Sonoviva

LA DEMOCRAZIA NEGATA: QUANDO IL POTERE NEGA L'INFORMAZIONE


 
 Il mio silenzio di questi giorni è frutto di un profondo temporaneo  mutamento nei ritmi della mia giornata e del mio tempo in genere. Ma la coscienza, pure nelle numerose vicende che hanno attraversato, riempiendole, le mie giornate, è rimasta viva e vegeta, attenta ad ascoltare voci e vicende di casa nostra e di paesi lontani. E nell'epoca di massima diffusione delle idee attraverso mezzi non convenzionali, pure ci si trova a fare i conti con l'impossibilità a diffondere, attraverso quelli convenzionali, l'informazione. Certo le conseguenze per noi italiani non sono neanche lontanamente assimilabili a quelle di Paesi come l'IRAN e la nostra tragedia privata è ben poca cosa se paragonata alla messa in schiavitù di un intero Popolo. Ma concettualmente ci sono delle similitudini e queste vanno ricercate nelle origini dei fenomeni, nel formarsi delle opinioni, nell'appiattimento del senso critico e nel prevalere del fanatismo. E che questo sia religioso o politico poco conta: ci si ritroverà, ben presto e senza ulteriori preavvisi, nella condizione di totale schiavitù ed, in mancanza di regole di democrazia certe, la reazione unica possibile sarà la rivolta. Perché quando un popolo non ne può più, non importa se prima ha sostenuto una politica, si ribellerà e sarà difficile sedare la protesta. Oggi Teheran piange i suoi morti, pacificamente scesi in piazza per difendere il diritto ad essere rappresentati da un leader politico scelto sul serio e non uscito da brogli. Viene invece negato il diritto alla riconta dei voti e l'obbedienza viene obbligata con l'esercizio della forza: uccidiamone 1 per educarne 100.  Qui si tratta d'altro, ma siamo pur sempre in presenza di un Capo di Governo che nutre il suo popolo di bugie; che frequenta puttane e spacciatori, nonché membri della malavita organizzata, ovvero dell'antistato, nelle residenze private si, ma assimilate a residenze di Stato. E che dispone di 25 agenti dei servizi che però, si difendono i servizi, non stanno all'uscio a controllare chi va e chi viene, ma solo all'interno. All'uscio ci sono quelli privati pagati dal bossnano;  e così, in una residenza di stato, non si sa chi entra e chi esce. Ma, Vivaddio, gli italiani lo vogliono così e lui certo a quest'età non può cambiare e non vuole cambiare. Come dire: sono uno che se la fa con la malavita, che se la fa coi maggiori spacciatori e puttanieri assumendone anche uno al suo servizio perché gli organizzi festini a base di sesso droga e gioco d'azzardo, ma che ci posso fare?  Sono fatto così e così piaccio ad oltre il 61 per cento degli italiani. E noi che facciamo? Lo aspettiamo per potergli sputare in faccia? macché, gli diciamo : forza, continua così ed una poverina che trova il coraggio di gridargli: puttaniere!!! quella sì che viene fermata dalle guardie ed identificata!  Insomma Dio ce l'ha dato e ce lo dobbiamo tenere. Nessuno tra i suoi, neanche il presunto difensore dei valori della democrazia, detto Fini Gianfranco, alza il dito per cacciarlo fuori. E la chiesa parla a giorni alterni lasciandogli ampi spazi per la difesa sulle sue reti ( tutte ormai gli appartengono, anche la Rai 1 e 2, solo la 3 ancora resiste ) e sulle sue riviste di gossip che, per l'occasione, definiscono gossip quello che è ben altro. E D'Alema non trova di meglio da fare che bruciare tutto parlando da Bari, intraprendendo poi una battaglia per il segretariato del PD con Franceschini, che Dio lo abbia in gloria, che almeno lui non ha, come D'Alema, omesso di fare la legge sul conflitto d'interessi, né ha fatto cadere il Governo di sinistra, consegnando l'Italia al Cavaliere. La sinistra non ha dimenticato e quindi che taccia, per favore: viva la faccia di Franceschini che non promette poltrone e gloria. Insomma se il nano passa indenne anche questa volta allora, carissimi, andiamoci a buttare tutti nel cesso noi italiani che chi avrà più il coraggio di uscire dai patrii confini?