Fratelli, il termine "giustizia" sta ad indicare un agire secondo le regole, un dare ed ottenere secondo i meriti: è il giusto premio o la giusta pena per quello che di buono o di cattivo facciamo nella nostra vita. La giustizia, in ambito spirituale, assume un valore fortemente significativo, in quanto il cristiano non può sfuggire ad essa, perché è contenuta nella Legge di Dio; è usata da Dio stesso. Se dunque il mondo propone tante ingiustizie che spesso fanno soffrire gli altri e promuovono la cultura dell'esclusione, Dio si adopera, per i meriti del suo figlio Gesù Cristo, ad agire e giudicare secondo giustizia, dando ad ognuno di noi ciò che merita, almeno per quanto riguarda la vita eterna dell'anima. Giacché, spesso, è il peccato il grande impedimento che non ci permette di accedere alla giustizia divina: siamo infatti troppo presi dalle cose mondane e la Parola di Dio non è in noi. Se dunque la Legge di Dio è giustizia, se essa non risiede in noi, non possiamo ottenere ciò che meriteremmo se osservassimo i suoi comandamenti. Non a caso, nel Vangelo, Gesù detta le famose Beatitudini nel discorso della Montagna: i destinatari di queste Beatitudini ricevono ciò che veramente spetta loro per aver agito nel bene o per aver sofferto in nome di Cristo. Per ottenere la giustizia divina già nella vita presente, non dobbiamo fare altro che svuotarci del nostro io, fatto di egoismo e soddisfacimento personale, cose nettamente contrarie alla volontà di Dio, e riempirci della vera fede. Quante volte, badando ai nostri interessi, abbiamo agito secondo la logica del mondo e non di quella di Dio! Per il Padre non esistono persone privilegiate: tutti siamo uguali ai suoi occhi e tutti siamo tenuti ad osservare la sua Legge, incentrata sull'amore. Giacché solo quando uno ama, si adopera per l'altro, altrimenti si chiude in se stesso, nel proprio egoismo, nel propria sfera personale.