Sonoviva

LA VOLGARITA' E L'IGNORANZA DEL REGNO DEL RICCOCAFONE


non hanno fine. Si continua, in ogni occasione, da parte di portavoce governativi, di ministri e di chiunque abbia, in questo buio momento della nostra storia di italiani, in mano le staffe del potere, si continua,dicevo,ad esporre concetti tanto idioti, razzisti e pericolosi che, per giunta, si ritengono, sempre da parte di quei loschi individui, 'verità assolute' da somministrare, sotto forma di leggi, al povero stupido e credulone popolo di questo paese che lentamente - e neanche troppo lentamente - sta scivolando verso la barbarie. Un mondo di sogno, dove  il diverso, lo sfigato, o il poveraccio, non conta, e se c'è deve sparire, semplicemente non esistere. Dove i famosi, pure quelli che abbiamo votato a sinistra, vanno nell'isola e lì soffrono tanto e diventano modelli di sofferenza,e poi di successo, in una spettacolarizzazione di tutto, ma soprattutto dei più bassi istinti. Pur sempre gente da imitare!  Un mondo di sogno dove la bella Marcegaglia guida il capo del Governo al quale ha garantito un bel numero di voti proprio perché realizzasse il proprio di Governo, quello di Confindustria, che si può permettere il lusso di invitare chi vuole a casa sua, mi consenta, e di sgridare i suoi avversari se osano contraddire questi suoi desideri: io a casa mia invito chi mi pare e poiché la RAI pure è mia, ti sgrido in diretta e ti sbatto pure il telefono in faccia. Lei non sa chi sono io!!!! E se si è arrivati a dire che Mussolini, prima della deriva nazista, non è che avesse fatto peggio, io dico che qui al 'me ne frego' come motto ci siamo già arrivati da un po'. E poi almeno Lui - notate la dignità del maiuscolo ad altri negata - aveva capito che lo Stato deve essere l'unico soggetto a conservare, tutelare,restaurare,valorizzare i beni culturali e che deve farlo con proprie risorse perché è il bene stesso quello che vale e preservarlo è preservare il futuro dei nostri figli, dell'Italia il cui inno ora tutti cantano con tono eversivo ( ma a me sembrava tanto una cosa da fascista e ancora non mi quadra!!!). Ora, nell'involgarimento generale e nella sostituzione dei valori assoluti  - (o almeno quelli che i nostri genitori credevano tali e che noi forse stiamo rivalutando,  facciamo autocritica su questo  ) - con quelli relativi, che vedono lo sfruttamento a fine di profitto di qualsivoglia cosa, si può pensare che un Supermanager - sorta di superman - che già ha provato di saper cavare soldi da panini schifosi che neanche i nostri bambini vogliono più, ovvero dai vari Mac big o meno big, possa essere nominato superman dei musei. Costui dovrebbe essere l'unico, in una Direzione nuova di zecca - a gestire mostre e trasformare musei da luoghi 'squallidi' a grandi 'luoghi d'incontro'. 'ffa nculo a tutti quelli, stupidi romantici personaggi d'altri tempi, obsoleti ammuffiti studiosi  funzionari-a tutti quelli che in questi anni si sono inventati mostre, percorsi, hanno realizzato aperture straordinarie gratuite, hanno effettuato continui sopralluoghi qui e là per l'Italia per seguire o eseguire restauri, recuperare beni, fare un lavoro di grande professionalità e responsabilità rimettendoci di persona. 'ffanculo tutte le straordinarie opere d'arte che tutti ci invidiano e se tante sono nei depositi ci si diano i soldi e sapremo farli ben fruttare, non ci si riduca alla miseria senza che, per giunta, nessuno lo sappia.  Parlano a vanvera e davanti ad un Consiglilo superiore compattamente contrario, dicono che no, loro sbagliano, è così e basta. Tipico, tipico dei regimi dove tutto è fantoccio. Ci sono gli organi di controllo ma io governo ed io decido e a quel signore gliel'ho promesso e voi chi cazzo siete? Tecete e non fateci incazere co sti scioperi tanto nessuno ne saprà nulla: avete dimenticato siamo noi l'informazione.
Ma si sono dimenticati della rete: noi siamo qui e diffondiamo e rivendichiamo la cultura - che è conoscenza  - ed i suoi valori. Lasciateci lavorare con pochi soldi per noi ma con tante risorse per i nostri beni culturali e con l'orgoglio che ci ha sempre distinti.