranità costituzionale per plasmare le risposte che promuovono la sicurezza senza danneggiare la libertà.

L’uno per cento dei cittadini diversamente organizzati nei distretti congressuali e che riflette il “sentimento pubblico” può capovolgere, magari con il sostegno finanziario di un miliardario illuminato o due, il Congresso e la Casa Bianca.
Sei pronto a questa sfida?


Tradotto da F. Allegri il 22/02/2015.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

L'energia fossile dell'Artico

Lo sviluppo dell’energia fossile all'Artico è un cattivo investimento
Emily E. Adams
www.earth-policy.org/plan_b_updates/2014/update125
Earth Policy Release
Plan B Aggiornamento
17 settembre 2014

Anche i maestri degli scacchi possono sbagliare una grande mossa quando sono adescati per cercarne una diversa.
Per esplorare questo fenomeno, i ricercatori hanno seguito i movimenti oculari dei maestri scacchisti quando hanno giocato su varie scacchiere con schemi diversi.
Sulla prima scacchiera, i giocatori potrebbero raggiungere lo scacco matto con una mossa familiare.
Quando ricevono la seconda scacchiera, gli occhi dei giocatori guardano i pezzi coinvolti nel movimento familiare, invece di esaminare l’intera scacchiera.
In effetti, la soluzione iniziale li acceca e non gli fa valutare opportunità nuove e migliori.

In modo simile, il mondo è stato accecato dal petrolio e dal gas, visto che i modi comuni per produrre l’economia e simili continuano a cercarli in luoghi difficili da raggiungere, come l’Artico, anche se i costi crescono e il rendimento diminuisce.
Un esempio del mondo che è immerso in queste modalità fu l'annuncio del 28 agosto che la Royal Dutch Shell, nonostante le molte battute d’arresto degli ultimi anni, ha presentato i piani al governo USA per cercare ancora il petrolio al largo dell’Alaska, già dall’estate 2015.

Attualmente, circa il 10% del petrolio del mondo e un quarto della sua produzione di gas naturale provengono dalla regione artica, che si è riscaldata di oltre 2 gradi Celsius a partire dalla metà degli anni 1960.

I paesi che si affacciano sul Mar Glaciale Artico si organizzano per espandere i loro diritti al di là delle tradizionali 200 miglia di zona economica esclusiva in previsione di future scoperte di petrolio e gas.
Secondo le stime attuali, gli Stati Uniti hanno le maggiori risorse petrolifere dell'Artico, sia in mare aperto che sulla terra.
La Russia arriva seconda per il petrolio, ma ha più gas naturale.
La Norvegia e la Groenlandia sono virtualmente legate per il terzo posto che combina le più grandi risorse di petrolio e di gas insieme.
Il Canada arriva quinto, con parti quasi uguali di petrolio e gas naturale.

Nello sviluppo di queste risorse, la Russia è in testa al gruppo.
La produzione è iniziata in quasi tutti i 43 grandi giacimenti di petrolio e gas naturale che sono stati scoperti nell'Artico russo, sia a terra che in mare aperto.
La Russia ottenne il suo primo petrolio da una piattaforma off-shore in acque artiche nel dicembre 2013.
Il 9 agosto 2014, ExxonMobil e Rosneft (Russia) insieme cominciarono la trivellazione petrolifera nel nord della Russia e al largo della Siberia.
Novatek (Russia) sta lavorando con la francese Total e la China National Petroleum Corp per sviluppare un impianto di gas naturale liquefatto nella regione artica.
Tuttavia, le sanzioni europee e americane stringenti contro la Russia dovute alla crisi Ucraina minacciano il futuro di queste joint ventures.

La Norvegia — dove l’industria del petrolio e del gas somma quasi un terzo delle entrate pubbliche — vanta attualmente l’unico impianto di gas naturale liquefatto operativo a nord del Circolo Polare Artico, gestito da Statoil nel Mare di Barents.
Insieme con l’italiana Eni, Statoil è coinvolta anche nello sviluppo del giacimento di petrolio di Goliat, che dovrebbe entrare in rete nel 2015.
Questa sarà la prima produzione di petrolio nel Mare di Barents che è molto ricco e delimitato da Norvegia e Russia.
A nord e ad ovest, la Groenlandia mette all’asta avidamente licenze di trivellazione sin dalla fine degli anni ‘70 e, più recentemente, negli anni 2000, ma finora tutti i suoi pozzi sono a secco.

Il Canada fece perforazioni esplorative nel suo territorio artico negli anni ‘70 e ‘80, ma questi sono diminuiti negli anni novanta.
Da allora, solo un pozzo esplorativo offshore è stato perforato, nel 2005-06, ma è stato abbandonato successivamente.
Un ostacolo allo sviluppo è la mancanza di infrastrutture per portare i combustibili fossili sul mercato, spesso questo richiede grandi fondi per finanziare la sua costruzione.
In Alaska, il giacimento terrestre di Prudhoe Bay — uno dei più grandi del Nord America -— ha avuto questo ruolo.
Scoperto nel 1967, fu grande abbastanza per finanziare la costruzione del TransAlaska Pipeline.
Dopo che fu costruito, lo sviluppo dei giacimenti di petrolio più piccoli, situati nelle vicinanze è diventato commercialmente valido.

