Sonoviva

SIAMO ALLE COMICHE; MA SARANNO QUELLE FINALI?


  La situazione, dopo il discorso i domenica tenuto da parte del Presidente Fini, ha provocato ampie e diffuse reazioni nel Paese, quasi sempre positive e benevole anche se provenienti da aree ideologiche e di pensiero diverse. L'apprezzamento è stato, a mio parere, determinato dalla concretezza dei temi affrontati, dalla lucida analisi non scevra da autocritica, di un personaggio che, lo si voglia o no, possiede le basi in termini di preparazione culturale e specifica, che lo fanno essere un personaggio non della cronaca o dell'imprenditoria prestato alla politica, ma un personaggio politico della cui esistenza cominciavamo a sentire la mancanza.Premesso che la destra per me resta sempre tale e non mi sognerei mai di etichettare come di sinistra la politica preannunciata, seppur in linea teorica, da Fini, pure il sapere che qualsiasi altra politica annunciata dalla sinistra troverebbe un interlocutore valido, mi rassicura.Ora però, dice Fini, non è tempo di far cadere un Governo che dovrebbe, ad onor del vero, governare per dare risposte concrete ad altrettante molto concrete esigenze del popolo italiano e delle imprese e di tutti i soggetti che compongono il vasto panorama sociale della Nazione.  E allora che fare: semplice, un patto che preveda da una parte l'appoggio del nuovo soggetto politico, dall'altra il suo riconoscimento  e la conduzione politica delle iniziative governative non più a due, ma a tre gambe. Ovvero: io ti voto i provvedimenti ma contribuisco, come forza che fa parte del Governo, a scriverli in modo che non siano fatti in danno dei cittadini  per dare un salvacondotto al premier in difficoltà con rischio arresto sempre sul groppone. Questa la sintesi molto semplificata, ripetuta ieri sera nell'intervista a Mentana, neodirettore del TG7.Quale la reazione dei due compari rimasti, a parer loro, unici a decidere le sorti del Governo? Si incontrano: l'uno ignorantone di ottimo stampo  ( vicino al territorio come si dice ormai laddove il territorio solo le peggiori istanze del popolo dell'odio ) che, come lui dice, poteva fare il medico ed invece fa il politico ( se il profitto scolastico era pari a quello del figlio!!!!!!); l'altro il Nano, psicolabile per definizione, posto a capo di una nuova forza politica ormai anni ed anni fa, affinché curasse gli interessi della massoneria pidduista e della mafia. Bossi deve fare il federalismo e solo quello gli interessa ché, se non lo fa, va  a finire che la Lega perde colpi ed il figlio perde il posto; l'altro ha necessità di completare la serie di provvedimenti legislativi che lo tolgano per sempre dalla tenaglia della Giustizia che rischia di strangolarlo una volta privato dello scudo della alta carica politica. I due quindi cenano, forse asscoltano Apicella cantare e prendono una storica, e sì storica perché mai si era sentito nula del genere: andare dal Presidente della Repubblica e sfiduciare il Presidente della Camera. Peccato che questa possibilità non esista, peccato che loro neanche lo sapessero......Privi del contributo politico di Fini ed i finani, i due, circondati da servi lecchini che mai si permetterebbero di obiettare nulla al loro capo, dal quale sono stati nominati in virtù di una legge elettorale Porcata, privi di ciò iniziano la strada che li porterà alla deriva senza ritorno. Intanto nel PD si fanno prove di democrazia ed i candidati possibili alle prossime primarie si confrontano con lealtà. Ma i telegiornali non ne parlano tranne qualche eccezione. Vendola si confronta con la Bindi ed  insieme si confronteranno poi con Bersani. Ad ad ascoltare c'è un popolo, fatto soprattutto di giovani, che aspetta la propria occasione di poter finalmente contare qualcosa nelle politiche di sviluppo dell'Italia in mancanza delle quali, dopo la generazione degli ultratrentenni, che ha già pagato, anche quella dei giovani di ultima generazione rischierebbe di essere  annientata. Bisognerebbe però che persone sparissero e non fossero più messi in grado di parlare in nome e per conto: come D'Alema, di cui per molti anni ho apprezzato l'intelligenza,ma che, dopo aver sparato sul capo del suo schieramento, ha condotto una politica pro Cavaliere omettendo di  fare, quando ne aveva i numeri, una legge contro il conflitto di interesi; o come Fassino il quale, non avendo mai ottenuto successi nella crescita del PD, si è permesso di apostrofare una sana schiera di giovani dissidenti ( vivaddio) come squadristi paragonandoli a quelli che la Brambilla aveva cercato di prezzolare e di mandare sulla piazza di Fini. Che acciano e si riparta dalla democrazia e dal sereno confronto scevro da tentazioni autoreferenziali. Chesi parli con un linguaggio chiaro e fatto di concretezza e su quella ci si misuri perché la misura è colma e la situzione potrebbe ormai degenerare da un momento all'altro con movimenti di piazza non più in grado di essere contenuti. Conclusione: da una parte la disperazione e l'esigenza di risposte chiare e veloci che pongano rimedio ad una crisi del lavoro di così smisurate dimensioni; dall'altra un Governo allo stallo ed una non più sopportabile situazione di accntramento su problematiche di carattere personale. L'invito: il sostegno a chi vuole ricominciare ad intendere la politica come servizio al cittadino e con la P maiuscola. Ci siete? ci siamo? staremo a vedere cosa faranno cric e croc: certo, come diceva ieri sera Fini da Mentana, non andranno al Colle a chiedere ciò che non possono. Allora staremo a vedere sperando che non passi ancora troppo tempo in questo stallo ormai infinito.