Sonoviva

LA RIVOLTA DEI POVERI


 Alla fine è accaduto e non qui in Italia ma nella civilissima e democratissima Londra, Regno Unito, capitale dell'integrazione e del diritto: i poveri e gli emarginati sono scesi in piazza e l'hanno fatto nel peggiore dei modi, scatenando la violenza ormai irreprimibile, dando mano alle armi ed alle distruzioni. La miccia sembrerebbe scatenata da una uccisione di cui si sarebbe resa attrice la polizia locale che oggi cerca di minimizzare le proprie responsabilità, ma la reazione non è giustificabile se riferita a quel singolo episodio. La verità è che la società capitalistica, ormai allo sbando e prossima all'implosione, non esita a mietere le sue vittime tra i più poveri ed i meno garantiti sui quali scarica perdite e frustrazioni senza rendersi conto del fatto che proprio da lì, dove si è sempre mandato giù il boccone amaro con la speranza in un futuro migliore, proprio da lì sarebbe arrivata la reazione e questa reazione sarebbe stata senza più freni la peggiore possibile. Era già successo alla Francia con la rivolta dei sobborghi dove massima è la concentrazione dei poveri ed immigrati; era successo in Grecia ed altrove, ma forse nel Regno Unito, dove massimo è il rispetto delle minoranze, non ce lo saremmo aspettato.Accadrà presumibilmente anche qui, e presto, perché le orecchie sorde di chi ci governa, troppo pronte ad ascoltare il solo rumore delle proprie vuote parole, non ha ancora compreso a quale stato di disagio morale ed economico sia arrivato il nostro Paese; un Paese che preferisce subire l'umiliazione di una messa in commissariamento da parte dell'Europa piuttosto che abbandonare la poltrona; un Paese in cui uno che si dice Ministro, si permette di rispondere pubblicamente con una pernacchia senza che per questo qualcuno dei loro si indigni. Noi e non solo noi, perché il numero sale di giorno in giorno, non ne possiamo più e se chi ha un alto reddito e rientra tra le categorie degli intoccabili, può dormire sonni tranquilli ( sempre che non abbia investito in Borsa ) per la maggior parte delle famiglie, anche per quelle fino a ieri appartenenti alla classe media, il default è già scattato, ancor prima che vengano accelerate le procedure di pareggio del debito che affameranno il popolo. E mentre a Roma il presidente Napolitano continua a recitare le giaculatorie per la reciproca comprensione, piuttosto che sciogliere un governo che obiettivamente non c'è più come asseverato dall'intervento dell'Europa e di un pesce lesso come Sarkozy ( ma vedi chi ci deve fare scuola...), prevedo che i forconi dei pastori sardi si uniscano presto ai bastoni dei disoccupati e dei cassintegrati, alle pietre degli insegnanti ed alla incazzatura della schiera di giovani estromessi dall'Italia senza alcuna colpa. Ce ne saranno tanti in piazza, i più insospettabili e non sarà più per una richiesta ma per un'azione violenta di chi è ormai alla fame ed a cui la dignità persa davanti ai figli farà da volano ad un'azione violenta e non più reprimibile. Ho visto gli operai dei cantieri di Castellammare recitare in massa il Rosario nel Santuario della Madonna di Pompei e mi è venuto da piangere perché non si può ridurre una persona ed una comunità a sperare solamente in un miracolo.