Royal Dutch Shell è la più avanzata nello sviluppo del petrolio offshore dell’Alaska.
Mentre i prezzi del petrolio aumentavano negli anni duemila, così fece l’interesse di Shell.
Allora i piani di Shell furono ritardati dalle cause giudiziarie e da una moratoria del governo degli Stati Uniti sull'attività Arctica dopo il caso della fuoriuscita di petrolio dal Deepwater Horizon della BP nel Golfo del Messico.
Ulteriori ritardi seguirono dopo il danno ad una cupola di contenimento della Shell, che era stata progettata per catturare il petrolio in caso di fuoriuscita, durante i test a Puget Sound nello stato di Washington.
Nel 2012, la Shell ha avuto una stagione di inizio e fine delle perforazioni, interrotta da iceberg alla deriva, che è stata coronata dalla distruzione di uno dei suoi impianti di perforazione durante una forte tempesta.
L’azienda ha scelto di fermare tutta la perforazione nel 2013.

Nei primi mesi del 2014, una corte federale ha stabilito che il governo degli Stati Uniti ha fatto un errore fondamentale quando ha calcolato l’impatto dello sviluppo dell’estrazione del petrolio e del gas per l’ambiente artico.
Pertanto le licenze di Shell per perforare non erano valide e lei ha perso un’altra stagione di perforazioni.
Finora, la Shell non ha una goccia di petrolio da mostrare per i 5 miliardi di dollari che ha speso per i suoi recenti sforzi al largo dell’Alaska, eppure ha mosso i primi passi per tentare di nuovo nel 2015.

Come ha dimostrato la Shell, l’operare nella regione artica comporta grandi rischi.
La contrazione del ghiaccio nel mare Artico permette alle onde di diventare più potenti.
Il ghiaccio rimanente può essere rotto più facilmente e suddiviso in lastroni di ghiaccio che possono scontrarsi con navi o cone piattaforme di perforazione.
I grande iceberg possono setacciare il fondo dell'oceano, facendo scoppiare i tubi o altre infrastrutture sepolte.
Gran parte delle infrastrutture a terra è costruita sul permafrost — terreno gelato — che può spostarsi mentre la terra è sciolta dal riscaldamento regionale, minacciando delle rotture dei tubi.
Già, fonti russe ufficiali stimano che ci siano state più di 20.000 fuoriuscite annuali di petrolio dagli oleodotti in tutta la Russia negli ultimi anni.
Le operazioni artiche sono lontane dal supporto principale in risposta alle emergenze.
Le condizioni di gelo le rendono pericolose per gli equipaggi che stanno fuori per lunghi periodi di tempo.
Anche i sistemi di comunicazione sono meno affidabili alla fine della Terra.
Perché prendere tali rischi per cercare questi combustibili sporchi quando le alternative al petrolio e al gas attendono di essere prese?

Invece di cercare nuovi modi per ottenere il petrolio, possiamo cercare modi migliori per spostare persone e merci.
Bus di trasporto rapido, metropolitane leggere e treni ad alta velocità possono spostare più persone con meno energia rispetto alla macchina.
E per le auto che rimangono sulla strada, quelle elettriche o ibride ma anche elettriche — alimentate da una griglia di energia pulita -— sono molto più efficienti rispetto a quelle con un motore a combustione interna tradizionale.
Incoraggiare l’uso della bicicletta attraverso piste ciclabili e programmi di bike-sharing tiene la gente attiva e lontana dalle automobili.

Il gas naturale, che viene utilizzato principalmente per la produzione di energia elettrica, può essere sostituito dall’energia generata dai progetti eolici, solari, e geotermici.
Molti paesi stanno dimostrando ciò che è possibile con le energie rinnovabili.
La Danimarca ottiene già un terzo della sua energia elettrica dal vento.
L’Australia è ormai costellata di sistemi solari su 1 milione di tetti.
L’Islanda produce energia geotermica sufficiente a soddisfare quasi il 30% del suo fabbisogno di energia elettrica.
Questi sono solo alcuni esempi per guardare oltre la vecchia soluzione familiare e per andare ad una migliore e più pulita.
La ricerca rischiosa dei depositi di petrolio e gas sotto ogni roccia e iceberg è una distrazione costosa degli investimenti per un futuro di energia pulita.

