Sonoviva

UN INVITO ALLA LENTEZZA


Viene dalla mia amica di blog Antonia della notte. L'argomento è veramente attuale e sfido chiunque a non aver provato, almeno una volta, la sensazione di non riuscire a fermarsi, rilassarsi ed interrompere il convulso susseguirsi di gesti, utili o meno, che di solito riempiono le nostre giornate. Ci siamo abituati a dire, ed è vero, che il tempo ci è stato misteriosamente sottratto e non sappiamo da chi e come: io ci spenso spesso e non riesco a realizzare come sia possibile che quando avevo tanto di più da correre, qui e là, accompagnando bimbi alle mille attività e scapicollandomi per riuscire anche a fare tutto il resto, mi potesse rimanere del tempo da dedicare ad altro. Ho fatto tante di quelle cose in quelle ore della giornata che, categoricamente, ho sempre chiuso, dal punto di vista lavorativo, non oltre le nove di sera per una regola autoimposta ed imposta a chi mi stava intorno. Pare che lo stress da superattività abbia creato delle sindromi per cui la gente, abituata a ritmi assurdi, non riesce a rilassarsi durante i primi sei o sette giorni di vacanza intossicandosi così anche il tempo dedicato al riposo. Ma quello che più manca a tutti noi, è lo spazio per la meditazione, lo stare con se stessi, ritrovarsi e trovare il modo di aprirsi agli altri. Il problema è così tanto sentito a livello mondiale, che si è deciso di dedicare una giornata mondiale alla lentezza, valore irrinunciabile, e questa giornata è stata ieri 9 marzo. A saperlo l'avremmo promossa almeno come mi illumino di meno, infatti il risparmio delle energie fisiche al fine di convogliarle su cose che ci rendano la vita degna di essere vissuta, è altrettanto importante. Il rallentamento, come ben si vede nel sito, riguarda vari temi: dall'economia alla riscoperta della natura; dalla riscoperta della lettura, anche di gruppo, alla creatività della composizione poetica, tutto senza fretta perché la voce della natura e della sua infinita forza creatrice possa arrivare fino a noi senza essere soffocata dal nostro inutile iperattivismo.