*Orizzonti*

*Questione di soldi*


Siamo in un periodo di grave crisi economica, la peggiore – secondo gli esperti – che il mondo occidentale ricordi, eppure, nonostante tutto, non passa giorno in cui non incontri qualcuno che non veda nei soldi la soluzione di tutto. Non sono sprovveduta: sono convinta che, soprattutto di questi  tempi, un buon stipendio sia garanzia necessaria per una relativa tranquillità, ma è mai possibile che oramai la qualità della persona venga sempre più spesso confusa con lo stipendio che percepisce? È mai possibile che la massima aspirazione per sentirsi realizzati è quello di avere uno stipendio alto? Che il quello che si ha sia sempre inevitabilmente più importante di quello che si è? Non è falso moralismo il mio, ma francamente sono stanca di buoni partiti, di persone che legano la loro vita al vile denaro, non accorgendosi che c’è molto altro. Sono consapevole che se non si ha di che campare fino a fine mese è dura, molto dura, ma sono convinta che nella vita ci sia molto di più e le persone lo stanno forse dimenticando. Sono cresciuta in una famiglia con un sognatore, mio papà, che all’inizio degli anni ’80 decise di mettersi in proprio, rischiando tutto...credibilità, serenità, salute...sono stati anni difficili quelli...eppure io ho dei ricordi splendidi, perché mai è mancata l’armonia, mai sono mancate le attenzioni, le carezze, i sorrisi...e io ringrazierò sempre per questo la mia famiglia. I valori che mi sono stati insegnati li porto sempre con me e valgono più di mille gratificazioni economiche: sono ancore a cui mi aggrappo nei momenti di difficoltà, che mi regalano un sorriso e non mi fanno vivere con la costante ansia di volere sempre di più. Chi si accontenta gode? No...chi sa dà il giusto valore alle cose gode!