# # #
I dati e le risorse aggiuntive sono disponibili su www.earth-policy.org.
Sentitevi liberi di passare queste informazioni ad amici, familiari e colleghi!
Contatto per i Media: Reah Janise Kauffman
Contatto per la ricerca: Emily E. Adams
Earth Policy Institute
1350 Connecticut Avenue NW, Suite 403, Washington, DC 20036

Tradotto da F. Allegri il 17/02/2015.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Il carnevale

Post n°866 pubblicato il 16 Febbraio 2015 da amici.futuroieri

Il Carnevale a Cerreto Guidi

16/02/2015

Di F. Allegri

E’ iniziato il Carnevale di Cerreto: la voglia di giocare e di mascherarsi dei bambini del paese è stata più forte del maltempo e delle avversità.

A causa di questa fastidiosa pioggerella abbiamo avuto una domenica di festa ridotta, ma simpatica, scriverei paesana.

Va aggiunto che la Pro – loco, le contrade e i commercianti di Cerreto non si sono arresi e hanno deciso che domenica 22 ci sarà una nuova giornata di Carnevale, con giostre e massimo divertimento.

Nel frattempo abbiamo capito e visto che le rampe del Buontalenti e la Piazza Vittorio Emanuele (senza i cedri del Libano e con il suo pratino non curato) sono un posto giusto per celebrare il Carnevale.

In sostanza, ieri abbiamo avuto un’anticipazione del Carnevale.

Abbiamo visto i gruppi mascherati creati dalle contrade e da gruppi di cerretesi volenterosi e capaci di confezionare gli abiti più stravaganti.

Abbiamo visto i primi punti di ristoro, il palco del concorso mascherato, i banchi dei dolciumi.

Domenica avremo la festa completa, nel programma c’è lo spettacolo dei trampolieri, sono previste giostre e gonfiabili, altri punti di degustazione e uno spettacolo itinerante.

Ci sarà di nuovo il concorso mascherato per i bambini e l’ingresso sarà ancora gratuito.

Resta solo l’augurio finale: si vuole una domenica di sole!

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

DENARO E ILLUMINAZIONE INTERIORE

Il Maestro - secondo atto – decima conversazione
DENARO E ILLUMINAZIONE INTERIORE

Di I. Nappini

Clara Agazzi: Questo ragionamento del qui e ora è corretto fino a un certo punto.
Occorre pensare anche al futuro, specie chi ha figli, o affetti, o cose che ama.
Come pensare che tutto il pensiero di una persona perbene e con la testa a posto abbia lo spazio di autonomia di pochi giorni, settimane, mesi.
Inoltre l’idea di dover affidare il proprio futuro sia pur esso lontano, anzi remoto, a esperti di qualsiasi natura lo trovo un pensiero insidioso.
In fondo credo che le migliaia di differenti comunità (siano esse forestiere o domestiche che si trovano nella penisola) potrebbero acconciarsi a seguire a qualche forma di seria mediazione politica per governare il futuro di tutti quanti.
Come si fa ad escludere la possibilità che tante differenze non possono unirsi.

Vincenzo Pisani: Perché, e qui rispondo io, tante differenze spesso si portano dietro richieste e necessità inconciliabili fra loro e la mediazione è impossibile o minata dal reciproco sospetto, da ricatti incrociati, da compromessi umilianti o meschini e da speranze di rivalsa.
Propongo un esempio dove questo è impossibile.
Si consideri un territorio dove vive una comunità italiana di ceto medio ma impoverito che è la maggioranza, una minoranza di stranieri e immigrati poveri che ne formano il sottoproletariato, una minoranza d’immigrati ricchi che formano il ceto per così dire dei lavoratori specializzati e del ceto medio che si sta arricchendo, una minoranza di italiani ricchissimi che non vuole condividere nulla delle loro grandi ricchezze con i connazionali e i forestieri di ceto più basso.
Pongo che in questo territorio che chiamerò X arrivi un evento funesto che chiamerò Y e che può essere in questo caso un grave incendio estivo che minaccia tutte queste categorie.
Chi può pensare che da sé questi gruppi umani che pure condividono linguaggio comune e territorio s’accordino fra loro?
Pensate per un attimo alle conseguenze della minoranza di ricchissimi che per salvarsi dovrebbe mettersi d’accordo con i ceti poveri stranieri e con i ceti medi degli italiani impoveriti, in un attimo verrebbero spogliati dei loro beni in nome della salvezza comune e della pace sociale davanti al pericolo.
Senza il rigore della legge applicata dalla polizia e le punizioni severe della magistratura i poveri e i ceti medi impoveriti scatenerebbero subito una violenta aggressione contro i ricchi e i ricchissimi; a costo di bruciare assieme in un falò gigante le componenti sociali contrapposte non s’aiuteranno.
Inoltre che vantaggio hanno quelli che sono poveri o sono impoveriti a favorire il perdurare di una situazione che li vede materialmente oppressi; un grande fuoco purificatore e inceneritore li vedrebbe alla fine premiati perché dalla ricostruzione potrebbe nascere qualche occasione di far soldi o comunque sia di mettere in discussione le gerarchie di potere che hanno subito.
PER QUESTO PROPRIO NEL BISOGNO E NELLA DIFFICOLTÀ UNA SOCIETÀ PRIVA DI VALORI, DISGREGATA, COMPLESSA, PIENA DI RABBIA E RISENTIMENTO HA BISOGNO DI UN SOGGETTO ESTERNO CHE SALVA LA SITUAZIONE.
A seconda delle emergenze si può chiamare polizia, protezione civile, esercito, ufficio tecnico di qualche istituzione, agenzia governativa.
Una società umana segnata dalla precarietà, dall’odio e dall’invidia sociale, da ogni sorta di tensioni religiose e politiche non può fare autogoverno.
Una struttura burocratica esterna deve intervenire come il Leviatano di Hobbes per mettere ordine e imporre una società umana dove l’uomo è diventato lupo per il suo simile e dove ormai vige la legge della giungla dove tutti hanno diritto a tutto e si combattono ferocemente fra loro.

