Sonoviva

IL PRIMO MAGGIO E LA FINE DEI DIRITTI DEI LAVORATORI


  Saranno aperti in quasi tutta Italia punti ed esercizi commerciali. La nuova cultura lo impone in un paese dove, in pochi e disgraziati anni, tutte le lotte operaie sono state annientate nella generale indifferenza. Non so a voi, ma a me è capitato, già diversi anni fa, di parlare con operai della Fiat o di altre aziende, incontrati casualmente sul treno o in qualche altra occasione. Con la mia propensione a cercare sempre di ascoltare e coinvolgere le persone che, casualmente, incontro nel mio cammino, ho potuto apprendere che gli stipendi erano stati notevolmente tagliati e con essi i diritti; e che tutto ciò veniva accettato pur di essere garantiti del diritto al lavoro. Dunque, a fronte di maggiori garanzie, specie in materia di sicurezza, messe nero su bianco e sancite da leggi e regolamenti, la classe operaia è passata velocemente dallo stato di classe con propria dignità e peso politico sociale, ad informe e sfilacciata compagine sociale senza più diritti né voce. La globalizzazione ha fatto poi il resto togliendo alla classe operaia l'ultimo baluardo, quello del lavoro e dell'orgoglio della specializzazione. Intanto noi e gli altri, intendo sinistra e destra, per tanto e troppo tempo, ci siamo preoccupati di registrare, nelle politiche di governo, il prezioso assenso della Confindustria: cosa questa anche ammissibile per un governo liberista e di destra, che quegli interessi deve tutelare, ma imperdonabile leggerezza per un governo di centrosinistra che non ha saputo non indulgere e creare differenziazioni tra sé e le sue politiche, e l'ansia di arricchimento degli industriali. Industriali che, alla faccia della crisi, si sono enormemente arricchiti prima con il pssaggio dalla lira all'euro, gestita in allegria a loro vantaggio, e poi con l'attuazione della globalizzazione spinta in nome della quale, legalmente e senza possibilità di essere fermati, hanno potuto e possono permettersi il lusso di rinunciare alla manodopera specializzata italiana, ancora troppo sindacalizzata e tutelata, in favore di una manodopera sfruttata, senza o con pochissimi diritti, e quindi meno costosa. E del prodotto finale chi se ne frega? basta che la gente sia indotta a comprare da buone campagne pubblicitarie condotte magari dall'ammiccante e volgare Ferilli, che pubblicizza un divano a metà prezzo, salvo omettere che quel divano è fatto dai cinesi che lavorano a nero e con materiali assolutamente scadenti. Ed omettere che si stanno così affamando intere famiglie e perdendo specifiche professionalità che, una volta finita la crisi, saranno perdute per sempre. Così si sta andando e si continua ad andare in italia ed ancora qualcuno, forse provocatore o almeno lo spero, si permette di fare il nome di Montezemolo come possibile Leader della sinistra............Ed allora, in tutto questo sfascio che Dio solo sa verso quali scenari potrà portarci ( e basta guardare alla Grecia per capire che se il coperchio salta saranno guai) l'importante è che anche il Primo maggio finisca di essere il giorno in cui si ricordano i lavoratori, e  diventi un altro giorno in cui il lavoro, e soprattutto quello malpagato e a nero, venga esaltato. Che si lascino aperti i supermercati ed i negozi con il loro commessi sottopagati e senza diritti, almeno al sud, che si trovi un'altra occasione per riempire le tasche dei padroni e padroncini, delle grandi catene  globalizzate, delle SPA della camorra dei supermarket. Alla faccia dei lavoratori, dei cassintegrati, di coloro che non hanno più speranze.