Sonoviva

UNA FAVOLA DI NATALE


 Lui si chiama Roberto ed ha 27 anni, anno più anno meno. Durante la Messa di Natale l'ho visto cantare insieme agli altri giovani, nel coro ed intonare col giusto timbro e la giusta altezza della voce, ogni canto di preghiera. 'Tu sceeendi daaalle stelle.........per tutta la messa non ho potuto fare a meno di guardarlo: un ragazzo ormai uomo, con i capelli brizzolati, pienamente partecipe ed autonomo nel suo vivere quotidiano; un uomo che loda Dio per quello che gli ha dato e per quello che gli ha tolto; e guardandolo la sua storia mi è tornata alla mente tutta intera.Era un giorno d'estate ed Antonia era appena uscita dall'Ospedale dove aveva dato alla luce un bambino; quel piccolo, che stringeva tra le braccia e che sembrava già guardarla e chiederle cose che lei sapeva di non potergli dare, era il frutto di qualcosa tanto diverso dall'amore, di una storia torbida di abusi della quale avrebbe voluto perdere memoria. Era il figlio di un casuale rapporto subito o voluto: non lo sapeva perché quando la sua mente veniva colta da quei raptus, ella perdeva ogni freno inibitorio ed allora era facile che qualcuno trovasse il modo di consolarla per poi abusarne. Ciò nonostante aveva lasciato che il bambino crescesse in lei e che prendesse vita, ed in ciò l'avevano aiutata le sue sorelle, Maria e Giovanna, una infermiera e l'altra artista senza meta né futuro. Con quel bambino in braccio si sentiva sporca, tanto sporca; ed allora bisognava lavarsi, nettarsi da quella sporcizia che la rendeva così inadeguata. Antonia perciò era andata sul molo e, prima ancora che qualcuno potesse accorgersi di nulla, si era gettata con il bimbo giù, nell'acqua.  Un vigile del fuoco, che si trovava lì per caso, si era subito tuffato riuscendo a recuperare entrambi. Ma il piccolo aveva sbattuto la testina e chissà se ce l'avrebbe fatta. Antonia era stata arrestata subito dopo ed il bambino portato in un istituto per bimbi abbandonati. Subito era cominciata una querelle tra la struttura e le zie per l'affido di Roberto che i parenti volevano per sé e l'Istituto altrettanto. Antonia dopo l'arresto era stata tenuta ai domiciliari, a causa dei suoi disturbi psichici  peggiorati dopo il tristissimo evento. Poi un giorno era uscita ed era salita su un ponte in alto, molto in alto, sopra il mare. E da lì il suo volo nessuno aveva potuto interromperlo. Se n'era andata una mattina come le altre, lasciando qui il suo bagaglio di dolore ed il suo piccolo bimbo al quale non aveva saputo neanche assicurare la sopravvivenza.Intanto Roberto cresceva ma solo in età: a tre anni non si reggeva in piedi e non camminava; non pronunciava nessuna parole. L'Istituto, ormai raggiunta la certezza che nessuno lo avrebbe adottato, cominciava a cedere alle richieste pressanti delle zie di prendersi cura di lui.Quindi il suo ritorno a casa, l'amore e le cure fisioterapiche, tutto ciò faceva il miracolo; i progressi erano continui e costanti e da quando nella vita di Roberto era entrato l'amore, tutto era cambiato per lui. Dopo i primi passi le prime parole e poi sempre di più, fino ad arrivare all'età scolare. L'ho guardato durante il ciclo scolastico andare dignitosamente avanti, seppure con le grandi difficoltà che la sua situazione gli imponeva, come un ritardo dovuto al tempo perso durante i primi tre anni, ed una paresi parziale agli arti conseguenza dell'urto. Poi le scuole medie ed anche le superiori senza mai perdere un anno ed il suo divenire prima grande e poi adulto. Per questo quando l'ho visto cantare, con il suo timbro da baritono, nel coro della chiesa, gli occhi mi si sono riempiti di lacrime e non ho potuto fare a meno di abbracciarlo e di fare una considerazione: che è sempre e solo l'amore il punto di partenza e di arrivo, il perno che fa girare la vita e che può restituire la speranza ed il futuro a chi psreva esserne stato escluso.