Franco: Il Pisani mi ha rubato la risposta. Infatti da tempo mi sono convinto che il primo effetto della precarietà e dei desideri indotti dalla pubblicità commerciale sia la FRAMMENTAZIONE DEL CORPO SOCIALE.
L’INGRESSO DI MILIONI DI FORESTIERI NELLA PENISOLA LO PONGO DENTRO IL CONCETTO DI PRECARIETÀ
perché l’emigrazione causata da povertà o necessità di trovare lavoro da immigrato è funzionale alle forme di produzione capitalistica che preferisce avere della forza-lavoro di riserva che non s’integra con le tradizionali forme di sindacato e di rivendicazione.
QUESTE DUE COSE COMBINATE HANNO RIDOTTO AI MINIMI TERMINI SE NON ADDIRITTURA DISTRUTTO LE ANTICHE FORME DELLA SOLIDARIETÀ E DEL BUON VICINATO TIPICHE DEL BELPAESE.
Il mio come sapete è un ragionare che per forza del dialogo s’allarga per cerchi.
Come dei sassi lanciati in uno specchio d’acqua il mio discorso s’allarga e diventa più ampio e complesso.
Quindi ora aggiungo qualcosa e vi dico che dovete guardare la precarietà nel senso più ampio del termine, I DESIDERI INDOTTI DALLA PUBBLICITÀ COMMERCIALE, LA CIVILTÀ DELLO SPETTACOLO E DELLA COMUNICAZIONE COME UNA COSA UNICA.
Questi tre elementi sono i termini con i quali convive ogni giorno la stragrande maggioranza degli abitanti della penisola e dell’Europa.
Chi si LIBERA anche temporaneamente dai condizionamenti indotti da queste ombre che penetrano nella mente trova quell’istante di serenità che gli consente di capire cosa è diventato e cosa è questo mondo umano così infelice.
Quello è l’istante in cui per il singolo finisce l’opera in nero di questi anni e può costruire un suo percorso di purificazione e di chiarimento.
PRIMA PERÒ DEVE ARRIVARE A VEDERE LA COMPLESSITÀ se non razionalmente almeno come impressione, come momento d’illuminazione.

Stefano Bocconi: Ma quando uno come me arriva al punto di vedere l’insieme del mondo in cui vive dall’esterno, anzi a vedersi in modo distaccato, analitico, quasi da scienziato cosa può fare?
Rimane come è con un poco di consapevolezza in più, potrebbe perfino diventar ancor più infelice.

Paolo Fantuzzi: Magari può cercare gente che la pensa come lui, trovare sostegno per le sue idee, venire a sapere che altri approvano quel che dice e pensa.
Certo il tipo che diventa consapevole deve però divulgare ciò di cui ragiona, esprimersi, discutere.
FARE QUALCOSA CHE SI CHIAMA POLITICA.

Franco: Intanto sul momento deve prendere coscienza.
Svegliarsi per così dire dalla grande illusione di vivere nell’unica realtà possibile ossia quella DELL’IMMEDIATO PRESENTE COSÌ COME CI VIENE NARRATO DAL MONDO DELLO SPETTACOLO E DELLA COMUNICAZIONE E DELLA PUBBLICITÀ.
Da quel momento si può liberare dai condizionamenti indotti e dai persuasori più o meno occulti.
A quel punto inizia la sorpresa quasi infantile di esplorare con stupore il proprio mondo con intenti e animo diversi, anzi personali e quindi autentici.

Vincenzo Pisani: Scusate ma ora faccio cenno per ordinare il secondo. Chiamo il capo e ci facciamo mostrare la bistecca, qui la cucinano in modo semplice ma vi assicuro che è buonissima.

Il padrone chiama il personale della cucina e ripete l’ordinazione presa al tavolo.
Si presenta al tavolo e fa bella mostra di una bistecca di gran qualità, Vincenzo Pisani comincia a scherzare con lui dimenticandosi della conversazione comune.

