Dal vangelo secondo Marco 5, 21/23
In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.
Il Santo Vangelo di oggi e quello della domenica precedente ci parlano della fede e quindi delle opere di chi crede in Spirito e Verità.
Prima di parlare della lettura vogliamo però chiarire il significato delle parole che usiamo.
Fede vuol dire speranza nel Signore DIO che diventa certezza quando è totale.
La speranza è una probabilità che il Signore esaudisca la mia preghiera, più è alta la probabilità più la fede è grande, fino ad arrivare alla certezza che il Signore esaudirà la mia preghiera e che diventa quindi il credere.
L’uomo nella sua natura è portato ad aver fede totale quindi a credere, ma man mano che apre i suoi occhi al mondo senza accorgersi rinuncia al Signore Dio e comincia a confidare nel mondo visibile. Quando confida totalmente nelle cose del mondo la sua fiducia diventa un credere nelle cose del mondo e senza i accorgersi finisce perdere tutto ed arriva a credere che il Signore Dio non esiste.
C’è quindi l’uomo credente che opera segni e prodigi, l’uomo di fede che va a momenti e l’uomo ateo, cioè senza Dio.
L’uomo che ha perso il Signore Dio dal suo cuore – l’ateo - non può credere perché il Signore Dio è vita, chi Lo ha perso ha perso la vita, chi ha perso la vita è morto e il morto non può credere neanche se vuole, ma di solito neanche vuole, anzi predica l’ateismo vegetando nella più totale indifferenza.
Solo la mano del Signore può riportarlo alla vita.
Ciò che contraddistingue questi tre uomini non sono le parole ma le opere. In ogni caso la fede è sempre la speranza nel Divino, mentre la fiducia è la speranza nell’umano e nel mondo.
L’uomo non santo , se non è diventato ateo può quindi essere un uomo di fede, cioè un uomo che crede solo in parte. Di questo abbiamo la conferma nel brano del Santo Vangelo quando i due cechi chiedono al Signore di essere guariti e il Signore risponde loro: Andate e sia fatto secondo la vostra fede.
La fede non è una cultura né un sapere ma è un sentire e fa parte dell’essere umano il quale ha sempre fede in qualcosa , anche quando dice di avere fiducia nelle cose mondo, solo che in questo ultimo caso non sarà più fede ma fiducia
Se abbiamo ancora un po’ di fede e vogliamo farla aumentare dobbiamo cominciare da noi stessi. Dobbiamo per prima cosa aver fiducia in noi secondo verità, dobbiamo credere di essere figlio del Signore Dio quindi il tempio del Suo Santo Spirito e, che se crederemo che il Signore Dio è Onnipotente , possiamo tutto perché Lui in noi può tutto.
Quando il Signore Dio creò l’uomo gli diede il potere su tutta la terra.
Questo fa crescere in noi la giusta fierezza e oltretutto ci protegge dalla superbia perché se io sono così lo sono anche altri e non c’è quindi spazio per credersi meglio di loro.
In ogni caso l’uomo per vivere ha sempre bisogno di credere in qualcosa o quantomeno confidare in qualcosa perché la sua anima ha bisogno di essere nutrita. Quando l’anima si nutre dello Spirito Santo, l’uomo vive da vivo, quando si nutre con le cose del mondo l’uomo vegeta chiamando vita la morte.
Bisogna quindi scoprire in cosa stiamo confidando o credendo.
L’uomo che crede di poter fare tutto da solo in verità confida solo in se stesso, il suo “dio” diventa il suo io, cioè se stesso, ma in questo caso rimane molto limitato, riesce a fare solo le opere del corpo fino a quando il corpo glielo permette. Quando perde la capacità del corpo cade nella disperazione perché rimane senza ciò che ha considerato “dio”.
Il denaro ed il potere, oltre al corpo che comprende anche il sesso, sono gli altri idoli in cui l’uomo confida quando si allontana dal Signore DIO, però rimane sempre molto ma molto limitato fino al giorno in cui scoprirà il suo inganno.
Quando la fiducia nelle cose del mondo, ivi compreso se stesso, è totale, ha cancella ogni traccia del divino e la sua caduta è già o non tarderà a venire.
Il Santo Vangelo di oggi ci parla, fra le altre cose, di quando il Signore chiede agli apostoli chi avesse toccato il Suo mantello perché aveva sentito una gran potenza uscire da Lui per entrare in quella donna che aveva fede. Gli apostoli, in quel momento ancora con la mentalità umana, risposero che erano in tanti a toccare il Suo mantello; per loro non c’era distinzione fra chi Lo toccava credendo e chi Lo toccava senza fede.
Ecco un esempio del limite dell’uomo che non è arrivato al credere..
Un altro esempio dei limiti dell’uomo senza fede lo abbiamo quando Lo deridono per aver detto che la bimba di Giairo non era morta ma stava dormendo.
Noi come siamo? Secondo le nostre opere e il nostro sentire in cosa stiamo confidando?
