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QUANDO I CLANDESTINI ERAVAMO NOI


Gli archivi dello Stato mantengono gelosamente conservata la memoria storica di un Paese, il nostro, ed a chi vi si accosta, offrono la conoscenza di molteplici aspetti della realtà, di pezzi di storia che è possibile ricostruire attraverso atti pubblici, liti tra confinanti, cause penali o civili, registri della popolazione, committenze per la realizzazione di opere d'arte, progetti per la realizzazione di edifici o di opere pubbliche e via dicendo, insomma ogni sorta di tesoro che, come ben sa chi ha passato ore e giorni a leggere e decifrare quelle carte, permette di ricostruire il passato di un popolo, anche a dispetto di chi vorrebbe ottenebrarne la memoria. E gli Archivisti dell'Archivio di Stato di Parma hanno sapientemente allestito una mostra documentaria attraverso la quale viene riproposta la condizione dei nostri emigranti, malvisti e trattati come indesiderati, identificati col male, proprio come oggi si fa qui da noi verso la popolazione rumena, ma al contrario perchè è proprio da lì, dalla Romania e non solo, che vengono registrate le note contro i nostri emigrati i quali si macchiavano molto spesso di colpe e misfatti ed erano difficilmente gestibili, oltre  divenire, una volta scaduto il permesso di soggiorno, clandestini a tutti gli effetti. C'è da meditare e da chiedersi se non sia il caso di insegnare ai giovani la storia piuttosto che infarcirli di odio e risentimento verso gli stranieri in nome di non si sa quale principio ed orgoglio nazionale.  
 Le foto sono prese dal sito della Repubblica edizione parmense all'indirizzo http://locali.data.kataweb.it/storage/kpm2gloc/images/2009/04/15/2642981.jpeg