Sonoviva

VADO VIA. NO RESTO QUI


 
 Oltre dieci milioni di spettatori per Saviano e Fazio non sono un caso: quando la prima puntata registrò un indice di ascolto di circa 7 milioni di spettatori si pensò all'effetto Benigni: Saviano non bucava e forse il suo discorso era stato un po' troppo lungo e male articolato. Ma 7 milioni era un bel numero, un numero tale da far pensare che qualcosa si stesse muovendo. Poi la seconda puntata, preceduta già da critiche e sottili minacce per l'annunciata presenza di Peppino Englaro e di Mina, moglie di Welby. Si sarebbe dunque parlato di eutanasia, e senza contraddittorio, ( il che ormai appare essere il male assoluto ), anche se la testimonianza dei due a me sembra più attinente ad altri temi, come quello dell'accanimento terapeutico e del potere assoluto che hanno i medici, che Dio li abbia in gloria, sui poveri mortali se è vero che spesso è negata loro ( mortali )  anche la libertà di compiere un atto tanto naturale quale il morire, ed il morire in pace, appunto, senza essere devastato all'inverosimile da macchine o da assurdi trattamenti tanto invasivi quanto inutili. La seconda puntata dunque, nonostante le premesse, benché criticata dai bellimbusti che ci governano, il cosiddetto contraddittorio di cui faremmo a meno,  andò in onda mostrando, ancora una volta, non dei conduttori e degli ospiti concentrati in inutili insulti, ma nell'atto di elencare cose semplici ma tanto grandi di cui i politicanti si sono scordati ma che, per fortuna, restano patrimonio di noi mortali. Una sorta di mondo fatto di cose belle e buone, di cose vere, di sofferenza e gioia, di senso critico e di senso comune; un'antologia fatta di valori e di speranza, patrimonio di un' Italia che lotta e vive e costruisce ogni giorno a prescindere e nonostante la ferma volontà distruttiva di chi la governa. E' stata un'escalation di ascolti senza precedenti che ha fatto sì che cose, spesso dette sui libri e confinate quindi nella coscienza di quella esigua parte di italiani che di lettura si nutre, improvvisamente siano divenute patrimonio di molti, di ogni persona che, dopo aver cenato con i suoi cari o in qualsiasi altra situazione si trovasse, abbia voluto con un semplice input del suo telecomando, aprire la sua mente alla conoscenza, lì dalla sua casa, nel suo salotto e da quella scatola perversa da cui ultimamente esce ben altro. Conoscenza di meccanismi perversi che regolano la vita delle regioni del sud; meccanismi perversi che investono le operose realtà del nord, parole ed atteggiamenti speso contigui alla criminalità, modi di fare e di essere: ogni cosa al suo posto, spiegata, descritta, senza bizantinismi e con un linguaggio alla portata di tutti. Con esempi presi dal quotidiano dei più. Resto, vado via, resto, vado via: un alternarsi di sentimenti nei quali si dibatte ogni giorno chi non accetta che le cose continuino così, che sia sempre il peggio a prevalere, che siamo governati da bande, che non esista una seria alternativa e si continui a parlare, tra loro, in un balletto che non diverte, che non appassiona, che non tiene conto di questa Italia che esiste e che è particolarmente viva se ancora spera.E forse l'Italia dei dieci milioni di ascolto resterà qui e tornerà ad appassionarsi se qualcuno mostrerà di parlarle con il linguaggio della quotidianità e dell'intelligenza, che offra consapevolezza e cultura al posto della spazzatura che vomita oggi da ogni bocca parlante. Io resto.