Sonoviva

PREMIER UMILIATO RESTA


                          
 La trasmissione di Floris che ieri sera ha occupato i nostri teleschermi, mi trova a fare alcune riflessioni. La prima deriva da quella statistica dove, in fondo ad una lista di leader graditi, appare un miserevole 27 per cento per Silvio Berlusconi. L'uomo del miracolo, la stella nascente che avrebbe dovuto cambiare l'Italia e gli Italiani, l'uomo che ha visto milioni di italiani stregati dal suo progetto e tutti pronti ad acclamarlo leader, appare oggi indubbiamente umiliato. Ma ciò che mi porta a riflettere non è tanto la cifra e l'ultimo posto occupato in una lista, ma il fatto che tale umiliazione, evidente in ogni campo, non generi la reazione di lasciare. Soprattutto appare strano che non l'abbia fatto prima che le cifre ed i commenti di gran parte anche dei suoi, non avessero raggiunto il livello di disprezzo che oggi chiaramente trapela. Disprezzo per chi ormai non conta più e da cui non si può più essere certi di avere benefici. Mentre dalla cenere e dal letame risorge il pessimo Ferrara che, forse memore della sua di umiliazione alle ultime elezioni, promette una lista di difensori di Silvio, una lista fatta di 'ragazzi di bottega' come genialmente Della Valle ha definito uno di loro nella stessa trasmissione. Non essersene andato prima perché? per non essere arrestato? per poter continuare a far leggi ad personam? non so, comincio a pensare che ci sia altro e forse quell'altro sono scheletri che, una volta che questa maggioranza fosse andata via, sarebbero usciti dai vari armadi dei ministeri documentando attività poco chiare, rivelando falsi bilanci o corruttele o inazioni o colpe che comunque potrebbero essere rivelate ai nuovi rappresentanti del Governo senza più tema di rappresaglie. Nel Paese dove si fa tutto ed il contrario di tutto e dove la memoria non è un patrimonio, sarebbe anche facile che qualcuno si riciclasse complice il senso di sudditanza proprio degli Italiani. In questi mesi si sono visti spettacoli inimagginabili come le forze di Polizia che intimavano agli Italiani di sventolare il tricolore per rispetto alla Padania nel silenzio delle alte cariche che, solo con moltissimo ritardo, si decidevano a dichiarare grottesco tutto ciò che non è solo grottesco ma costituisce atto di gravissimo attacco allo Stato democratico in quanto evocato da uno e più Ministri della Repubblica. L'attaccco poi al manifesto di Diego della Valle da parte del PD appare anch'esso grottesco perché teso a mantenere lo status quo aumentando il gap tra popolo e politica e mostrando di nulla aver compreso. Resta il Nichi in prima linea: speriamo si vada alle primarie e scoppi il consenso popolare che vada a rompere questo perverso gioco alla distruzione. Che poi potrebbe risultare anche un'acclamazione di Bersani ma la benedizione del popolo sarebbe garanzia di partecipazione anche di quell'ormai 45 per cento che ieri sera abbiamo appreso non vuole andare a votare.