A DIO MIO PADRE

DIARIO DI BORDO DOVE RACCONTO CON ALLEGRIA LA MIA VITA E LA MIA DISABILITA' E CANTARE L'AMORE INFINITO DI DIO MIO PADRE

 

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UN SOGNO IMPOSSIBILE

Post n°107 pubblicato il 10 Maggio 2013 da vdcbambi

 

La forza di un sogno

 

Quello che si celebrerà domenica 9 giugno 2013 alle ore 17.30 è la realizzazione di un sogno impossibile per gli uomini, ma non per Dio. Qual è questo sogno? È l'inaugurazione di una casa domotica, cioè automatizzata adatta ad una persona disabile, che poi sarei io. Questa casa non potevo permettermela dato l'alto costo, ma degli amici, che ringrazio, hanno permesso con l'aiuto di Dio, la realizzazione di questo sogno. D'altronde la casa dove abitavo prima, stava diventando un problema per il peggiorare delle mie condizioni fisiche, dato che per entrare in casa dovevo fare sei gradini, così per uscire. Ma io non avevo soldi per acquistare una nuova casa senza barriere, ero convinto però, che Dio, non so quando, né come mi avrebbe procurato una nuova casa, questo l'ho affermato per alcuni anni ad amici che mi facevano presente le mie aumentate difficoltà fisiche di deambulazione. Ma alcuni amici, non si sono arresi, per questo li ringrazio, ed hanno continuato a perseguire questo sogno: una casa per Franco e alla fine, ci sono riusciti, perché avevano come alleato (questa è una mia opinione) Dio e quando si ha un simile alleato,  tutto è possibile. Infatti, mi ricordo che al funerale del mio papà, Don Mario, mio vecchio parroco, citò un versetto del salmo che diceva: " anche se tuo padre e tua madre si dimenticassero di te, Io non ti dimenticherò mai". Questo mai, mi è sempre rimasto impresso, ed ho potuto verificarlo nella quotidianità della mia vita. D'altronde, Dio, nel farmi la grazia della disabilità, mi ha tolto degli appoggi: ha chiamato a sé i miei quattro fratelli, la mia mamma ed il mio papà, lasciandomi apparentemente da solo. Ma non ero solo, c'era e c'è Lui come conferma nelle parabole del Vangelo come quella dei gigli del campo. Per cui domenica, come ho scritto all'inizio, 9 giugno alle ore 17.30 in via monte santo, 23 a Paderno Dugnano ci sarà l'inaugurazione di questa casa. L'inaugurazione avrà inizio con la messa nel giardino di casa mia e proseguirà con un rinfresco, siete tutti invitati a partecipare a questa speranza realizzata.

 

franco

 

 

 
 
 

L'ITALIA NEGATA

Post n°106 pubblicato il 21 Febbraio 2013 da vdcbambi

L'ITALIA NEGATA

 

In questi giorni, si assiste purtroppo a un film già visto, andato in onda più di vent'anni fa. La corruzione di un'intera classe dirigente, sia a livello politico, sia a livello manageriale, con una differenza: mentre prima si diceva che rubavano per il partito, adesso rubano per se stessi. Si può dire che i valori    si sono capovolti, prima contava l'onestà ed era una regola ovvia se si voleva amministrare, e la disonestà era un'eccezione, adesso è il contrario  di purtroppo. Ma io non smetto di sperare in un'Italia migliore, dove una nuova classe dirigente votata da noi cittadini abbia a cuore il bene comune della comunità che si erge a nazione, dove il furto sia un'eccezione non la regola, dove la solidarietà sia legge e l'evasione fiscale un'eccezione. Vorrei una classe dirigente a livello politico che si confronti anche duramente, ma che si rispetti nel senso non denigri l'avversario. Questo è chiedere troppo? Non penso. Sono i fondamenti perché regga uno Stato,che poi siamo noi, e chi scegliamo di rappresentarci. Bisogna avere la cultura della proprietà comune, che c'è poco, nel senso che se distruggo un parco pubblico, o inquinino il mare,  il danno non l'ho fatto solo alla comunità, ma anche a me stesso, perché quel bene è anche mio. Perché mio  non è solo il bene privato come la casa, ma è mio   anche il bene pubblico perché pago le tasse per questo bene. Ecco perché non si è proprio furbi  quando si evade le tasse. Ma ho detto anche che credo nella solidarietà   dove nessuno sia costretto a tendere la mano, perché aver bisogno  non è un'umiliazione, perché non tutti ce la fanno allo stesso modo l'importante è che nessuno rimanga indietro, certo magari c'è qualcuno che se ne approfitta, ma non per questo si deve rifiutare l'aiuto al prossimo, perché potrebbe accadere che un giorno il prossimo siamo noi. Non mi nascondo che la gente, pensa erroneamente che chi fa per sè fa per tre, ma è profondamente sbagliato, perché non sempre si può far per sé, e poi è così bello lavorare insieme. Fino adesso nella mia vita sono sempre stato aiutato perché io non cammino, non ho mai camminato, ho solo un dito per scrivere e la mia voce che il mio caro computer scrive per me è. Per questo non mi sento umiliato, mi sento umiliato quando certe persone servendo noi e  la nostra comunità rubano e dopo aver rubato dicono che non è vero. La cosa più grave, è che mentre succedono queste cose, molta gente non arriva alla fine del mese con il suo stipendio e non ci sono soldi per aiutarli perché c'è stato chi si è occupato per farli sparire. Ma il popolo di cui faccio parte non è così, perché essere italiano vuol dire essere generosi, solidali con tutti, noi che abbiamo insegnato la cultura al mondo,e che siamo emigrati in tutto il mondo e che siamo la culla del diritto. D'altronde come dice Dante Alighieri"... Non vogliate negar l'esperienza di retro al sol, del mondo sanza gente. Considerate la vostra semenza fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza"

(Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno canto XXVI, 116-120) l'

handycapp

 

 
 
 

LA PIETRA SCARTATA

Post n°105 pubblicato il 09 Maggio 2012 da vdcbambi

ABBA', PADRE
E LA PIETRA SCARTATA
ABBA' PADRE
LA PIETRA SCARTATA DAI COSTRUTTORI E' DIVENUTA TESTATA D'ANGOLO
www.amiopadre.eu

Ciao Papà, in queste pagine provo a descrivere ai miei fratelli come ho scoperto la Tua Paternità: affettuosa, protettiva e materna. Grazie, per questi bellissimi 57 anni di grazia immeritata e per il dono della disabilità. E grazie ancora per avermi tolto la tentazione di fare da solo. Quello che mi dispiace Papà è che molti miei fratelli, pur sapendo che esisti, non ne vogliono sapere di Te, vivono per tutta la vita come orfani in continua ricerca del modo migliore per godersi la vita, ma si accontentano di poco, perché c'è di meglio e il meglio sei Tu, che ci hai fatto eredi di una felicità eterna, che si può iniziare a gustare da questa vita.
La prima volta che sentì parlare della paternità di Dio, è stato il 17 aprile del 1982, giorno del funerale del mio papà Giulio. Il mio vecchio parroco di allora, don Mario, citò nella predica il salmo: « Anche se tuo padre e tua madre si dimenticassero di te, IO non ti dimenticherò mai». Certo, in quei momenti dovevo decidere cosa fare della mia vita e mi sono ricordato della parabola dei gigli del campo:
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: "Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?". Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena (Mt 25-34).

Ho pensato che non era una favola - io credo - e così scelsi di fidarmi e affidarmi a Dio. Non avevo ancora scoperto la sua paternità e la ricchezza grandissima che portava dentro di sé. Tutto si schiarì quando un giorno don Mario mi portò a conoscere suor Daniela Donà; le disse che io ero senza genealogia. Suor Daniela ne chiese la ragione e il sacerdote rispose che avevo perso entrambe i genitori. Con un'energia insospettata la suora affermò il contrario: «Anch'io ho un Padre: è Dio ». Da allora, alle riflessioni sui miei problemi, sulla disabilità e sul dolore che procura, ho aggiunto una riflessione sulla paternità di Dio. A questi temi ho pensato profondamente in tutti questi anni. Dopo molte battaglie, ribellioni, il tentativo di suicidio, ho capito che la disabilità è un dono di Dio, che è Padre di tutti e quindi non fa discriminazioni: non da un corpo perfetto ad alcuni e ad altri imperfetto perché gli sono antipatici. Dio non fa torto a nessuno, non sbaglia mai e a ognuno affida una missione come nella parabola dei talenti:

Avverrà infatti come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì. Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro. Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: "Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque". "Bene, servo buono e fedele - gli disse il suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto ; prendi parte alla gioia del tuo padrone". Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: "Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due". "Bene, servo buono e fedele - gli disse il suo padrone -, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone".
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: "Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo". Il padrone gli rispose: "Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l'interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell'abbondanza; ma a chi non ha , verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti" (Mt 25,14-30).

