*Orizzonti*

*Caro Pinocchio, lontano da me!*


Mi capita spesso di aver a che fare con dei bugiardi e devo dire che, nei loro confronti, la mia tolleranza si è pressoché azzerata. C’è stato un tempo in cui, pur restandoci male, apprezzavo lo sforzo creativo di chi mi raccontava una frottola...perché, a volte,  ci vuole non solo una buona memoria, ma anche una bella fantasia per far sembrare quello che non è. Sopporto le bugie “lavorative” perché -  si sa - che, quando succede qualcosa, tutti cercano di far ricadere la colpa su altri. Ma quello che proprio non compatisco sono le bugie fini a se stesse, che hanno solo lo scopo di raccontartela...ma io non ho mai chiesto una storia (se volessi sentirne una, aprirei un libro!). Ecco allora che faccio fatica a non replicare alla collega che mi dice cose che so assolutamente non essere vere, tipo i suoi orari di lavoro (chissà perché le ore che fa lei sono esponenziali!) o le sue attività extra-lavorative (a parole tutta “casa, pulizie e chiesa”, nei fatti, con Facebook a confermarlo, sempre in giro), e mi chiedo sempre che senso abbia dire tante parole in più, soprattutto se non sono richieste. Che senso ha parlare a vanvera, rischiando di fare figure da poco (per non dire altro)? Ma soprattutto, quelle che me la raccontano, cambiando spesso e volentieri la loro versione, credono davvero che io non mi ricordi le varie aggiustature? Quasi quasi mi offende questa scarsa considerazione della mia intelligenza.