Sonoviva

ORA CHE IL NUMERO DEI MORTI


in pochi giorni ha superato abbondantemente il numero di 800, il rumore delle poche parole dette va pian piano cessando e ci si  trova già assuefatti all'inevitabile dolore di altri. Obama prenderà possesso della Casa Bianca senza forse doversene sporcare le mani o senza dover rovinare la sua immagine agli occhi dei suoi grandi elettori; perché nel frattempo si sarà forse fermata la battaglia e consumata la strage. Nessun testimone sul posto ma solo la voce, spezzata dal dolore, di Vittorio Arrigoni, che attraverso i microfoni di Caterpillar, su radio 2, cercando di superare la forte emozione provocata dalla visone di tanta crudeltà, racconta che son tutte balle quelle che ci raccontano i media, che non c'è nessuna guerra in atto, intesa come scontro tra due popoli, ma solo una tragica resa dei conti, solo un crimine contro l'umanità per il quale Israele dovrà dar conto; solo una carneficina attuata con il colpevole silenzio dei più. E la millantata tregua giornaliera di tre ore non vieta ai soldati israeliani di gambizzare volontari intenti a trasportare feriti sulle ambulanze o ad uccidere altri cooperanti e non, ed a stennto serve a contare i morti.