Franco: Mentre Vincenzo Pisani ragiona con il caposala per i secondi voglio concludere il mio discorso.
SENZA UNA IDENTITÀ PROPRIA, FORTE, PRECISA IL SINGOLO NON PUÒ TROVARE LA SUA STRADA E LE SUE RAGIONI DI VITA IN UN MONDO DI FOLLE DI SOGGETTI INDIVIDUALI CHE SI MUOVONO FRA CENTRI COMMERCIALI, PERIFERIE PIÙ O MENO BRUTTE, POSTI DI LAVORO PIÙ O MENO ALIENANTI E DA ALIENATI.
Non può.
Se egli non ha fatto un lavoro su di sé e creato una forte coscienza sarà attratto di qua e di là dove lo spingono gli spettacoli più accattivanti e la comunicazione del momento.
QUINDI IL RENDERSI CONTO DI AVER DA TROVARE UNA PROPRIA STRADA E UN PROPRIO PERCORSO DI VITA È UN LAMPO.
Esattamente un lampo di tempo, ossia l’istante nel quale diventa ovvio che c’è una mappa concettuale del mondo da riscrivere e disegnare di nuovo.
Quando viene in essere questo diventa possibile che nel singolo si formino le forze per rimettere in discussione concetti, pregiudizi, consuetudini, logiche comportamentali.
Da questa tensione interiore può nascere qualcosa di nuovo e di positivo e si possono organizzare con altri che sono sullo stesso cammino associazioni o gruppi di carattere benefico, di studio, di ricerca, di attività critica e riformatrice.
SI PUÒ FORMARE UNA RETE DI PERSONE CHE SI AIUTANO E SI MIGLIORANO.

Clara Agazzi: Questo è un santo proposito.
Ma dopo cosa accadrà. Non si può pensare che della gente perbene e saggia solo perché perbene e saggia assuma su di sé il potere d’innalzare i molti che non sono né buoni, né saggi, né sapienti ma forse proprio l’esatto contrario.
Ancor meno non è chiaro come questa buona gente dovrebbe mettersi al servizio della collettività.
Devono forse diventare loro stessi dei ricchi imprenditori?

Paolo Fantuzzi: Questo sarebbe coerente, nell’impossibilità di competere con forze così compatte e irresistibili uno le imita. Per la serie se non puoi batterli, unisciti a loro.

Stefano Bocconi: Non credo che voglia dir questo.
Credo che Franco pensi A UNA SORTA DI CONQUISTA DELLA CONSAPEVOLEZZA CHE DA PICCOLI NUMERI SALE VERSO GRANDI NUMERI, UNA SORTA DI AUTO-EDUCAZIONE COLLETTIVA CHE DIVENTA POI ASSOCIAZIONE DI LIBERI E CONSAPEVOLI.
Mi sembra però un percorso lungo, difficile, fragile in un Belpaese quale è il nostro dove per i molti il denaro è tutto e Dio è denaro.

Franco: Ma il denaro oggi cosa è mai? Anzi.
Rovescio i termini e faccio un’affermazione: “oggi la felicità e la ricchezza di un singolo devono esser quantificate in termini di denaro perché è un termine numerico e quindi facilmente controllabile e gestibile da coloro che hanno il potere di creare il denaro.”
IL DENARO È ANCHE CONTROLLO E GESTIONE DELLO SPAZIO POLITICO E DI VITA SOCIALE; IL DENARO NON È SOLO LA MERCE CHE ACQUISTA TUTTE LE MERCI È ANCHE UNA FORMA CONTEMPORANEA DEL DOMINIO DEI POCHI SUI MOLTI.
Da qui la mia convinzione che per trovare una via d’uscita da una condizione di minorità e di sottomissione sociale occorre capire molto bene in cosa consiste questa minorità e in cosa consiste questa sottomissione lavorando su se stessi.
SE SI RIMANE IGNORANTI DI QUESTE COSE E DEL SENSO DELLA PROPRIA ESISTENZA SI RESTA PRIGIONIERI DI SE STESSI E L’UMANITÀ DEL SINGOLO DIVENTA UNA PRIGIONE.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Il lato oscuro della sanità USA

Nell'Interesse Pubblico
La rovina dell’industria farmaceutica sfrenata

12 settembre 2014

Ralph Nader

È notevole come le aziende farmaceutiche molto redditizie - mentre si fondono in un minor numero di grandi  multinazionali - continuino a farla franca attraverso capitalismo malato.
Nonostante le frequente denunce di misfatti, l’esercito dei lobbisti delle imprese farmaceutiche a Washington continua a guadagnare influenza politica e a rastrellare il welfare aziendale a spese dei contribuenti.
L’industria farmaceutica va oltre il capitalismo clientelare quando carica sugli americani i prezzi dei farmaci più alti nel mondo.

