Sonoviva

ITALIA: STORIA DI UN REGIME


       
  Dopo i blocchi alle libere manifestazioni degli studenti  in nome della difesa delle Istituzioni e dopo l'occupazione di tutte le reti mediatiche pubbliche e private, dopo che per far sentire la propria voce extracomunitari truffati dallo Stato erano stati costretti ad azioni estreme; dopo aver accettato senza colpo ferire la cacciata dei diritti dalle imprese di Marchionne costringendo i lavoratori ad una duplice umiliazione, quella di dover essere tacciati di nullafacenza e quella di dover accettare turnazioni dai ritmi inumani per una catena di montaggio; dopo tutto ciò e molto molto altro, ieri si è svolto, a mio parere, il più grave di tutti gli atti fino ad oggi avvenuti: ai pastori sardi è stato vietato preventivamente di far ascoltare la propria voce, la voce di chi l'Italia l'ha sempre tirata su con il proprio lavoro, la voce di chi oggi, con i miseri 60 centesimi al litro pagati per il latte, non è in grado di vivere e di pagare le spese derivanti dal tenere in vita ed in buona salute una grande quantità di capi di bestiame, mungerli, curarli ed affrontare anche epidemie e morti accidentali.Eppure il pecorino romano, che romano non è che solo di nome, costituisce uno dei punti di orgoglio della nostra produzione DOP, giusto per citarne uno, e di certo la voce dei pastori avrebbe dovuto essere ascoltata in quanto voce di una delle categorie maggiormente produttive di questo povero Paese. Invece costoro sono stati accolti come delinquenti e chiusi in una sorta di gabbia dove sono stati anche oggetto di percosse. Forse il Regime li teme perché la loro voce si è aggiunta a quella degli operai sardi che hanno visto chiudere gli stabilimenti. Li abbiamo visti quegli operai, arrabbiati e stanchi, minacciare finanche l'uso delle armi e, si sa, il popolo sardo è un popolo fiero e risoluto che non fa sconti a nessuno. Pastori ed operai uniti nella lotta da una parte della barricata, mentre dall'altra il Regime trema e la para lo porta a porre in atto le peggiori soluzioni possibili, quelle che da sempre hanno prodotto reazioni ingovernabili: quello della violenza e dell'imposizione del silenzio. Di fronte ad un fatto così grave come l'abrogazione del diritto di sciopero e di manifestazione, non ho sentito elevarsi voci di dissenso se non moderate, flebili ed inadeguate. Il dovere di una seria opposizione sarebbe quantomeno appellarsi alla giustizia europea per costringere l'Italia a rientrare nella legalità, ma una opposizione in Italia non c'è ed anche se ci fosse, la stampa ed i media, prezzolati dal potere, non avrebbero nessuna spinta a diffonderne i contenuti. E mentre la sinistra si frantuma l'anima e le palle in un eterno soliloquio autoreferenziale e la destra attua il governo della P2 masturbandosi in elogi al capo negli ormai inascoltabili talk show, nel Paese Italia si prepara una miscela esplosiva che esploderà nel peggiore dei modi gettandolo in quella che si profila una guerra civile e forse solo allora, come diceva Mario Monicelli durante la lunga notte della Rai, con il sangue versato in una rivoluzione, potrà nascere in Italia una Repubblica democratica ancora mai nata.  Per altre notizie sulla vertenza dei pastori e sulle motivazioni, del tutto sconosciute, come l'importazione clandestina di bestie già macellate e fatte passare come sarde, ed altre precedenti manifestazioni inascoltate e non fatte conoscere al pubblico da parte della P3 che ci governa, potete cliccare qui