Amarcord

SIGNORI, I VOSTRI CAFFÈ...


E lui fissava il giornale sul tavolo del bistrot,il festival delle inutili parole,la retorica del grottescoche diventa sistema e prestigio.Parole che chiedevanodi essere liberate dalla noia:"SMONTACI, SMONTACI,TE LO PAGHIAMO NOI IL CAFFE',MA SMONTACI!".Accettò la sfida,e per le pieghe dei caratteri le prese.Alcune mandò gambe all'aria,altre mise da parteper tempi peggiori.Sulle più belle soffiò;e piegando stanghette,fece gli occhi di lei,e il suo naso a patata che non c'era.SIGNORI, IL CAFFÈ È PAGATO.