Sonoviva

LA RABBIA DEI GIOVANI E LE COLPE DEGLI ADULTI


 
Alla fine non ce l'hanno fatta più e la loro rabbia è esplosa: sincera, animata da giuste rivendicazioni, fantasiosa, è partita così e subito è divenuta inarrestabile. Era da tanto, troppo tempo che i giovani tenevano dentro di sé questo immane senso di smarrimento che ne pervadeva gli animi: un senso di smarrimento di cui  la nostra generazione ha in gran parte creato le premesse. Una generazione, la nostra, che ha avuto e continua avere un potere assoluto sul passato, sul presente ed anche sul futuro. E a mano a mano che il futuro diventava presente e passato, eravamo sempe noi i protagonisti; se i giovani occupavano a scuola stavamo lì a raccontargli come avevamo fatto noi; se poi non andavano all'assemblea sempre noi eravamo lì a colpevolizzarli. Poi, quando ci è stato chiesto di rinunciare a qualche privilegio in nome del loro futuro, abbiamo serrato le fila e difeso ad oltranza il nostro essere esseri speciali. Siamo andati alle manifestazioni ed abbiamo organizzato girotondi; abbiamo deciso ogni cosa in nome e per loro conto e spesso abbiamo anche lasciato che fossero loro ad assumersi dei compiti educativi verso di noi: non pochi figli hanno dovuto sopportare e supportare genitori ex tossici o eterni bambini, sempre pronti a sfuggire dalle proprie responsabilità. Conosco questo tipo di genitori che magari oggi, davanti ad un tentennamento universitario dei figli, si lasciano andare a tirate sulla poca responsabilità e coerenza di quei figli la cui crescita è avvenuta nella totale confusione di ruoli.Oggi scoppiano e molti adulti se ne rallegrano. Io no: ho troppa paura che dopo aver pagato con la cancellazione dalla carta dei diritti costituzionali di almeno tre generazioni ( quelli del 70-75 ; gli altri dell'80-85 d ora anche quelli degli anni novanta) si ritrovino in qualche situazione che sfugga dal loro controllo, ho paura di una società dove alcuni, anche al Governo o tra i servizi di sicurezza, potrebbero avere un interesse reale a far sì che si invochi l'ordine. Una ripresa della strategia della tensione è sempre possibile e l'unione, avvenuta in questi giorni, tra studenti ed operai, mi ricorda tanto quella che pose le premesse della lotta armata. Anche lì non c'erano a sinistra forze che potessero, o meglio che volessero, prendersi carico del malessere giovanile. C'erano molti che facevano il tifo ed inneggiavano alle Brigate rosse anche in sedi pubbliche come l'Università. Allora, ed era il '77, c'era D'Alema; oggi c'è ancora lui e l'atteggiamento della sinistra non è cambiato, anche se poi si sale su qualche torre a far finta di appoggiare la rivolta, soffiando sul fuoco per tutt'altro scopo.Loro protestano ma l'Italia va da un'altra parte, almeno quella che si pone come classe politica, se politica ancora esiste in questa nazione. Dio fa che questa povera generazione non debba mai provare il dolore che provammo noi battuti ed uccisi dallo Stato e dai suoi servizi; dalla droga buttata sul mercato a tonnellate per distruggere il futuro. Riusciremo mai a fare un passo indietro ed un atto di generosità.Chiedetecelo, pretendetelo e sputateci in faccia se necessario. Diteci cosa possiamo fare per ridarvi almeno un poco del presente e del futuro che vi abbiamo rubato e che continuiamo a rubarvi senza pudore.