Creato da Superfragilistic il 30/07/2008

Sonoviva

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BENVENUTI AL SUD

spiaggia della Torretta a Cetara

La geografia, quella argomento di anni di scuola, non è mai stata materia in cui mi sia distinta: avevo difficoltà a lavorare di fantasia ricordando confini mai oltrepassati o neanche sfiorati. In linea generale ne conoscevo la collocazione ma ho sempre invidiato chi, al solo nome di uno Statarello, iniziava a proclamarne fiumi e laghi manco se ci avesse vissuto da sempre, forte invece solo della sua formidabile memoria visiva che gli aveva consentito di viaggiare chissà quante volte con la fantasia giù e su dall'equatore. Ma la geografia non è fatta solo di nomi ma di luci ed ombre, di tinte forti o tenui, di  'usi e costumi', tradizioni e via così. Sarà per questo che  non mi riesce, vivendo al sud, di avere visioni di personaggi immaginari che popolino il mio quotidiano , con cui parlare o discorrere o discettare alla ricerca continua di qualcosa nell' intimo. Sono certo le situazioni paesaggistiche e logistiche più statiche a dare modo di fermarsi a riflettere sul proprio io, sul proprio super-io, sul senso dello scorrere del tempo, sul senso di quanto ci accade ed il silenzio di una campagna, di un luogo montano o di una spiaggia, accompagnato dallo sciacquio o dall'impeto delle onde favoriscono il silenzio interiore così necessario oggi e così poco usuale. 

A tutto ciò pensavo questa mattina dopo aver letto l'ultimo degli ottimi racconti del mio amico Franz, la cui saggezza lo ha portato a mutare i toni del suo blog prediligendo storie da lui pensate e scritte sempre con ottimo stile e ricchi riferimenti culturali, ambedue valori oggi estremamente rari. Storie che attraversano la sua stessa esistenza e che hanno come sfondo luoghi campestri o montani, dove magiche figure spuntano dal nulla e nel nulla scompaiono salvo ricomparire quando meno ci se lo si aspetta. 

Ma che c'entra la geografia? provo a dare un'idea: sud, sabato mattina di una giornata di fine luglio, voglia di non trascorrere un altro inutile giorno a casa, la decisione: raggiungere la costiera amalfitana per fare un ottimo bagno a Cetara, nonostante sia sabato, nosnostaante sia la fine del mese di luglio. 

