*Orizzonti*

*Considerazioni dal G.F.*


PREMESSA: non ho seguito granché quest’edizione del Grande Fratello, solo qualche stralcio ogni tanto al ritorno dalla piscina. Non ricordo nemmeno quanti abbiano varcato la famosa "porta rossa", ma – a giudicare dalla passerella di ieri sera – sono stati davvero tanti! Comunque di questa edizione vista/non vista mi han colpito alcune cose, prima fra tutte le urla di Margherita, che non potrebbe mai essere una mia amica in virtù delle reazioni plateali che le sono proprie...reazioni che – a ben dire – ha per qualsiasi cosa le capiti: passa una mosca di lì, e lei immancabilmente urla, schiamazza, piange, si butta per terra e ride! La maleducazione, le litigate e le bestemmie mi paiono essere state poi una costante di questa edizione, segno evidente di come l’essere in televisione non dia più alcun filtro comportamentale, anzi tenda ad amplificare il lato aggressivo insito in ognuno di noi. In quest’ottica, la vittoria di Andrea è a dir poco consolante: discreto all’inverosimile, è stato forse il concorrente più educato di quest’edizione, anche di fronte a batoste sentimentali che avrebbero fatto sbottare qualsiasi altra persona (me compresa). Andrea rappresenta a tutti gli effetti il classico “bravo ragazzo”, bello, educato, intelligente, un po’ insignificante a dire il vero e con una forte propensione al “zerbinaggio” (cosa che lo accomuna molto al secondo classificato, Ferdinando, il tappetino preferito di Angelica)...ed è proprio questo suo essere così troppo accondiscendente nei confronti della (pseudo)amata Margherita che mi porta ad interrogarmi sulla sua vittoria, perché, se è vero che le donne amano i “belli e dannati”, come mai poi votano i “bravi ragazzi”? è forse questo un meccanismo che può essere applicato anche alla vita reale? Alla fine, anche se ci piacciono i bastardi, arriviamo sempre a scegliere la tranquillità del classico “bravo ragazzo”?