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LA DEMOLIZIONE DEL MINISTERO PER I BENI CULTURALI ULTIMO ATTO: FUNZIONARI APPIEDATI


                    
 Finalmente i giornali ne cominciano a parlare: è il grande saccheggio dei beni culturali nella speranza di trarne un vantaggio, naturalmente personale, dopo che il commissariamento dei maggiori siti, vedi Pompei, è stato fatto passare per un intervento di salvataggio da una classe, quella dei Dirigenti e Funzionari dei beni culturali, incompetente e sfaticata. Mai bugia fu più grande ed il Patrimonio dello Stato e dei cittadini tutti, grazie a questi interventi 'salvifici' che consistono nel dare in mano alla Protezione civile i siti ( con tutte le conseguenze che sappiamo dalle recenti indagini sugli appalti) togliendo peso, competenze, dignità ad una classe di funzionari tra le migliori e competenti esistenti, è a rischio perdita.Ed ora, per completare il tutto, le Soprintendenze sono state laciate a piedi: senza auto di servizio, senza autisti, viene loro negato ed anzi addirittura vietato il rimborso per le spese sostenute nell'utilizzo della propria autovettura. Lo stabilisce la legge voluta da Tremontio in materia di risparmio e di finanze, ovvero la legge 122, che, tra le altre incredibili norme che contiene, introduce il divieto assoluto al rimborso. Considerate la geografia dell'Italia e riflettete come può essere raggiunto un sito - io ho responsabilità su 32 comuni del Cilento - senza ricorrere in extremis alla propria auto: il che già costituiva un sacrificio ed un rischio perché, oltre al lavoro da svolgere sul luogo, ci si sobbarcava l'onere di arrivare da soli in posti lontani anche due ore di macchina. Senza già indennità rischio o di alcun genere, ora il divieto al rimborso dà il colpo finale all'organizzazione di un Ministero scelto per essere annientato in nome di interessi personali. La progressione degli eventi si può evincere anche da questo blog scorrendo i post sulla materia beni culturali. Ma ancora incredibile è l'altra norma che di fatto vieta ogni attività di promozione come mostre, convegni e conferenze, punendo addirittura chi le fa, vietando di farlo in orario di servizio, negando che fuori servizio si tratti di straordinario ( ma questo sono 20 che non lo percepiamo) né di riposo compensativo. Come dire non fare nulla e lascia andare tutto alla malora. Ecco il comma 8 dell'art. 6 comma 8. A decorrere dall'anno 2011 le amministrazioni pubbliche inserite nel conto economico consolidato della pubblica amministrazione, come individuate dall'Istituto nazionale di statistica (ISTAT) ai sensi del comma 3 dell'articolo 1 della legge 31 dicembre 2009, n. 196, incluse le autorità indipendenti, non possono effettuare spese per relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità e di rappresentanza, per un ammontare superiore al 20 per cento della spesa sostenuta nell'anno 2009 per le medesime finalità. Al fine di ottimizzare la produttività del lavoro pubblico e di efficientare i servizi delle pubbliche Amministrazioni, a decorrere dal 1 ° luglio 2010 l'organizzazione di convegni, di giornate e feste celebrative, nonché di cerimonie di inaugurazione e di altri eventi similari, da parte delle Amministrazioni dello Stato e delle Agenzie, nonché da parte degli enti e delle strutture da esse vigilati è subordinata alla preventiva autorizzazione del Ministro competente; l'autorizzazione è rilasciata nei soli casi in cui non sia possibile limitarsi alla pubblicazione, sul sito internet istituzionale, di messaggi e discorsi ovvero non sia possibile l'utilizzo, per le medesime finalità, di video/audio conferenze da remoto, anche attraverso il sito internet istituzionale; in ogni caso gli eventi autorizzati, che non devono comportare aumento delle spese destinate in bilancio alle predette finalità, si devono svolgere al di fuori dall'orario di ufficio. Il