Sonoviva

DIRITTO ALLA VITA E DIRITTO ALLA MORTE


Su questo riflettevo mettendo insieme tutte le polemiche per il testamento biologico ed i giudizi senza pietà espressi da parte di uomini e donne di chiesa, relativamente ad un semplice ed essenziale diritto: quello di morire. Infatti, e lo diceva San Paolo nelle sue lettere, massima aspirazione del cristiano  è la morte in quanto raggiungimento della vita Eterna al cospetto dell’amore assoluto, finalmente liberi dal corpo e da tutte le sue schiavitù. Ma una scienza amica,  in questo perversa, rischia ogni giorno di più di intervenire pesantemente sul nostro diritto alla liberazione dai lacci del corpo, costringendoci ad una vita artificiale non voluta e che di naturale, anche quando non arriva ai limiti dell’alimentazione forzata, ha ben poco. Su questo poi si scatena la famelica ingordigia delle iene, ovvero dei politici e mediatici di turno ai quali la Chiesa, con le sue posizioni ipocrite, dà indirettamente cibo, nutrimento e giustificazione. Mentre altrove, la dove vivono i poveri della terra, lì dove il 50 per cento degli uomini è sieropositivo e destinato per lo più alla morte propria e dei suoi figli, la politica vaticana è ben diversa ed in questo caso  non si chiede di attuare tutte le pratiche, cosiddette ‘innaturali ed artificiali’  per contrastare la morte. Lì l’atteggiamento è esattamente il contrario: non si cerca di  limitare almeno in parte i danni della terribile piaga dell’aids, ma piuttosto si bolla come peccatore chi fa uso di sistemi cosiddetti innaturali, come i preservativi, ipotizzando quale unica salvezza dal morbo, una improbabile astinenza totale, quasi l’AIDS fosse una piaga venuta per i loro peccati che debbono in qualche modo espiare attraverso il sacrificio umano e la reprimenda dei diritti della loro sessualità . Inutile dire che il giudizio della chiesa africana che tra quei poveri vive, è  ben diverso da quello espresso dal Papa e dai suoi burocrati, resta il fatto della ferita inferta da quelle parole alla credibilità ed all'impegno di tante e tante persone che, in nome di Cristo, ogni giorno ci mettono la faccia e la vita; che hanno lasciato tutto e tutti per dedicarsi a più poveri e che non esitano, non sentendosi affatto giudicati da Cristo, ad offrire  loro stessi a quei fratelli poveri,  i preservativi necessari a limitare in parte e solo un poco la strage che si sta consumando in quei posti nel silenzio generale. Un sacerdote mio amico mi ha raccontato di aver visto i bambini lasciati soli per strada a morire ed al suo indugiare nel fermarsi a soccorrerli, era seguito l’invito a non fermarsi ed a lasciarli morire in pace. Certo la critica alle parole del Papa, condivisa da gran parte dei cosiddetti Stati avanzati, non deve fare sì che ci si lavi la coscienza da quelle precise responsabilità che ricadono sulla società occidentale che non potrà sentirsi in pace solo perché fornisce il condom pratica questa che serve all'esercizio di ogni sorta di abuso e violazione soprattutto su donne e bambini.