anarchy in UAE

maledetta primavera


c'è una fiaba, dalle origini incerte, che recita più o meno così...uno scorpione deve attraversare uno stagno. vede una rana e le chiede un passaggio. la rana è incerta, perchè ha paura che lo scorpione la punga uccidendola. lui la convince dicendo che uccidendola si condannerebbe ad affogare. la rana accetta, lo scorpione la punge, muoiono entrambi. che l'italia la vediate come lo scorpione o come la rana, il suo destino sembra inevitabilmente segnato.in quest'italia che affonda, ma tutto sommato mi manca, è ambientato il libro che ho letto mentre in una giornata sto volando tra dubai e doha per la seconda volta. sono letto 'maledetta primavera'.le prime pagine saltellavano via leggere e veloci, mentre in taxi raggiungevo il terminal 2 (quello più di merda del fantastico aeroporto di dubai) con i fogli del biglietto in mano sotto il koso (per ragioni di privacy il mio e book reader lo chiamerò in modo anonimo koso) da cui non riuscivo già a staccare gli occhi. si delineavano gli antefatti, si presentavano i protagonisti di questa commedia gialla. montagnèr, il protagonista, è esattamente un personaggio da commedia, simpatico, sfigato, cazzone il giusto, senza finire ad essere stereotipo o macchietta. il volo di andata della flydubai procedeva senza intoppi, mentre la vita dei protagonisti iniziava a incresparsi, avvicinandosi alla notte più importante delle loro vite, che veniva raccontata con ritmi sincopati, come fosse musica pop appena bagnata di jazz. una galleria di personaggi diversi, con cui fare conoscenza mentre io percorrevo per l'ennesima volta le strade di doha, mi teneva avvinto. mentre la colonna sonora si aggirava tra il nazionalpopolare (nannini, zero, roba così) e le moderne hits pensavo che da quel punto di vista si poteva fare assai meglio, sebbene fosse attinente ai personaggi la storia offriva spunti che non sono stati colti. inoltre carlotto lo aveva già fatto meglio di così. dopo una breve pausa negli uffici technopro in cui sentivo koso reclamare la mia attenzione e lo stomaco torcersi tanto mi ero immedesimato nelle vicende di fabrizio ho potuto alternare l'umore seguendo le onde della storia mentre facevo ritorno all'aeroporto. seduto in mezzo alla solita umanità varia del terminal 2 ( questa volta di doha ma fa ugualmente cagare come tutto lo schifosissimo aeroporto) stavo per alzarmi in piedi ad applaudire per la descrizione di un bacio. scendendo dal bus che mi portava all'aereo invece devo aver stretto i pugni sperando che non lo facesse. e non vi dirò cosa nè se lo ha fatto o meno, perchè maledetta primavera è una storia che merita di essere letta, anche se non bisogna aspettarsi troppo, per non essere delusi. mi ha fatto saltare sulle sedie, non mi ha fatto piangere, ma coinvolto si, e parecchio. mi ha tenuto compagnia, e lo fa ancora ora, mentre sull'aereo di ritorno scrivo queste poche righe. mi è piaciuto che mi abbia trascinato nella periferia milanese, che abbia solo accennato alcune cose e sottolineato altre. scrivo perchè la storia non finisca. l'ho chiamato commedia gialla, perchè il giallo mi sembra solo uno sfondo su cui incastonare personaggi, caratteri, sentimenti. perchè è un giallo che non crea troppa suspence dove la si attenderebbe, ma la sposta un po' più in là, la diluisce, la usa per circuirti. e nel mio caso con pieno successo. questa giornata un po' particolare passata tra aerei, aeroporti, tra doha e pero, tra settimo naviglio e dubai è passata. il libro non è certo un capolavoro, ma è divertente e ben scritto. o forse mi ha solo fregato con atmosfere in cui avevo voglia di immergermi... ai commenti l'ardua sentenza.