personale che vi partecipa non ha diritto a percepire compensi per lavoro straordinario ovvero indennità a qualsiasi titolo. Per le magistrature e le autorità indipendenti, fermo il rispetto dei limiti anzidetti, l'autorizzazione è rilasciata, per le magistrature, dai rispettivi organi di autogoverno e, per le autorità indipendenti, dall'organo di vertice. Le disposizioni del presente comma non si applicano ai convegni organizzati dalle università e dagli enti di ricerca, nonché alle mostre realizzate, nell'ambito dell'attività istituzionale, dagli enti vigilati dal Ministero per i beni e le attività culturali ed agli incontri istituzionali connessi all'attività di organismi internazionali o comunitari, alle feste nazionali previste da disposizioni di legge e a quelle istituzionali delle Forze armate e delle Forze di polizia.I Soprintendenti ed i Funzionari stanno cominciando a porre in atto proteste che spero continueranno. A tal proposito pubblico l'articolo dell'Unità dove viene riportata la lettera di alcuni Soprintendenti archeologi. Ma il problema non è solo dei siti archeologici, ma riguarda il controllo dei movimenti e degli interventi sui beni storici artistici, sugli edifici storicci e sul paesaggio. Di ieri una circolare che invitava i funzionari della Soprintendenza di Salerno a recarsi ad Atrani per prendere visione dei danni arrecati dal devastante evento che ha interessato il piccolo gioiello della costiera. In essa però neanche si derogava per l'uso della macchina......come dire arrangiati. Tutti devono sapere dunque quello che veramente sta accadendo e la deriva che ci attende qualora si continuasse nell'irresponsabile piano di annientamento di un potere di controllo contro l'imperante mancanza di legalità. ECCO L'ARTICOLO da L'UNITA' Lo Stato uccide l'archeologia La protesta di 21 soprintendentiArcheologi a piedi, la tutela va a farsi benedire. I dipendenti del ministero dei beni culturali non possono nemmeno più usare la propria auto e chiedere il rimborso spese per andare in missione negli scavi né dove c'è bisogno del loro intervento. Lo stabilisce una norma della finanziaria. Così la Uil Beni – culturali, con il segretario Cerasoli, convoca una manifeazione nazionale per il 22 settembre a Roma e diffonde una lettera di protesta di ben 21 soprintendenti archeologi che avvertono il ministro Bondi: così non possiamo più garantire la tutela delle opere d'arte. E se dei cantieri incontrano reperti archeologici, si bloccheranno. Ad esempio i lavori dell'Acea per l'adduttrice Torrenova-Eur, all'Appia antica, in Sardegna, Toscana e Calabria, in Abruzzo.Di seguito, ecco buona parte della lettera dei soprintendenti al ministro Bondi con i loro nomi. Il lavoro delle soprintendenze per i beni archeologici consiste (sembra quasi superfluo doverlo riaffermare) non solo nella gestione dei musei e delle aree archeologiche, nei lavori di scavo e restauro, ma in primis nell’esercizio della tutela, praticata tramite il controllo degli scavi svolti da terzi, in concessione, ma soprattutto in occasione della realizzazione di opere diverse (edili, infrastrutturali, di cava ecc...), che rischiano di interferire con contesti archeologici da salvaguardare. In altre parole, all'attività di tutela ordinaria, che comunque comporta di doversi muovere su tutto il territorio, anche in zone disagiate e non servite da mezzi pubblici, si accompagna una attività straordinaria, di archeologia preventiva, per la quale si pone un problema anche di tempestività ed efficienza. Tali attività costituiscono in molte regioni la grande maggioranza degli interventi delle Soprintendenze per i Beni Archeologici. Le recenti disposizioni che escludono l'utilizzo del mezzo proprio causeranno di fatto enormi difficoltà nella tutela del patrimonio archeologico nazionale, fino a renderla di fatto impossibile. E' bene ricordare che: 1) le automobili di servizio sono ormai in numero estremamente ridotto; mai più di una per ogni soprintendenza (talvolta in leasing), spesso nessuna, cui si aggiunge la disponibilità quasi ridicola dei fondi per la benzina. 