Ecco un breve elenco del piatto di miele prodotto dal muscolo del lobbying da 300 miliardi di dollari l’anno dell’industria farmaceutica.
Riceve miliardi di dollari in crediti d’imposta per fare ricerca e sviluppo che dovrebbe fare in ogni caso.
Alcune aziende hanno mietuto miliardi di dollari di ricavi quando hanno avuto i diritti esclusivi per commercializzare un farmaco, come il Taxol, sviluppato dal National Institutes of Health (NIH) governativo.
Queste società raggirano e ingannano i pazienti senza alcun controllo dei prezzi o pagamento dei diritti al NIH.
(Vedi http://keionline.org/, per altre informazioni.)

L’industria farmaceutica spende molto di più per il marketing e la pubblicità per i medici e i pazienti di quello che spende per la ricerca e lo sviluppo.
Altri fondi dell’industria farmaceutica vanno a influenzare i politici per impedire la realizzazione di restrizioni al prezzo visti i suoi margini di profitto impressionanti.

Mentre il Dr. Marcia Angell, l’ex direttore del New England Journal of Medicine scrisse nel suo libro, The Truth About the Drug Companies: “Solo una piccola parte dei suoi farmaci è veramente nuova; la maggior parte è semplicemente ‘anche’ una variazione sui vecchi farmaci”.
Il Dr. Angell aggiunge che l'industria è “soprattutto una macchina da marketing per vendere farmaci che danno benefici dubbi, usando la sua ricchezza e il potere di cooptare ogni istituzione che possa avere davanti, inclusi il Congresso degli Stati Uniti, la Food and Drug Administration, centri medici accademici e la professione medica in sé”.
Tra l’altro, l’industria farmaceutica è tenuta per legge a finanziare gran parte del bilancio di revisione sanitario della FDA che contribuisce a questa supervisione regolamentare debole.

Katharine Greider sottolinea nel suo libro The Big Fix: How the Pharmaceutical Industry Rips off American Consumers che “Altri paesi si muovono per controllare i prezzi e limitare fortemente la pubblicità”.
Ciò non accade negli USA, dove molti pazienti si confrontano con un sistema “pay or die”.

Negli ultimi anni questa difficile scelta ha fatto notizia.
I nuovi farmaci, come il Sovaldi per curare l’epatite C, costano ai consumatori o ai contribuenti 84 mila dollari per un ciclo completo di trattamento o 1.000 dollari a pillola al giorno!
Lo stesso trattamento farmacologico, secondo il Washington Post, costa “57 mila dollari in Gran Bretagna e solo 900 dollari in Egitto”.
Altri farmaci detti “da sfondamento” costano ai pazienti più di $ 100.000 ogni anno e guidano il muro degli assicuratori sanitari frenetici e dei dirigenti di Medicaid.

Sarà la concorrenza ad abbassare i prezzi?
L’analista farmaceutico di Wall Street, Tim Anderson della Sanford C. Bernstein & Company, spiega che questo non è possibile in un recente articolo del New York Times.
Lui disse che le aziende farmaceutiche, anche se non colluse, “si sono guardate tutte a vicenda e hanno detto, nessuno di noi ha bisogno di competere sul prezzo, se basta tenere la linea”.
La ragione della concorrenza non fu aiutata quando i lobbisti aziendali farmaceutici usarono i loro contributi per le campagne elettorali e per influenzare il Congresso nel 2003 per vietare sfacciatamente a Zio Sam di negoziare i prezzi per il gigantesco programma sanitario Medicare.

Gli imbrogli finanziari non sono gli unici problemi dell’'industria farmaceutica fuori controllo.
La legge federale richiede che tutti i farmaci approvati siano “sicuri ed efficaci”.
Il record attuale è stato scioccante.

Il Public Citizen Health Research Group ha pubblicato tre libri - Pillole che non funzionano (1981), Oltre le pillole sul banco che non funzionano (1983), e Le Pillole peggiori, le pillole migliori: Una guida per il consumatore per evitare la morte indotta da farmaci o malattie (2005) - documentando centinaia di prescrizioni e di farmaci da banco che non sono stati efficaci per i loro scopi pubblicizzati o che hanno avuto effetti collaterali dannosi.
L’ampia esposizione di questi risultati, in particolare al Phil Donahue Show, ha aiutato a mettere fuori dal mercato molti di questi cosiddetti farmaci.

Nel corso degli anni, il governo ha multato le aziende farmaceutiche per miliardi di dollari a causa della spinta a usi non approvati dei farmaci.
Più pericolosamente, i farmaci vengono approvati prematuramente e provocano malattie di massa e decessi.
Questo tributo umano causa circa 100.000 morti l’anno negli Stati Uniti dovuti agli effetti negativi di tali farmaci.
Ad esempio, il farmaco Vioxx, venduto da Merck & Co., Inc., come farmaco anti infiammatorio, rimase sul mercato dal 1999 al2004, nonostante i rischi cardiovascolari documentati.
Secondo la rivista medica Lancet ben considerata, si stima che 88.000 americani ebbero attacchi di cuore causati dal prendere il Vioxx e 38.000 di loro morirono!

