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IL COMUNE DI SALERNO VENDE I LOCALI STORICAMENTE SEDE DI SPAZIODONNA


 Oggi è un giorno molto triste per tutti quanti noi abbiamo in questi anni potuto trovare, presso i locali dell'Associazione Spaziodonna, una casa accogliente, un luogo dove dare seguito alle nostre istanze di volontariato, ai bisogni più vari di chi vuole dare un contributo alla Città ma non ha una casa dove poter svolgere il volontariato. Spaziodonna nasce negli anni '70 come casa delle donne, in quegli anni alla ricerca di una pari dignità con gli uomini, fino ad allora padroni indiscussi delle loro vite.  Da allora ha saputo andare avanti e progredire attivando nel corso degli anni prima dei Consultori familiari, quindi dei veri e propri ambulatori ginecologici; forse molti giovani non lo sanno, ma fino alla fine degli anni 70 la medicina non è un servizio pubblico garantito uguale per tutti: intanto se non lavori non hai assistenza medica  e rientri nei 'poveri del Comune', assistiti ad un livello di base da parte di un medico condotto comunale ( lo so bene per averlo avuto in famiglia ). Poi se lavori, dipende che lavoro fai perché se sei privato come operaio o via dicendo, insomma non dirigente, allora hai l'INAM, che fa abbastanza schifo; poi se sei statale hai l'ENPAS che garantisce un buon livello di assistenza; se sei dirigente o industriale hai l'INPDAP, fortunato te! Questa è la realtà in cui ci sitrova ad operare in quegli anni e dunque immaginate quanto sia stato importante far nascere unn luogo dove tutte le donne che ne hanno bisogno, possono andare ed essere assistite dal punto di vista fisico ed anche psicologico. Pina Mossuto fa la cuoca presso un ricovero per anziani, ma mette, da allora in poi, il suo tempo libero a disposizione della casa Spaziodonna le cui mura e le cu stanze appartengono al Comune di Salerno ma per le quali lo stesso Comune non versa un soldo. Così è solo grazie al contributo dei tanti che si avvicinano alla Casa, che si va avanti fino ad oggi. E grazie al lavoro di avvocatesse, di personale specializzato nel settore della famiglia, nel campo della cultura e soprattutto con elevata sensibilità verso il prossimo, perché di volontariato si tratta, Spaziodonna continua la lotta a sostegno delle donne. Lo fa attivando un telefono, il telefono rosa, a cui si possono rivolgere le donne che subiscono violenze o che già sono rimaste vittime di tale violenza. Un caso per tutte: la donna che il marito ha sfigurato con l'acido, Filomena Lamberti. La sua storia, poco conosciuta, ha trovato dentro Spaziodonna un luogo di ascolto e di assistenza: perché la poveretta, ritrovatasi sola dopo il terribile sfregio, non è riuscita neanche ad avere giustizia ed il marito ha avuto una lieve condanna non  essendogli state riconosciute le lesioni gravi ma solo il reato di violenza in famiglia. Ed infatti lui non ha fatto un giorno di prigione praticamente. Ora la nuova casa di Filomena è Spaziodona; e con le donne che l'hanno aiutata, ha iniziato ad incontrare gli studenti ed a raccontare la sua storia, ritrovando il senso della sua vita che ora è tutto in questo suo poter essere finalmente libera e forte per poter condividere con tanti. Ultimissimo poi il caso delle liceali violentate a scuola dai compagni che, non avendo avuto il coraggio di parlarne in famiglia, si sono rivolte a Spaziodonna che, garantendo loro l'anonimato, sta dando loro supporto ed aiuto nel denunciare perché non si diffonda l'omertà ed ognuno debba rispondere del proprio operato, a prescindere dalla propria posizione sociale.Ma a prescindere dalle attività proprie di Spaziodonna, come dimenticare i bellissimi incontri con le famiglie ed i ragazzi Intercultura che abbiamo tenuto nel Salone, il cibo condiviso, le esperienze raccontate da loro, l'interazione tra culture e religioni, le più diverse, di cui abbiamo parlato. E poteva succedere che una ragazza musulmana partecipasse, con la sorella ospitante, a tutti i riti natalizi e cantasse nel Coro durante le celebrazioni. E poi le interazioni con altre Associazioni e realtà come quella dei Cori, Silvana Noschese ed il suo coro per adulti o per bambini, i nostri incontri o le nostre attività con quella colonna sonora e poi delle iniziative fatte insieme per sottolineare e sviluppare sentimenti di mondialità e di condivisione. O il corso di Autodifesa per donne, o gli incontri di anziani, o tante e tante cose che, magari, in altre città non c'è bisogno che faccia il Volontariato perché sono servizi del Comune. Ma qua il Comune ci dava solo le mura ed ora se l'è vendute ad una immobiliare, per finanziare buchi stratosferici di bilancio creati per improbabili manifestazioni ed altrettanto improbabili opere pubbliche. Alcuni mesi fa anche la Casa dei Creativi, ex scuola, fatiscente, data in concessione ad alcune associazioni, è stata ripresa dal Comune con una scusa. Lì c'erano compagnie teatrali, scuole di Ballo popolare, Associazioni di intrattenimento per giovani come il Guiscardo, Intercultura, altri importanti Cori......Che dire? Credo che ci abbiano tolto del tutto la speranza e venderemo cara la pelle. La città di De Luca Vincenzo, nostro dittatore, ha detto che la cultura non è una priorità inserita nel suo programma. Come non lo è nessun servizio al cittadino, dai trasporti ai parchi per bambini e ragazzi. L'ignoranza rende ormai Salerno una città 'finita'. Certo ora, anche se dovesse cambiare e riuscissimo, noi oppositori, a conseguire una vittoria con Salerno di tutti, formazione che raccoglie in un'unica casa la sinistra, saremmo comunque un po' più poveri.