*Orizzonti*

*In & out*


E siamo giunti anche alla fine di marzo, alla fine del primo trimestre di questo 2011 che gli astrologi da un po’ di anni indicavano  come l’anno della svolta, creando nella sottoscritta una serie di false speranze. Ma si sa Giove, Urano e Saturno poco possono fare con la realtà dei fatti che – fino a questo momento – mi ha un po’ destabilizzato...e non sempre positivamente. Se dovessi fare ora un bilancio di questi primi tre mesi, di certo individuerei dei momenti topici, che possono essere inseriti di diritto nella categoria “realizzazione di sogni”, ma anche delle batoste fuori misura, che mi hanno portato spesso ad etichettare questo 2011 come “l’anno della sfiga”.C’è da dire che le premesse perché non fosse proprio un anno da fiaba c’erano state già tutte sin dall’inizio, o meglio da qualche giorno prima, quando un mio gesto altruistico si era miseramente trasformato in una corsa al pronto soccorso e in un polso rotto (quello buono, come diceva mia nonna)...e tutto questo a pochi giorni dal Natale e dalle mie meritate ferie a Saragozza. Ferie a cui poi non ho voluto rinunciare, nonostante le difficoltà di gestire la mia permanenza in terra straniera da una prospettiva totalmente inedita (da destrorsa). Il divertimento e i ricordi di quei giorni spagnoli hanno però ben presto lasciato il posto al dolore di apprendere, al mio rientro, che uno degli affetti più cari se n’era andato il primo giorno dell’anno...e questo mi ha fatto capire che si possono fare tutti i ragionamenti del mondo, si può essere confortati ripensando alla vita lunga e felice del proprio caro, ma nonostante questo non si riesce mai ad essere pronti alla morte. Nei giorni successivi al funerale, mi sono sentita del tutto impotente, sola e con un gran vuoto dentro...un vuoto che ho cercato di colmare in una maniera stupida ma per me efficace: mettendo in ordine. Non ho mai capito perché, ma capita spesso che, di fornte ad un problema o a un momento di tristezza, io senta l’esigenza di mettere ordine attorno a me...quasi a voler avere almeno qualcosa sotto controllo. Per fortuna, dopo tanta sofferenza, anche dei momenti indimenticabili. Tra tutti, l’incontro con il mio adorato Liga. Un incontro particolare e del tutto inaspettato, fatto di attimi, di GRAZIE, di un’emozione difficile da gestire. Non è facile esprimere a parole quanto provato, non è facile neanche spiegare cosa lui rappresenti per me...so solo che il 9 febbraio 2011 resterà per sempre uno dei giorni più belli della mia vita. Per giorni ho vissuto dell’euforia di quell’incontro, ringraziando meccanicamente il destino che, in un afoso giorno di luglio, mi aveva conoscere la persona che mi ha poi permesso di coronare questo sogno. Ma si sa i sogni, anche quelli più belli, nulla possono di fronte alla negatività di certe situazioni. Ecco allora che, da una parte, alcune batoste lavorative mi hanno portato a considerare certe decisioni come necessarie e non più come eventuali possibilità; dall’altra, la perdita di una parte importante della mia vita mi ha gettato in un profondo sconforto...perché lei era l’unica e la sola in grado di capire i miei stati d’animo, i miei silenzi, di insegnarmi che l’amore (di un cane) è qualcosa di splendidamente incondizionato. Non è mai facile, da un po’ di settimane a questa parte, ritornare a casa, perché l’occhio cade sempre lì, dove c’era lei...lei che ha lottato sino alla fine, che mai si è lamentata...lei che mi porta a controllare più volte il cellulare, solo per vederla ancora, anche se solo in foto.  Ed ora inizia un nuove mese che spero mi porti più sorrisi che delusioni...un mese che già da subito si presenta ricco di impegni e di ricorrenze e di "to do list" da rispettare. Quindi, pronti, partenza...via!