2) il numero dei funzionari archeologi e dei tecnici in servizio è scarso rispetto ad un organico già inadeguato. 3) fino ad oggi l'attività di tutela è stata garantita dalla disponibilità (davvero esemplare) di molti funzionari ad esporsi, guidando auto di propria proprietà, senza alcun guadagno personale perché l'indennità chilometrica era ridotta al minimo ed anzi usurando il proprio mezzo di trasporto per senso del dovere e per forte e responsabile motivazione del proprio lavoro 4) non è pensabile che si possa garantire interventi ispettivi con sistemi alternativi, mobilitando a tempo pieno le poche auto d'ufficio ancora esistenti o utilizzando escamotages. 5) è assai dubbio che l'abolizione del mezzo proprio rappresenti anche un risparmio di spesa da parte della pubblica amministrazione: i costi dei mezzi pubblici che uno o più dipendenti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali dovrebbe utilizzare per raggiungere le diverse località, più l'aumento di tempi di missione, probabilmente anche con il rimborso dei pasti e dei pernottamenti esterni, probabilmente provocherà anzi un aumento delle spese di missione, i cui fondi sono già oggi spesso insufficienti a coprire le necessità dell'ufficio.6) la maggior parte dei cantieri legati all'archeologia preventiva avviene a spese della committenza esterna; gli archeologi che vi operano sono quindi economicamente dipendenti da coloro che realizzano opere di scavo; la direzione scientifica e il controllo costante dei funzionari del Mibac è l'unica garanzia che questi interventi avvengano secondo correttezza e nel rispetto del patrimonio archeologico. 7) la ridotta possibilità a condurre tempestivi sopralluoghi etc renderà ancora più lunghi i tempi per l’approvazione dei progetti, rilascio nullaosta, partecipazione a conferenze di servizio etc. etc. etc. con dilatazione dei tempi.Per concludere, se questo indi rizzo non verrà corretto, i sottoscritti soprintendenti per i beni archeologici comunicano che non sarà possibile garantire un adeguato livello di tutela del patrimonio archeologico sparso sul territorio e ne declinano la responsabilità Il Soprintendente Archeologo del Piemonte – dott. Egle Micheletto Il Soprintendente Archeologo della Liguria – dott, Filippo Maria Gambari Il Soprintendente Archeologo della Lombardia – dott. Raffaella Poggiani Il Soprintendente Archeologo del Veneto – dott. Vincenzo Tinè Il Soprintendente Archeologo del Friuli Venezia Giulia – dott. Luigi Fozzati Il Soprintendente Archeologo dell’Emilia Romagna – dott. Luigi Malnati Il Soprintendente Archeologo della Toscana – dott. Fulvia Lo Schiavo Il Soprintendente Archeologo delle Marche – dott. Giuliano De Marinis Il Soprintendente Archeologo dell’Etruria Meridionale – dott. Anna Maria Moretti Il Soprintendente Archeologo del Lazio – dott. Marina Sapelli Il Soprintendente Archeologo dell’Abruzzo – dott. Andrea Pessina Il Soprintendente Archeologo del Molise – dott. Alfonsina Russo Il Soprintendente Archeologo della Basilicata – dott. Antonio De Siena Il Soprintendente Archeologo della Puglia – dott. Teresa Cinquantaquattro Il Soprintendente Archeologo della Calabria – dott. Simonetta Bonomi Il Soprintendente Archeologo di Cagliari e Oristano – dott. Marco Minoia Il Soprintendente Archeologo di Sassari e Nuoro – dott. Bruno Massabò Il Soprintendente al Museo nazionale preistorico ed etnografico L.Pigorini – dott.Luigi La Rocca Il Soprintendente al Museo Nazionale d’Arte Orien tale – dott.Maria Rosaria Barbera Il Dirigente Archeologo presso il Segretariato Generale – dott. Elena Calandra Il Dirigente Archeologo presso la Direzione generale alle Antichità – dott.Jeannette Papadopoulos 31 agosto 2010