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Post N° 207

Post n°207 pubblicato il 14 Maggio 2008 da firefidelis

Il dollaro viene scambiato, per buone ragioni, con la valutazione più bassa di tutti i tempi rispetto a oro e euro. L’amministrazione Bush ha inondato il mondo di biglietti verdi e gli investitori globali hanno poca fiducia nella gestione dell’economia USA. Durante gli anni di Bush, il deficit commerciale Usa è raddoppiato. Grazie ad una politica energetica disfunzionale e alla tolleranza verso il mercantilismo cinese, il deficit ha superato i $700 miliardi in ciascuno dei tre passati anni ed è oltre il 5% del Pil.

La politica energetica di Bush enfatizza gli incentivi per la produzione nazionale di petrolio e il lasciar salire i prezzi per spingere al risparmio, ma tutto ciò ha fallito. La produzione nazionale di greggio sta calando, il prezzo del gas è salito da $1,51 a $3,21, i produttori di auto hanno riempito le strade Usa con SUV che tracannano benzina, e il petrolio è ormai responsabile di circa $380 miliardi di deficit commerciale. Importazioni a basso costo dalla Cina hanno cacciato milioni di americani dai posti nel campo manifatturiero, dal momento che gli acquisti Usa dal Regno di Mezzo superano di 5 a 1 le nostre esportazioni verso di esso. Il deficit commerciale con la Cina è di circa $250 miliardi.

La Cina è riuscita a produrre questo trionfo della competizione mantenendo il suo yuan più economico del dollaro, dell'euro e dell'oro. Annualmente essa vende a basso prezzo l'equivalente in yuan di $460 miliardi per acquistare dollari, euro e altre valute sui mercati stranieri. Tutto ciò fornisce un 33% di sussidio sulle esportazioni cinesi e mantiene economici i beni cinesi sugli scaffali di Wal-Mart. L'amministrazione Bush ha cercato di ottenere, tramite la diplomazia, cambiamenti nella politica monetaria cinese, ma ha fallito. Paradossalmente, il segretario al Tesoro Henry Paulson è riuscito a denigrare come protezionista ogni proposta di azione da parte del governo Usa per bilanciare i sussidi cinesi. Il resto del deficit commerciale è dovuto in gran parte a veicoli, e loro componenti dal Giappone e dalla Corea, che, anche, sono riusciti a mantenere basso il valore di yen e won con vari mezzi.

L'enorme deficit commerciale deve essere finanziato o attraendo investimenti stranieri in nuovi settori produttivi negli Stati Uniti, o stampando dichiarazioni di debito. L'investimento ha fornito solo il 10% del denaro necessario, perciò ogni anno gli Stati Uniti vendono a stranieri valuta, depositi bancari, buoni del Tesoro, obbligazioni e cose simili. Tali impegni sull'economia Usa ammontano oggi a circa $6.500 miliardi. Ciò inonda i mercati finanziari mondiali con dollari Usa e beni cartacei che funzionano più o meno come dollari stessi--ciò che gli economisti chiamano liquidità. Ciò evoca una ferrea legge dell'universo. Se si stampa troppa moneta essa non avrà alcun valore.

Fino a poco tempo fa, gran parte di tale potere di acquisto dato in prestito veniva messo nelle mani di consumatori Usa dalle grandi banche di Wall Street. Essenzialmente, tramite i commercianti di mutui e le banche regionali, queste grandi banche di Wall Street prestavano denaro agli americani perché comprassero case e rifinanziassero i loro mutui. In cambio le banche ottenevano il denaro di cui avevano bisogno impacchettando mutui, così come auto-prestiti e debiti provenienti dalle carte di credito, in obbligazioni di debito collateralizzato [collateralized-debt-obligations-bonds], sostenute dalle promesse di pagamento dei consumatori, da vendere a chi investiva sui redditi fissi, sugli hedge funds e altri.

Le banche potevano diventare ragionevolmente ricche con questo schema, ma sono diventate avide. La scorsa estate abbiamo saputo che le banche non stavano creando obbligazioni legittime. Invece spezzettavano, affettavano e frullavano i prestiti in titoli incomprensibilmente arcani, per poi venderli, ricomprarli, rivenderli e assicurare tali contrattazioni per generare grasse rendite, enormi profitti e generosi bonus per i dirigenti delle banche.

Ora gli investitori, che vanno dalle compagnie di assicurazione Usa ai reali sauditi, non sono più tanto interessati a comprare obbligazioni create dalle grandi banche Usa, e le banche non possono più fare prestiti a molte imprese e consumatori meritevoli di credito. Senza credito l'economia Usa non può crescere e prosperare. La Federal Reserve ha una diretta responsabilità regolatoria sulle grandi banche Usa, ed è compito di Ben Bernanke chiedere che esse aggiustino le loro pratiche affaristiche e facciano risorgere il mercato per obbligazioni sorrette da prestiti bancari. Eppure, il presidente della Federal Reserve Bernanke non ha offerto alcun piano per affrontare questi problemi, e non ha nemmeno riconosciuto l'urgenza della situazione. E senza un sistema bancario ben funzionante l'economia Usa si avvia verso una recessione di cui non si sa la profondità e la durata.

Gli investitori internazionali, riconoscendo che l'economia Usa manca di uomini guida competenti tanto al Tesoro quanto alla Federal Reserve, stanno scappando dal dollaro per andare verso i migliori sostituti disponibili--l'euro e l’oro. Quando George Bush inaugurò la sua presidenza, l'euro veniva scambiato a 94 centesimi e l’oro costava $266 l'oncia. Ora essi vengono scambiati rispettivamente a $1,52 e $985 l'oncia. Questa è una chiara indicazione di inaffidabilità del modello economico di Bush-Bernanke.

Peter Morici è professore della University of Maryland School of Business ed ex Economista Capo della U.S. International Trade Commission.
(Titolo originale: " Why the Dollar is So Cheap -- Rise of the Euro and Gold")

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