E quindi anche le persone disabili hanno dei talenti che devono far fruttificare, perché qualora non lo facessero, gli verrà chiesto conto un giorno. E da qui non sono finite le mie riflessioni sulla disabilità.

Ho poi letto l'episodio del cieco nato:

Passando, vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va' a lavarti nella piscina di Sìloe» - che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.
Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l'elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?».
Egli rispose: «L'uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: "Va' a Sìloe e làvati!". Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov'è costui?». Rispose: «Non lo so».
Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest'uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può [,] un peccatore compiere segni di questo genere?». E c'era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!».
Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l'età, parlerà lui di sé».
Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l'età: chiedetelo a lui!».
Allora chiamarono di nuovo l'uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da' gloria a Dio! Noi sappiamo che quest'uomo è un peccatore». Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l'ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell'uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla».
Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori. Gesù seppe che l'avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell'uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.
Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi».
Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: "Noi vediamo", il vostro peccato rimane» (Gv 9,1-41).

Oggi so di non avere nessuna colpa per la mia disabilità, anche se una persona di mia conoscenza è convinta ancora oggi che la mia disabilità è dovuta ai peccati pregressi dei miei avi! Io non replico. L'ha già fatto Gesù con questa parabola, e so sempre da Lui che questa disabilità è per la gloria di Dio. La disabilità non è il male, quello lo facciamo noi agli altri.
Questa preghiera, scritta da Kirk Kilgour, l'ho fatta mia e ve la regalo: Kilgour era uno straordinario giocatore di pallavolo, ha militato nella squadra di Ariccia in serie A del campionato italiano. L'8 gennaio 1976, durante un allenamento si infortuna gravemente. La diagnosi non lascia speranze di recupero: lesione irreparabile alla colonna vertebrale. Da allora vive in carrozzina.
Chiesi a Dio di essere forte,
per eseguire progetti grandiosi
ed Egli mi rese debole per conservarmi nella umiltà.
Domandai a Dio che mi desse la salute.
per realizzare grandi imprese
ed Egli mi ha dato il dolore per comprenderla meglio.

Gli domandai la ricchezza per possedere tutto
e mi ha lasciato povero per non essere egoista.

Gli domandai il potere perché gli uomini avessero bisogno di me
ed Egli mi ha dato l'umiliazione
perché io avessi bisogno di loro.

Domandai a Dio tutto per godere la vita
e mi ha lasciato la vita
perché io potessi essere contento di tutto.

Signore, non ho ricevuto niente di quello che chiedevo,
ma mi hai dato tutto quello di cui avevo bisogno
e quasi contro la mia volontà.

Le preghiere che non feci furono esaudite.

Sii lodato, o mio Signore: fra tutti gli uomini
nessuno possiede più di quello che ho io!


Come vedete handy è anche bello. E per questo penso anche che il Signore, come per tutti suoi figli , ha fatto anche di me un prodigio, come dice il salmo 138:

Signore , tu mi scruti e mi conosci,
tu conosci quando mi siedo e quando mi alzo,
intendi da lontano i miei pensieri,
osservi il mio cammino e il mio riposo,
ti sono note tutte le mie vie.
La mia parola non è ancora sulla lingua
ed ecco, Signore, già la conosci tutta.
Alle spalle e di fronte mi circondi
e poni su di me la tua mano.
Meravigliosa per me la tua conoscenza,
troppo alta, per me inaccessibile.
Dove andare lontano dal tuo spirito?
Dove fuggire dalla tua presenza?
Se salgo in cielo, là tu sei;
se scendo negli inferi, eccoti.
Se prendo le ali dell'aurora
per abitare all'estremità del mare,
anche là mi guida la tua mano
e mi afferra la tua destra.
Se dico: «Almeno le tenebre mi avvolgano
e la luce intorno a me sia notte»,
nemmeno le tenebre per te sono tenebre
e la notte è luminosa come il giorno;
per te le tenebre sono come luce.
Sei tu che hai formato i miei reni
e mi hai tessuto nel grembo di mia madre.
Io ti rendo grazie:
hai fatto di me una meraviglia stupenda;
meravigliose sono le tue opere,
le riconosce pienamente l'anima mia.
Non ti erano nascoste le mie ossa
quando venivo formato nel segreto,
ricamato nelle profondità della terra.
Ancora informe mi hanno visto i tuoi occhi;
erano tutti scritti nel tuo libro i giorni che furono fissati
quando ancora non ne esisteva uno.
Quanto profondi per me i tuoi pensieri,
quanto grande il loro numero, o Dio!
Se volessi contarli, sono più della sabbia.
Mi risveglio e sono ancora con te.
Se tu, Dio, uccidessi i malvagi!
Allontanatevi da me, uomini sanguinari!
Essi parlano contro di te con inganno,
contro di te si alzano invano.
Quanto odio, Signore, quelli che ti odiano!
Quanto detesto quelli che si oppongono a te!
Li odio con odio implacabile,
li considero miei nemici.
Scrutami , o Dio, e conosci il mio cuore,
provami e conosci i miei pensieri;
vedi se percorro una via di dolore
e guidami per una via di eternità.


