chi può non deve astenersi dal contribuire, anche con poco, a rendere meno tristi giorni durante i quali tutti hanno il diritto ad essere almeno un po' più sereni. Per questo dico a tutti voi che mi leggete: andate a cercare cose che siano simbolo di pace e fratellanza; insegnate ai vostri bambini i valori della condivisione; se siete poi tra quelli che ora sono un po' o molto più poveri di prima, sappiate che non siete soli e che qualcuno cerca di fare in modo che anche voi abbiate la possibilità di stare con la vostra famiglia a godere della pace e dell'amore che da questa festività dovrebbero scaturire. E' tempo di riporre i falsi valori dello sfrenato consumismo e di tornare a quelli, assai più vicini ai nostri tempi, di una Grotta dove Maria ed il suo sposo Giuseppe, trovarono rifugio e dove il loro bambino venne alla luce. Re dei re a dispetto della povertà. Se, come diceva D'André, dai diamanti non nasce niente ma dal letame nascono i fiori, riponiamo i falsi idoli che hanno ispirato la nostra società a partire dagli anni '80 e torniamo alla semplicità delle cose. Torniamo alla gente, torniamo alla solidarietà ed alla condivisione che tanti di noi e di voi che mi leggete e che avete la mia età, abbiamo sperimentato nel corso degli anni 60 quando così tanti giovani andavano nelle baraccopoli a fare doposcuola ai bambini, o alla 'Mensa dei bambini proletari' di Napoli a fare assistenza, o nel Belice dopo il terremoto a lavorare trovando l'occasione per conoscere persone speciali come Danilo Dolci; o a Firenze in quella meravigliosa catena umana fatta di mani che pietose raccoglievano libri ed oggetti salvandoli dal fango; o nelle varie associazioni impegnate nei Paesi poveri o nelle periferie; o nel MIR Movimento Internazionale per la Riconciliazione, o in tante e tante ancora attività che hanno fatto crescere nei giovani la consapevolezza dell'altro prima che vincesse la cultura egoistica dell'interesse personale che sta distruggendo questo nostro Paese e sta contribuendo ad annientare i più deboli.
Tempo di Natale, tempo di solidarietà
chi può non deve astenersi dal contribuire, anche con poco, a rendere meno tristi giorni durante i quali tutti hanno il diritto ad essere almeno un po' più sereni. Per questo dico a tutti voi che mi leggete: andate a cercare cose che siano simbolo di pace e fratellanza; insegnate ai vostri bambini i valori della condivisione; se siete poi tra quelli che ora sono un po' o molto più poveri di prima, sappiate che non siete soli e che qualcuno cerca di fare in modo che anche voi abbiate la possibilità di stare con la vostra famiglia a godere della pace e dell'amore che da questa festività dovrebbero scaturire. E' tempo di riporre i falsi valori dello sfrenato consumismo e di tornare a quelli, assai più vicini ai nostri tempi, di una Grotta dove Maria ed il suo sposo Giuseppe, trovarono rifugio e dove il loro bambino venne alla luce. Re dei re a dispetto della povertà. Se, come diceva D'André, dai diamanti non nasce niente ma dal letame nascono i fiori, riponiamo i falsi idoli che hanno ispirato la nostra società a partire dagli anni '80 e torniamo alla semplicità delle cose. Torniamo alla gente, torniamo alla solidarietà ed alla condivisione che tanti di noi e di voi che mi leggete e che avete la mia età, abbiamo sperimentato nel corso degli anni 60 quando così tanti giovani andavano nelle baraccopoli a fare doposcuola ai bambini, o alla 'Mensa dei bambini proletari' di Napoli a fare assistenza, o nel Belice dopo il terremoto a lavorare trovando l'occasione per conoscere persone speciali come Danilo Dolci; o a Firenze in quella meravigliosa catena umana fatta di mani che pietose raccoglievano libri ed oggetti salvandoli dal fango; o nelle varie associazioni impegnate nei Paesi poveri o nelle periferie; o nel MIR Movimento Internazionale per la Riconciliazione, o in tante e tante ancora attività che hanno fatto crescere nei giovani la consapevolezza dell'altro prima che vincesse la cultura egoistica dell'interesse personale che sta distruggendo questo nostro Paese e sta contribuendo ad annientare i più deboli.