Ilpulmann passa puntuale ed anche abbastanza vuoto e così, dopo aver obliterato, mi siedo tranquilla posando persino la borsa sul sedile a fianco, incredibilmente vuoto. Una signora formosa e belloccia, già incontrata altre volte e con la quale ho condiviso già un viaggio, sale ed inizia a parlare a voce molto alta con un'altra signora il cui tono è di qualche decibel superiore. Parlando parlando passano quei 5 minuti durante i quali la 'formosa' comincia a narrare la sua storia raccontata anche a me qualche giorno prima. E qui ci sarebbe voluto un registratore perché la fantasia non può gareggiare con la realtà: avete presente la Valeria Marini dell Guzzanti? ecco uguale solo che vera, strafalcioni compresi. Racconta di essere di Salerno e che 'a Salerno vivevo nel contominio invece a Como, anzi a Bellaccio, abito in una villa e ho il ciardino con pure gli animali e la mia tribù di conigli'. Parlando parlando arriva il controllore e si avvicina all'altra che non ha obliterato il biglietto ma continua a dire che si era premunita di comperare anche quello per il ritorno 'figuratevi se volevo viaggiare senza'; ed il provero controllore, davanti a tanta faccia tosta, la grazia della multa ma lei continua per altri 10 minuti buoni a dire all'amica appena conosciuta che figurarsi se voleva viaggiare senza biglietto! Non ce la faccio più ed alla fine mi giro e le dico per favore di farla finita che deve solo ringraziare il controllore. In poco più di quindici minuti siamo alla fermata della Torretta, torre di avvistamento di epoca spagnola, e percorrendo una discesa ed una piccola scalinata arriverò all'agognata spiaggia. Incantevole anche se già piuttosto piena ma non tanto da non trovare il posto per il mio asciugamano. Gli dei ci hanno messo tutto l'impegno quando hanno pensato a questa costa magica che non credo abbia pari ma, si sa, la geografia non è il mio forte. Certo è che quando sei lì e ti fermi a guardarne ogni angolo, non puoi che ringraziare Dio per tanta bellezza; questo pensavo e che fosse valsa la pena di affronare l'icognita sabato pur di buttarsi in quelle acque scintillanti. E lo faccio con soddisfazione perché il mare è cristallino e fresco e favorisce il rilassarsi delle membra e della schiena non più soggetta al peso del corpo. Mi stendo e mi rialzo ogni volta che ho voglia di bagnarmi ed intanto intorno a me gli spazi si chiudono e si aprono e gente va, ma poca, mentre altra arriva, e tanta. Ma sembra esserci posto per tutti e mai ho l'idea di quelle spiaggie di Ostia dove ti toccava l'ultima fila se arrivavi tardi; la spiaggia è stretta, una piccola baia, ed i posti liberi sono soprattutto sulla riva, a metà nell'acqua. Mi fermo a sentire discorsi che giungono tra il rumore del mare  e che sono diversi come diversa è l'estrazione sociale di coloro che frequentano il posto e che sono in parte turisti, in parte salernitani della Salerno bene, in parte dell'area circostante; mi piace guardarne i comportamenti.  Alle 12 e mezza circa decido che è ora di lasciare ad altri il mio spazio e così appena sento un ragazzo che dice al suo amico di guardare se qualcuno va via, lo chiamo e dico che io lascerò il posto e che loro potranno occuparlo. Così mi avvio verso la risalita, meno gradita della discesa, ma impareggiabile per il panorama che si apre su una costa che ad ogni gradino si fa più vasta. Vedo decine e decine di motoscafi che sfrecciano al largo, un panfilo fermo appena fuori la baia, e mi accorgo che non  c'è il grosso veliero che mi è capitato di vedere invece nei giorni feriali. Mi avvio verso la piazzetta per aspettare il pulmann e siamo solo in 2: 'che bello' mi dico. Ma presto vengo smentita: una signora parcheggia impunemente nello spazio dove il pulmann si dovrà fermare, e noncurante se ne va. Poi comincia una  processione di gente che alla fine raggiunge il numero di almeno trenta. L'auto arriverà da Amalfi e quindi, presumibilmente, già pieno; infatti così è ed in più chi vorrebbe usufruire del bagagliaio per la sua valigia non può aprirlo a causa della macchina della signora di cui sopra. Mi posiziono per entrare dalla porta di dietro ma l'handicap dell'educazione non mi consente di fare lo spingi spingi alla conquista del posto e così resto nel numero di quelli in piedi; inutile dire che tra quelli seduti ci sono ragazzini ed adolescenti: io comunque sto lì, a sorreggermi alla maniglia ed a chiedere alla fila che staziona come me nel corridoio, la cortesia di oblierare in una sorta di catena umana. Funziona e non sono la sola. Chi grida, chi parla ad alta voce, chi ride e chi allucca. Come Dio vuole arriviamo a Vietri dove scende un po' di gente liberando posti a sedere e così, grazie ad una giovane stranamente educata, mi siedo. Penso di nuovo a Franz ed alla sua campagna o ai campi di grano dorato che ora sono divenuti chicchi e farina e la cui bionda consistenza rallegrerà di pasta e pane le mense di tutti. Penso che ne è valsa la pena e ad una ragazza che, a fianco a me, mi guarda chiedendo perplessa per tutto quel caos ' ma che è'? rispondo 'Benvenuta al sud' 

 
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