Dopo la morte dei miei quattro fratelli, della mia mamma Alice e infine, il 16 aprile del 1982, di mio papà Giulio, ho iniziato a vivere "apparentemente" solo. Sono passati trent'anni e, in realtà, Dio è stato sempre presente: non mi ha mai mollato un attimo. L'ho scoperto nelle mie battaglie e leggendo il Vangelo, soprattutto quando lavoravo. Dopo aver perso il lavoro, sono rimasto per vari anni senza un soldo e tante cose da pagare, allora gli ho ricordato che anch'io ero suo figlio. Lo dice Lui stesso in questo testo di Matteo:

Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate. Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.

Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.
E quando digiunate, non diventate malinconici come gli ipocriti, che assumono un'aria disfatta per far vedere agli altri che digiunano. In verità io vi dico: hanno già ricevuto la loro ricompensa. Invece, quando tu digiuni, profumati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.
Non accumulate per voi tesori sulla terra, dove tarma e ruggine consumano e dove ladri scassìnano e rubano; accumulate invece per voi tesori in cielo , dove né tarma né ruggine consumano e dove ladri non scassìnano e non rubano. Perché, dov'è il tuo tesoro, là sarà anche il tuo cuore.
La lampada del corpo è l'occhio; perciò, se il tuo occhio è semplice, tutto il tuo corpo sarà luminoso; ma se il tuo occhio è cattivo , tutto il tuo corpo sarà tenebroso. Se dunque la luce che è in te è tenebra , quanto grande sarà la tenebra!
Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l'uno e amerà l'altro, oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire Dio e la ricchezza. Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Ora, se Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? Non preoccupatevi dunque dicendo: "Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?". Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia , e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta (Mt 6,7-33).

E per tutto questo, Lo ringrazio, pian piano ho scoperto, anche attraverso gli amici che ringrazio, la Sua Paternità, anche leggendo la Bibbia dove c'è scritto:
Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: «Abbà! Padre!». Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria (Rom 8,14-17).
È da questo scritto di San Paolo, ho capito definitivamente che Dio è sì il Signore dell'universo e della storia, ma è anche mio Padre e Padre vostro e che Lui se noi lo vogliamo vuole condividere la nostra vita. Difatti nella Bibbia e precisamente nel libro dell'apocalisse è scritto:
Ecco: sto alla porta e busso . Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, Io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con Me (Ap 3,20).
Vedete, ho sempre pensato che la parola ‘signore' sia segno di rispetto. Dio è Signore, questo lo riconosco, ma va detto e ricordato che questa parola si rivolge anche a persone sconosciute. Per me la parola più bella è Padre, Papà, o più confidenzialmente Papo, e ogni volta che devo prendere una decisione, coinvolgo sempre questo Padre trinitario, il mio angelo custode, e qualche volta tutto il paradiso e il Purgatorio. Un Padre così (è difficile trovarne un altro simile: Lui può tutto) si è fatto bambino, assumendo la nostra stessa carne fragile, bisognoso di tutto e di tutti, non gli è stato risparmiato niente: l'hanno insultato, calunniato, frustato e crocifisso. L'ha fatto solo per Amore, perché noi fossimo liberi dal peccato facendoci diventare figli adottivi di Dio e il dolore, da maledizione, è diventato redentivo, perché dalle Tue piaghe noi siamo stati guariti. Ha fatto nuove tutte le cose e vincendo la morte è risorto e questa è la mia speranza e la vostra, perché io e voi siamo fatti per l'eternità. Questo è il Dio della vita, è il Dio della gioia e della fraternità che da secoli sta gridando inascoltato. Ci ha messo a disposizione la terra con tutti i suoi beni e noi la stiamo distruggendo. Spesso molti cercano di cancellare le sue tracce, togliendo il crocifisso e il presepe con la scusa di non urtare chi la pensa e crede diversamente. Ma oggi come allora la Pietra, che alcuni costruttori vogliono scartare, rimane testata d'angolo. A questo Padre ho dedicato un sito Internet: www.amiopadre.eu a cui sono collegati vari miei blog sparsi in tutto il mondo e se volete, possiamo rimanere in contatto attraverso questo sito o blog per comprendere meglio questa Pietra scartata che è una meraviglia ai nostri occhi.
Handycapp
Paderno Dugnano, 27 maggio 2012

