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LODE A TE, SIGNORE GESU'
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PREGHIERA A SAN GIUSEPPE
San Giuseppe, mi consacro a te per essere per sempre tuo imitatore, tuo amabile figlio. Prendi possesso di me, fa’ del mio corpo e della mia anima ciò che faresti del tuo corpo e della tua anima, per la gloria di Gesù. Pure lui si è affidato a te così pienamente da lasciarsi portare là dove tu credevi opportuno, da stabilire te per suo padre e obbedirti come il più docile figlio. Sacro Cuore di Gesù, grazie di averci dato Giuseppe per padre e di averci donato tutto ciò che hai e tutto ciò che sei. Fa che ti restituisca amore per amore; te lo chiedo per intercessione e in nome di san Giuseppe. Amen.
O Gesù, che ti fai alimento spirituale per noi nel Sacramento dell'Eucarestia, nutri le nostre anime e fa' che possiamo essere sempre migliori, giorno dopo giorno, nelle vie di Dio. Amen.
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Post n°2133 pubblicato il 24 Novembre 2023 da francesconapoli_fn
Dal Vangelo secondo Matteo 25,31-46: (In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra. Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”. Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”. Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”. E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna»). PAROLA DEL SIGNORE. Commento: (Cari lettori, siamo giunti alla 34esima e ultima domenica del tempo ordinario dell'anno liturgico e la Chiesa ci fa celebrare la solennità di Cristo Re dell'Universo. Il Vangelo in questione ci presenta la separazione dei buoni e dei malvagi, rappresentati da Matteo come un pastore che separa le pecore dai capri, un po' lo scenario che avverrà nel giudizio finale, alla fine dei tempi. Al tempo di Gesù come anche ai giorni nostri è viva l'attesa del ritorno del Messia nella gloria per portare salvezza e pesare il comportamento degli uomini. In questo senso i libri di Enoch (testi apocrifi non riconosciuti dalla Chiesa) paventano il ritorno del Figlio dell'Uomo seduto sul trono a giudicare gli uomini, i re, i potenti e gli eccelsi. In quelle scritture il giudizio è comminato senza criteri etici o dottrinali. I potenti chinano il capo e accettano il giudizio positivo o negativo del Re, Figlio dell'Uomo. Nel brano di Matteo, che non ha paralleli negli altri vangeli, il criterio di verifica è la persona stessa del Figlio dell'Uomo. Nel discorso della Montagna si era presentata un'etica del segreto (chiuditi in camera per pregare, fai l'elemosina senza dirlo a nessuno, digiuna senza mostrarti), qui si è giunti quasi all'etica del non saputo. Infatti, sia i benedetti sia i maledetti non sanno di aver fatto o meno qualcosa a qualcuno, riconoscendo in lui lo stesso Figlio dell'Uomo. Si presenta allora un ulteriore cambio di prospettiva rispetto alla convinzione riguardo l'osservanza, anche minuziosa dei precetti, che consentiva di ottenere la salvezza per farisei e dottori della Legge. Era certo presente la gratuita iniziativa divina, ma con la necessità di una risposta adeguata da parte del fedele. In Gesù l'accoglienza del dono gratuito diviene ancora più indispensabile per un rapporto trasparente con Dio e coi fratelli. Se sapessi che dando da mangiare-bere-vestire ottengo la benedizione, lo potrei fare per ottenere il premio. Gesù invece afferma che il bene donato deve avere una particolare prerogativa: la gratuità. È proprio essa che dà al dono il giusto sapore per chi lo compie e lo accetta. Tutto ciò non può essere calcolato o previsto, ma nasce da un cuore trasparente, da un puro di cuore. Il supplizio a cui sono condannati coloro che non hanno fatto, è proprio la mancanza di libertà del dono, la trasparenza dello sguardo, la genuinità dell'azione. Il valore di una persona si pesa quando fa le cose d'istinto, senza il fine di una ricompensa. Nessuno dei due gruppi sa che il Figlio dell'uomo è (nascosto) tra i destinatari del bene compiuto o negato, eppure il valore dell'atteggiamento è conservato tale. Più che un semplice criterio di verifica finale, è il ritmo del sentire quotidiano, dell'agire, della fede. Una fede senza opere è morta e le opere che non sgorgano dall'amore libero e attento sono baratto e puro calcolo. Possiamo capire che allora saremo giudicati sulla carità, la più grande delle virtù come dice San Paolo, al di là dei nostri peccati). |
INFO
San Michele Arcangelo, donaci la forza per tenere lontano le insidie del maligno. Ricaccia negli inferi gli spiriti malvagi e custodisci con la tua potenza i figli di Dio. Amen.
Sacro Cuore di Gesù purificaci da ogni macchia di peccato e donaci salute e salvezza.
Amen.
O San Pio da Pietrelcina, intercedi per noi presso Gesù affinché ci siano concesse le grazie materiali e spirituali necessarie per ottenere la salvezza eterna di ognuno di noi, cosicché possiamo rendere gloria a Dio come Lui vuole, con cuore, anima e mente. Amen.
O Sant'Antonio, che hai preferito abbandonare la dottrina per vivere nella semplicità, sul tuo esempio, aiutaci a vivere come umili cristiani pieni di sante virtù, la cui grande ricchezza sta nell'essere con Cristo, Salvatore del mondo. Amen.
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