Sonoviva

LA POLITICA FATTA COL 'BUON SENSO'


io credevo si chiamasse 'populismo', invece ora scopro questo concetto che, certamente non a caso, è divenuta una sorta di parola d'ordine. Fa audience, dà consenso parlare in nome di un popolo e dire cose 'di buon senso' ed ancora, fare riforme sbandierando un presunto comune sentire. Così, al di là delle pur massicce manifestazioni di gran parte del mondo accademico, di insegnanti e studenti, al di là dell'esperienza maturata nel tempo da maestre, degli studi e delle ricerche sulla psicologia dell'età evolutiva; al di là di ogni cosa detta dai massimi esperti nel settore, c'è sempre il buon senso del nostro padre padrone che si esprime attraverso il fantoccio di turno. Il buon senso vuole che il maestro unico sia la migliore scelta per la formazione del bambino e così sia. Il buon senso, attraverso l'esponente del Governo Cota, che a me non sembra granché ma pare sia portavoce di B., durante uno dei programmi serali di dibattito, era alla base della millantata  presunta e dichiarata presenza, in tutte le legislazioni dei paesi europei, di norme come quelle che si accinge a varare il Governo, che di fatto considerano gli extracomunitari come causa di allarme sicurezza; ed in nome del buon senso lo stesso saccente esponente, paventava un'invasione di straniere incinte pronte a partorire bambini in Italia casomai si fosse pensato di integrare quelli nati qui. Appena ieri sera abbiamo assistito al penoso, presuntuoso esibirsi del massimo esperto in cultura, Barbareschi, saccente e supponente ma assai poco pratico di cose così tanto più grandi di lui; ma pur sempre consigliere del ministro della Cultura Bondi ed artefice, grazie al potere datogli, di censure ai danni di produttori e sceneggiatori  o di artisti contemporanei colpevoli di non parlare in nome e per conto del potere. Anche lui ha parlato di 'buon senso', contrapponendo questo tema alle analisi di insigni esperti del settore. Così potremmo andare aventi per ancora parecchio ed a questo punto nessuno mi toglie dalla testa che l'uso di queste due semplici parole faccia parte di una strategia comunicativa studiata a tavolino da bravi ed esperti comunicatori, pagati dal grande psiconano, perché lo spottone autocelebrativo sortisca l'effetto narcotizzante e distragga il popolo dal veloce movimento delle sue mani e di quelle dei suoi più potenti alleati, parlo del mondo della finanza, mentre abilmente gli sfilano il portafogli.