 

 
 
 

VIVI LA VITA E LA SUA BELLEZZA

Post n°104 pubblicato il 05 Marzo 2012 da vdcbambi

La vita è un'opportunità, coglila.
La vita è bellezza, ammirala.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne una realtà.
La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, abbine cura.
La vita è una ricchezza, conservala.
La vita è amore, godine.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.
La vita è tristezza, superala.
La vita è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è un'avventura, rischiala.
La vita è felicità, meritala.
La vita è la vita, difendila.

 MADRE TERESA

 

 
 
 

QUELLE RADICI NEGATE

Post n°103 pubblicato il 29 Febbraio 2012 da vdcbambi

L'Europa si può definire, una nazione mancata, o come direbbe Metternich che l'ha detto per l'Italia al congresso di Vienna (1 novembre 1814- 8 giugno 1815)un espressione geografica. Vedete l'Europa è composta da molti Stati che sono spesso stati in guerra fra loro (La guerra dei cent'anni, dei trent'anni, le guerre coloniali, le guerre napoleoniche, la prima guerra mondiale, la seconda guerra mondiale,e più recentemente la guerra in Jugoslavia, nel kossovo . Come si vede, le singole nazioni dell'Europa, tendono a dominare le altre: prima la Spagna, con l'invasione dell'Italia, poi la Francia con Napoleone, poi l'Austria, la Germania , l'Italia e la Jugoslavia ora ex-Iugoslavia. Come si vede, c'è stato un po' di casino con migliaia di morti che hanno riempito i cimiteri e non si è costruito nulla. Ora, per far sì che l'Europa oltre che essere un continente, diventi una nazione a tutti gli effetti, riconosca le sue radici cristiane, perché negarle, sarebbe come negare l'origine della sua civiltà, perché le università, gli ospedali, la giustizia con le sue leggi trasudano di queste radici, perché se non ci fosse stato il cristianesimo,  nulla di quanto esiste oggi ci sarebbe, perché è grazie ai monaci benedettini che hanno trascritto a mano tanti libri antichi, se oggi possiamo sapere molto della storia antica, e grazie a loro se possiamo curarci grazie alle loro erbe medicinali. Grazie alla chiesa che nei periodi della peste del 1600 , i suoi uomini non hanno avuto paura di contagiarsi e sono sempre stati in prima linea per soccorrere e curare le persone creando i primi ospedali. E grazie al cristianesimo che molto stati hanno abolito la pena di morte creando una giurisdizione più accettabile. Certo la Chiesa ha fatto anche delle cose riprovevoli come la vendita delle indulgenze, di cui è scaturito lo scisma di MARTIN LUTERO, l'inquisizione, anche se all'inizio era sorta per correggere le deviazioni dottrinali, poi però ha deviato e così molte altre cose . Ma in tante altre, come quelle descritte sopra è stata di sollievo e progresso per tutto il genere umano. Si è visto che quando gli stati hanno voluto negare le loro stesse radici, il risultato del rifiuto: guerre, distruzioni e dittature. Perché dove c'è lo Spirito di Cristo, là c'è la libertà, senza dimenticare che Lui è morto per questo, perché i suoi figli fossero liberi e liberi davvero. Certo, alle volte, hanno fatto cose in suo nome poco edificanti, ma questo riguarda il passato e non per questo, il messaggio di Cristo è falso, perché è tutto a favore dell'uomo che ha creato e voluto. Solo così noi uomini europei possiamo sperare di costruire una nazione federale europea in cui ci sia spazio per tutti nella diversità   che è una ricchezza per ogni persona che voglia contribuirvi e starci.handycapp
www.amiopadre.eu 

 
 
 
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