Renato Zero

Zero, "Canto Roma e Trovajoli, lontano dallo snobismo" da La repubblica


di LUIGI BOLOGNINIPubblicato il 27 ottobre 2013Aggiornato il 27 ottobre 2013Il cantante pubblica "Amo-Capitolo II". Dedica per la prima volta una canzone alla sua città, "AmoR", mentre in chiusura c'è un brano la cui musica fu scritta da Trovajoli. "In questi due dischi sono più profondo e diretto. E parlo ai ragazzi con più coraggio, senza retorica né compiacimenti. I nuovi cantanti in particolare avrebbero bisogno di occasioni vere per crescere e diventar se stessi, non di talent show"MILANO - Il ferro si batte finché è caldo. E il ferro di Renato Zero è caldissimo, battuto com'è con passione e irruenza. Perciò sette mesi dopo Amo - Capitolo I, finito in cima alle classifiche, e un tour di date a raffica (15 a Roma, 6 a Milano) col tutto esaurito fisso, ecco Amo - Capitolo II. Le 14 canzoni sono state scritte assieme alle 14 del primo episodio, "abbiamo steso tutte le ritmiche insieme, perché fossero omogenee e coerenti. E il giorno dopo l'uscita del primo siamo partiti col secondo. Sempre con tre grandi produttori, Trevor Horn, Danilo Madonia e Celso Valli. Lavoro infinito, tra spostamenti e prove, ma appagante. E abbiamo anche risparmiato qualche soldo".
Ora si riparte con i concerti. Si comincia il 28 a Torino, per chiudere con cinque date (16, 18, 19, 21 e 22 dicembre) al Palalottomatica di Roma, la sua città, cui per la prima volta dedica una canzone, AmoR. "Era ora: mi ha fatto sospirare, commuovere, mi ha aperto le sue strade quando sui palchi ancora non ci salivo". A proposito di palchi, salirci così tanto (e così a lungo: ogni data del tour dura oltre tre ore) è anche una terapia: "Ho guadagnato autonomia, resistenza, lucidità, anche come capocomico dei miei musicisti. E il pubblico è stato ostinatamente presente, il botteghino è stato una verifica rispetto allo snobismo dei mass media che non sottolineano i miei risultati a 63 anni". La mania di essere denigrato non è una novità: Renato Fiacchini si scelse Zero come cognome d'arte in reazione alle feroci critiche degli esordi. Ma ora non ha gran senso, essendo diventato uno dei musicisti italiani di maggior successo. Anche all'estero, dove tornerà in tour nel 2014: "Ero in piazza San Pietro, si sono fermati tre pullman, la gente è scesa a festeggiarmi. Erano turchi".Anche per questo ruolo di venerato maestro, Renato in Amo - Capitolo II parla di tutto. L'Italia che resta comunque bella in Nuovamente, i rapporti di coppia che degenerano in violenza in Nessuno tocchi l'amore, e soprattutto i giovani e il mondo dello spettacolo, in La fabbrica dei sogni ed Eterno ultimo. "Questi due dischi sono una svolta anche nella scrittura, sono più profondo e diretto. E parlo ai ragazzi con più coraggio, senza retorica né compiacimenti. I nuovi cantanti in particolare avrebbero bisogno di occasioni vere per crescere e diventar se stessi, non di talent show. E dovrebbero mettersi in proprio, indipendentemente dai risultati, come me. Le major ormai prendono artisti solo per fargli adottare il look e la produzione che vogliono loro: o hanno successo subito o li abbandonano. Ma così quando mai riavremo un De Andrè o un Dalla? A noi davano più di un'occasione".
Non manca una punzecchiatura alla televisione, in Titoli di coda: "I veri talenti hanno scadenze urgenti e non li vedi in tv. Soffrire in scena è più facile. Più piangi e più applausi avrai". D'altronde l'ama poco da sempre: "Non le devo quasi nulla". Quasi: le polemiche per le sue apparizioni in piume e paillettes una trentina d'anni fa lo lanciarono eccome. Ma anche adesso che il look è total black, lui resta come dice la canzone che chiude il disco, Il principe dell'eccentricità. Il brano, a chiusura del disco, è un regalo di Armando Trovajoli, che ha scritto la musica di questo brano e che Zero arricchisce con questo testo: "Ho desiderato spesso, di sedermi accanto a te, alla fine di un concerto, senza luci su di me. Per capire cosa senti. Smarrimenti se ne hai. Del futuro cosa pensi. E chi vorresti essere mai: più anima? Più muscoli? Saggezza oppure numeri... Negli occhi tuoi rivedo i miei trascorsi. I sogni opachi di periferia. Ragazzi arresi mai compresi: c'ero anch'io! Inutili i miei dialoghi con Dio. Lui adesso è qui. Mi chiede un bis... gli dico sì!".