Bextra, venduto da Pfizer, Inc., un altro farmaco anti infiammatorio e analgesico fu approvato dalla FDA nel 2001, e fu poi rimosso nel 2005 a causa delle preoccupazioni dovute ad un aumento del rischio di infarti e ictus, così come per le gravi reazioni cutanee a volte fatali.

Rezulin, realizzato da Parke-Davis/Warner Lambert, fu approvato dalla FDA nel 1997 e ritirato nel 2000 perché il farmaco causava tossicità epatica, fu collegato a 63 decessi dovuti ad intossicazioni del fegato.

Meridia, un farmaco dimagrante venduto dalla Abbott Laboratories, fu ritirato dalla società dopo tredici anni di vendite perché gli studi avevano dimostrato che aveva aumentato il rischio di episodi cardiovascolari avversi, come attacchi di cuore, ictus e arresti cardiaci.

Questi esempi provengono dall’Health Research Group di Public Citizen la cui newsletter Worst Pills, Best Pills News fu affidabile nel riportare e riferire per molti anni di queste tragedie evitabili.

Ci sono altri costi umani ed economici dovuti alla incessante pressione per fare delle vendite dell’industria del farmaco.
La resistenza agli antibiotici è stata costruita in mezzo secolo a causa dell’uso massiccio e eccessivo di antibiotici, sia negli esseri umani che negli animali da allevamento commestibili.
Come risultato, ora ci sono infezioni letali per le quali gli antibiotici esistenti sono inefficaci.
E, le etichette di avvertimento inadeguate hanno portato alla cattiva prescrizione di farmaci e all’uso di combinazioni di farmaci che hanno interazioni pericolose.

Il Congresso era solito investigare regolarmente le case farmaceutiche quando dei senatori come Estes Kefauver (D-TN) e Gaylord Nelson (D-WI) erano a Capitol Hill.
Il silenzio è ormai la norma.
Anche la prassi aziendale farmaceutica (per cercare ancora più profitti) di importare circa l’ottanta per cento degli ingredienti dei nostri farmaci da Cina e India, dove le normative di ispezione pubblica può essere debole e dato che la FDA ha pochi ispettori, non riceve l’attenzione dei nostri eletti.
Circa 100 americani morirono nel 2008 a causa di un anticoagulante contaminato chiamato eparina importato dalla Cina.

Così, la prossima volta che sentirete le teste parlanti di think tank aziendalisti come l'American Enterprise Institute, la Heritage Foundation o come i loro alleati che domandano delle “de-regulations”, considerare che un settore farmaceutico non adeguatamente regolamentato ha già colpito milioni di americani.

Tradotto da F. Allegri il 09/02/2015.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 

Le follie del nucleare

Post n°863 pubblicato il 05 Febbraio 2015 da amici.futuroieri
 
Foto di amici.futuroieri

Nell’Interesse Pubblico: Le Follie del nucleare –garantite dal contribuente
Ralph Nader
5 settembre 2014

L’Istituto per l’Energia Nucleare NEI (il lobbista aziendale a Washington, DC per l’industria atomica in disintegrazione) non deve preoccuparsi delle ripercussioni degli impatti negativi del nucleare.
Per l’energia nucleare c’è uno spreco garantito dal governo/contribuente i cui costi sconcertanti, sostenuti e differiti sono assorbiti dai contribuenti americani attraverso un sistema normativo e di sussidi statali supini.

Quindi, se voi andaste a lavorare al NEI e se leggeste dell’assenza di qualsiasi sito permanente di stoccaggio dei rifiuti radioattivi; nessun problema, il governo/contribuenti sono responsabili del trasporto e della salvaguardia di quella spazzatura letale per secoli.

Se i vostri reattori sperimentano un costo sempre più grande, sorpassi e ritardi, come avviene ora con i 2 nuovi reattori in South Carolina, nessun problema, le commissioni normative statali supine invieranno il conto ai consumatori, nonostante il fatto che essi non ricevono elettricità da questi impianti non finiti.

Se questi impianti, e altri due in Georgia in costruzione, subiscono ristrettezze finanziarie da Wall Street, non è un problema, un Congresso supino ha già approvato ampie garanzie sui prestiti garantiti che fanno sopportare il costo del rischio a Zio Sam (il contribuente).

Se ci dovesse essere un incidente come quello che è accaduto a Fukushima, in Giappone, non c’è problema, ai sensi della legge Price-Anderson, il governo/contribuenti sosterranno i costi della grande quantità di danni prodotti da qualsiasi fusione nella centrale nucleare.
Per mettere questo costo in prospettiva, una relazione della Commissione per l’Energia Atomica circa 50 anni fa stimò che una fusione di classe 9 potrebbe rendereuna zona “della dimensione della Pennsylvania” inabitabile.