In ogni caso una donna che perdeva molto sangue viene guarita per la sua fede ed una bimba viene risuscitata, non risorta. (Chi viene risuscitato riprende lo stesso corpo che aveva prima di morire, chi viene risorto prende un corpo spirituale, lo stesso del Signore Gesù che passa fra i muri e chiede da mangiare).
Come mai il Signore Gesù fa questi segni e prodigi, oltre a cacciare demoni e dominare la natura, e noi no?
Ho posto questa stessa domanda a delle persone che partecipavano ad un incontro spirituale e la risposta corale è stata che Lui è il figlio del Signore Dio, ma LUI non è lo stesso che ci ha insegnato a pregare recitando il Pater nostro? San Paolo non dice Voi siete il tempio di Dio, lo Spirito Santo dimora in Voi?
Ora se il Signore in persona ci dice di chiamare Padre il Signore Dio e San Paolo ci sta dicendo che abbiamo il Suo Spirito vuol dire che anche noi siamo figlio del Signore DIO, ma non facciamo ciò che Lui faceva perché non lo crediamo e non abbiamo fiducia in noi stessi, non crediamo cioè che possiamo essere strumenti vivi nelle mani Signore il quale opera tramite noi, ma guai a noi se crediamo di poter fare tutto da soli.
Nel cuore di ogni essere umano, compresi coloro che dicono di non credere, c’è sempre un raggio del Divino il quale in chi ha fede chiama la Potenza del Signore che quando interviene opera segni e prodigi. Se crederemo si realizzerà in noi la parola del Signore Gesù che dice: Chi crede in me fa ciò che faccio io. Se non facciamo ciò che Lui ha fatto vuol dire che non crediamo e oltretutto vuol dire che non abbiamo fiducia in noi stessi come strumenti del Signore Dio che tutto può.
Il Signore Dio poteva non far morire quella bimba, non solo risuscitarla, e poteva guarire quella donna nel silenzio, ma ha voluto farlo nel visibile affinché noi credessimo nella Sua Onnipotenza e nel mondo dello spirito.
La fede, il credere , fa entrare lo Spirito del Signore Dio nell’uomo, quando lo Spirito entra nell’uomo opera segni e prodigi esattamente come ha operato tramite il Corpo del Signore Gesù. Non è più l’uomo che opera ma lo Spirito che tutto può.
Se l’uomo crede diventa luce del mondo e sala della terra, un esempio per tutti.
Santi e Profeti hanno fatto segni e prodigi perché hanno ricevuto la grazia, magari senza volerlo, il Signore ha voluto svegliare il loro cuore per svegliare il nostro cuore seguendo il loro esempio. Se non noi sveglieremo noi stessi seguendo il loro esempio, la loro grazia diventa la nostra grazia perché faremo ciò che loro hanno fatto.
Ringraziamo il Signore Dio che tramite coloro che hanno creduto, in particolare con l’esempio del Suo Figlio il Signore Gesù, possiamo accorgerci della nostra poca fede che è la nostra verità e da qui possiamo partire per un cammino di ritorno che ci porta dentro di noi e ci fa scoprire in cosa stiamo confidando. Oltretutto diventiamo consapevoli di aver tradito il Signore Dio aprendo il cuore alle cose del mondo che pensavamo potessero darci vita, ma che in verità ci hanno portato verso la morte spirituale.
Se non facciamo ciò che Lui e quelli che hanno creduto hanno fatto , la nostra speranza è in un cammino spirituale guidato dallo Spirito Santo che dia luce alla nostra mente e pace al nostro cuore.
Occorre la consapevolezza del nostro essere peccatori e la nostra disponibilità a cambiare.
Quando il cammino spirituale diventa una specie di corso di teologia dove impariamo cose che servono, ma crediamo che servono ad altri e non a noi, perché non vogliamo rinunciare al nostro “io”, perdiamo solo tempo.
La nostra vita ricomincia quando cambia il nostro cuore e il nostro cuore cambia quando rimuoviamo la fede in tutti gli idoli che abbiamo creato, fra questi il principale il nostro io, senza però perdere la fiducia in no stessi come detto prima.
L’uomo che lascia il Signore operare tramite lui è credente e il credente è salvo.
Se fino ad oggi abbiamo letto il Santo Vangelo come se fosse un giornale dove troviamo il racconto di cronache del mondo, da oggi vogliamo leggerlo non più per sapere l’accaduto ma per poterci specchiare e vedere la nostra verità e diventare noi un Santo Vangelo vivente che salva noi e quelli che crederanno vedendo il nostro esempio. Non solo saremo salvi ma diventeremo piccoli salvatori. Il salvatore è il Signore Gesù, ma si serve di chi crede per salvare chi cerca la salvezza.
Il cuore del Signore per amare il mondo è il cuore dell’uomo, il nostro in questo caso.
Il Signore ha detto che chiunque crede in Lui fa ciò che Lui ha fatto , non è bugiardo perché chi ha creduto lo ha già fatto, ora tocca noi.
Grazie Signore Gesù |