Via, Verità e Vita

I due precetti più importanti


 
Dal Vangelo secondo Matteo: (In quel tempo, i farisei, avendo udito che Gesù aveva chiuso la bocca ai sadducèi, si riunirono insieme e uno di loro, un dottore della Legge, lo interrogò per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente”. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti»). PAROLA DEL SIGNORE. Commento a cura del Movimento Apostolico: (Dio è carità. Se poi andiamo a cercare di definire con una sola parola cosa è esattamente la carità, è allora che ci perdiamo. Diciamo che la carità è la sostanza stessa di Dio, la sua divina essenza, la legge del suo esistere e del suo operare. Queste cose che diciamo sono tutte vere, però sono assai distanti dalla nostra comprensione immediata. Traducono il vero significato di carità, ma non in modo adeguato, istantaneo, corrispondente alla mentalità dell'uomo che ha sempre bisogno di un linguaggio concreto, immediato, di facile comprensione, di pronta applicazione. Se vogliamo tradurre concretamente la carità in un linguaggio accessibile a tutti vi è una sola parola che riesce ad esprimerla in modo insuperabile: la carità è dono. Dono di che cosa? Essa è dono di se stessi, di tutto se stessi. Dono della natura, dono della persona, dono dei suoi atti, doni dei suoi pensieri, dono delle sue realizzazioni, dono delle sue cose, dono di ogni suo frutto, dono dell'intera vita, dono del proprio sangue, dono ella propria carne, dono di ciò che l'uomo è nella sua essenza più piena. Dio ama donando tutto se stesso: nella sua onnipotenza, nella sua grazia, nella sua intelligenza, nella sua misericordia, nella sua bontà, nella sua verità, nella sua stessa essenza divina. Dio ama donando il Figlio suo Diletto e lo Spirito Santo e in loro e per loro donando tutta la sua vita. In questa logica del dono i Comandamenti sono ciò che mai ci dobbiamo prendere dagli altri, né da Dio né dai fratelli. Se lo facessimo, se spogliassimo gli altri di ciò che è loro, noi non ameremmo. Togliamo ciò che è loro. Compiamo un atto contrario all'amore. L'amore è donare e noi invece prendiamo ciò che non ci appartiene. Ci impossessiamo di ciò che non è nostro. Nelle Beatitudini invece diamo agli altri tutto ciò che è nostro. Lo diamo a Dio e ai fratelli, lo diamo a Dio perché ne faccia un dono ai nostri fratelli. Le Beatitudini sono la forma perfetta dell'amore perché in essi il dono è perfetto, totale, globale, senza alcuna riserva. È un dono in tutto simile a quello di Cristo Gesù, il quale si è lasciato spogliare anche delle sue vesti, perché il dono di sé fosse perfetto, completo, pieno. Con Gesù niente più dovrà essere donato. Lui ha dato veramente tutto al Padre per la conversione, la giustificazione l'elevazione spirituale e morale di tutti gli uomini. Possiamo così tradurre il duplice comandamento: "Darai tutto te stesso a Dio. Ti darai però con tutto il tuo cuore, con tutta la tu anima e con tutta la tua mente". Nulla che è tuo potrà dirsi tuo. Tutto ciò che è tuo è di Dio. È di Dio perché tu glielo hai donato. Non solo è di Dio, è anche del prossimo, perché con il tuo prossimo tu devi sempre vivere in unità, in comunione, in solidarietà, in simbiosi. Tutto ciò che è tuo non lo puoi tenere gelosamente per te. Ne devi fare dono ai tuoi fratelli più bisognosi di te. Li deve amare come tu ami te stesso, senza alcuna distinzione, o differenza, o distanza da prendere. È questa la Legge divina: donarsi interamente perché l'altro viva. Donarsi perché l'altro possa trovare pace, speranza, perdono, consolazione, misericordia, ogni vita. Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli e Santi di Dio, insegnateci la legge della carità e dell'amore. Convincete i nostri cuori che amare è dare, è donarsi).