Perché parteggiamo per tale tecnologia da giorno del giudizio in tutta l’America che è antieconomica, non assicurabile, pericolosa, inutile (non può competere con il risparmio energetico e le energie rinnovabili), non evacuabile (provate ad evacuare l’area di New York City dopo  un disastro ai 2 impianti di Indian Point a 30 miglia da Manhattan) e non proteggibile (sia dal sabotaggio o da terremoti)?

David Freeman, il famoso ingegnere energetico e avvocato, che ha guidato quattro enormi enti (la Tennessee Valley Authority, il complesso SMUD - dove ha chiuso l’impianto nucleare di Rancho Seco - il New York Power Authority e il Los Angeles Department of Water and Power) riassume la storia del nucleare in questo modo: “l’energia nucleare, promossa come troppo a buon mercato al metro, si è rivelata come troppo costosa da usare: la strada alla proliferazione nucleare, e il creatore di rifiuti radioattivi che non ha nessun posto dove andare”.
L’ala destra conservatrice/libertari definiscono questo “capitalismo clientelare” estremo.

Le centrali nucleari stanno chiudendo.
Nel 2013, 4 reattori hanno chiuso: Crystal River 3, Kewaunee, San Onofre 2 e San Onofre 3.

Ora, Michael Peck, un esperto nucleare federale anziano, sollecita che l’ultimo impianto rimasto in California, Diablo Canyon, sia fermato fino a quando i controllori della Nuclear Regolatory Commissione non dimostreranno che i 2 reattori di questo sito possono sostenere l’agitazione delle 3 faglie sismiche vicine.

Nel frattempo, i disastri umani, ambientali ed economici delle centrali di Fukushima Daiichi in Giappone continuano ad andare in metastasi.
Gli scienziati producono studi che mostrano gravi effetti biologici (danni genetici e tassi di mutazione) delle radiazioni sulle piante, gli insetti e gli uccelli dentro e intorno alla grande superficie inabitabile, transennata e circostante a questi reattori chiusi.
La gigantesca azienda elettrica politicamente influente sottovalutò il rischio di un forte terremoto e di uno tsunami.

Nei primi anni settanta, l’industria ei suoi clienti governativi si aspettavano che 1.000 centrali nucleari - 100 di loro lungo la costa della California – fossero operative entro l’anno 2000.
Al contrario, poco più di un centinaio sono state costruite a livello nazionale.
In realtà, a partire dal 2014, ci sono solo 100 reattori azionabili, molti dei quali vecchi.

Le insidie sono reali e numerose.
Oltre alla crescente opposizione dell’opinione pubblica, e al gas naturale a basso prezzo che attraggono le utenze elettriche, ci sono gli immancabili super costi e i ritardi di costruzione, le riparazione e la questione sul dove depositare i rifiuti nucleari.
Questi costi sono ciò che fanno voltare le spalle al nucleare ai finanzieri di Wall Street a meno che l’industria non ottenga decine di miliardi di dollari dal governo/contribuente come garanzie sui prestiti attraverso il Congresso.

E a che cosa serve tutta questa tecnologia nucleare, dalle miniere di uranio alle centrali nucleari, fino alle discariche per lo stoccaggio dei rifiuti ancora assente? A far bollire l’acqua!

Queste sono le tragiche follie che si verificano quando i maestri aziendali e i loro servi politici, che sono pronti e disposti a garantire i fondi dei contribuenti, non hanno la “pelle nel gioco”.
Questo tipo di potere impressionante e senza responsabilità è davvero radioattivo.

Vedi Union of Concerned Scientists, Nuclear Information and Resource Service e Greenpeace per maggiori informazioni.

Tradotto da F. Allegri il 6/02/2015.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
 

Archivio messaggi

 
 << Febbraio 2015 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28  
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Contatta l'autore

Nickname:
Se copi, violi le regole della Community Sesso:
Età:
Prov:
 

Ultime visite al Blog

vento_acquaacer.250maresogno67misteropaganoormaliberaallegri.frdony686amici.futuroierim12ps12alf.cosmosmitic98ossimoraapungi1950mattia8880istintivamenteM
 

Ultimi commenti

https://youtu.be/UAGJEym15Us
Inviato da: cassetta2
il 01/01/2023 alle 09:08
 
Grazie della visita!Buona serata! Lucy
Inviato da: luc.conifru.nic
il 25/11/2022 alle 21:24
 
Ciao a tutti e buonanotte...
Inviato da: buonanotteimmagini
il 14/10/2022 alle 20:45
 
ti ringrazio io, mi piace il tuo spazio. Al momento sto...
Inviato da: amici.futuroieri
il 16/11/2021 alle 14:58
 
Buongiorno....Anzi visto l'orario buon pranzo! Grazie...
Inviato da: saggezzaindiana
il 16/11/2021 alle 12:31
 
 
Citazioni nei Blog Amici: 14
 
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963