La guerra di Piero

Ricordando Sofy


basta davvero poco ai ricordi per rifiorire e riportarti indietro nel tempoe così mi sono ritrovato a riguardarmi indietro di quasi due annie rivederci al nostro primo incontro.Seduto ad un tavolo di una pizzieria di Soliera insieme a 21 rose rosseaspettavo di vederla arrivare, incontrare ... conoscere.Ricordo come fosse ora il suo sguardo balzarmi addosso, il suo odorecavalcare le mie narici sino a violentare piacevolmente i miei sensi.Seduti per ore abbiam finto di volerci ascoltare mentre i nostri gesticontinuavano a gridare la voglia di tuffarci uno dentro al corpodell'altro. Pago il conto, usciamo dal locale e come è mia abitudineapro lo sportello della mia auto per farla salire. Metto in moto e senzachiedere nulla mi metto in viaggio, mentre la mia mano accarezza la suagamba soda e nervosa, mentre assaporo il tono delle sue parole cambiarementre con la mano salgo e cerco un punto di non ritorno:la nostra più decente indecenza.Fermo la macchina al parcheggiomentre avvolti dalle fiamme i nostri corpi s'intreccianoalla radio qualcuno canta "non amarmi"è troppo tardi mi dico mentre la faccio mia contro lo schienale quasi distesoè troppo tardi persino per dirci che sarà soloun episodio destinato a non ripetersi.Nessuna voglia di ripartirenessuna voglia di rimettersi in corsasolo il bisogno di sentire che mi appartieni.Senire che desideri me con dolcezza o forza,osservarti mentre t'abbandoni e gridi il nostro piacerementre dolore e dolcezza son più che certo che ci appartengonoe si intrecciano alla perfezione dentro noi.Ti prendo ... pretendo ... sei mia!