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frammenti di kaos

Creato da piccolabarret il 06/06/2007

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_il prisma oscuro

Post n°460 pubblicato il 02 Dicembre 2010 da piccolabarret

Il tempo passa. E’ carico di petali strappati da fiori e di un lento rintocco di campane. E tu, come un lampo, attraversi la mia incoscienza.
Leggi ad alta voce per me come i colori nascano solo sul chiaroscuro dei confini e mi ripeti quello che la musica mi ha insegnato fin da piccola... che non sono i singoli suoni di un accordo che contano, ma gli armonici che l’orecchio umano non può percepire. Il tuo sorriso è così autentico che ti abbraccio e ti chiedo di sorridere un’altra volta. I tuoi occhi disegnano, linea per linea, colore per colore, uno dei più bei paesaggi concepibili con l’immaginazione.
Hai una maniera strana di guardare in lontananza, anche se quel lontano è solo la parete che hai davanti. Mi fa impazzire.

 
 
 

diversa(mente)

Post n°459 pubblicato il 30 Settembre 2010 da piccolabarret

La madre parla. Lei non l'ascolta. La sua voce rimane in sottofondo come una radio accesa. Quando non ha voglia di parlare anche la voce della madre la infastidisce.
Vorrebbe essere piu espansiva, avere delle cose da dire, provare interesse. Invece no. rimane muta. Risponde alle domande della madre con fatica, a monosillabi.
Rimane in bilico tra questi due desideri, tra questa voglia di parlare e questo bisogno di silenzio. In bilico, sempre. Una tensione cattiva e soffocante.

La madre lo sa di questo carattere introverso, tortuoso. Di questa figlia infelice che passa le giornate muta. lo sa e ne soffre. Soffrirà sempre per questi silenzi improvvisi. Vorrebbe una figlia diversa, certe volte. La bambina piccola che nelle foto sorrideva sempre. Glielo dice. Dice: da piccola eri sempre allegra. Ridevi per un nonnulla. Poi hai smesso. Hai smesso da un giorno all'altro quasi.

 
 
 

scarpe grigie di cemento.

Post n°458 pubblicato il 26 Settembre 2010 da piccolabarret

Che proteggermi da te era l'ultima cosa che avrei voluto. Che sarei dovuta essere su un prato a prendermi tutto questo sole che si vede in streaming... e ad ascoltare alcune canzoni [che vi contendete].

Mi hai chiamata per dirmi cosa stavi mettendo in valigia. E che no,non avevi dormito e ti sentivi lo stesso carico e che in macchina ti saresti portato tanta di quella musica da sopravvivere comunque. E ti ho lasciato andare. E già non so più perchè.

Nemmeno ce l'ho più il sacco a pelo.
Mi hai detto Vorrei dirti che ti serve solo una coperta...notte piccola.

Mi hai chiamata piccola e mi si è fermato il cuore. forse ti ho odiato.

Mi sarei dovuta godere la parte di te che sta bene aspettando di curare le ferite a quella che starà male di qui a poco. Non so se sono pronta a farlo. Mi proteggo dagli spifferi perchè mi trascineresti con te. Come un ex tossico davanti a una dose. E forse è quello che vorrei e che mi spaventa.

Forse non è cambiato niente in me, se non che ho i colori aggrediti dalla candeggina.

E mi sento nervosa e parecchio stupida e questo sorriso ebete che lo specchio mi rimanda mi pare proprio una presa per il culo. Allora lo guardo e aspetto senza fretta il balenio di quel guizzo bastardo e maligno che improvviso e sornione, prima o poi, ne sono certa, tornerà a fare capolino. Forse lo voglio aspettare. E vorrei non aver mai dovuto imparare nessuna strategia per combatterlo.

Prima di andare hai aggiunto bisogna aprire la scatola. se non apri la scatola non saprai mai se il gatto è vivo o morto.

 
 
 

perversa rotazione onnipotente

Post n°457 pubblicato il 20 Settembre 2010 da piccolabarret

questa storia inizia con dei vuoti di significato. sogni tremendi. o peggio ancora assenza di sogni, ecco. questa storia inizia con l'assenza..l'opprisente sentimento dell'assenza di qualcosa...di essenziale, giustificante. con la paurosa sensazione di abitare il nulla o di muovere da lì...

Non riesco più a riempire con pezzetti di cielo sporcato da nuvole grigiastre questo vuoto di strada polverosa. La terra sollevata dalla macchina tirata al massimo mi sporca i capelli e mi fa bruciare gli occhi. Il paesaggio cambia e il grano e i papaveri vengono sostituiti da mucchietti di pietre ordinate da una natura giovane e annoiata.
Tengo duro perchè ho imparato a mordere. ma non basta a cullare i pensieri.
Hai detto che mi sta tornando il solco e che si vede anche senza la luce del sole. Te ne accorgi come solo lei sapeva fare. Ti ho detto di no e mi sono voltata perchè mi illudo che se non mi guardi in viso mi crederai, ma so che mi tieni d'occhio.
Il paesaggio cambia ancora. Non sembra nemmeno questa città. Ci fermiamo a fumare una sigaretta per rimetterci in viaggio subito dopo. Vestiti a festa, provo a sorridere. Mi tieni d'occhio. Non dormo da troppi giorni ormai. C'è un ponte carino, mi volto a guardare. Oscillo in bilico per non finire giù. L'onnipresente sentimento di vertigine e di assenza. In questi campi di grano con il vestito della festa.

I'm so tired of being here


 
 
 

vuoto bianco

Post n°456 pubblicato il 20 Settembre 2010 da piccolabarret

Scrivere è solo una bugia che abbellisce la realtà. Una cosa da adulti.

 
 
 

_

Post n°455 pubblicato il 16 Settembre 2010 da piccolabarret

I fogli bianchi sono la dismisura dell’anima
e io su questo sapore agrodolce
vorrò un giorno morire,
perché il foglio bianco è violento.
Violento come una bandiera,
una voragine di fuoco,
e così io mi compongo
lettera su lettera all’infinito
affinché uno mi legga
ma nessuno impari nulla
perché la vita è sorso, e sorso
di vita i fogli bianchi
dismisura dell’anima.

Alda Merini

 
 
 

_

Post n°454 pubblicato il 15 Settembre 2010 da piccolabarret

 
 
 

_

Post n°453 pubblicato il 13 Settembre 2010 da piccolabarret

Uscendo per strada, con movimento studiato, mi tirai su il bavero dell'impermeabile, anche se non ce n'era nessun bisogno.
Chi legge troppi libri spesso fa cose di cui non c'è nessun bisogno.

 
 
 

di svariati rifrangenti pezzi sparsi

Post n°452 pubblicato il 13 Settembre 2010 da piccolabarret

Chi prenderà le mani di un destino abbandonato
Arriverà domani a consolarmi del passato
Carezzerà i miei occhi e mi dirà riposa ora
Chi mi dirà ora dormi che domani ti amo ancora

Io che non dormo più io che negli occhi c'ho la sabbia
Io che le mie lenzuola col dolore ho ricamato
Io che il mio letto è un nido di ricordo imbalsamato
Io che ho rimpianto tutto e vivo solo nella rabbia

Chi troverà il mio cuore che chissà dov'è sepolto
Chi mi risponderà che questo niente è ancora molto
Già molto essere qui, essere vivi, esserci ora
Chi mi dirà ora dormi che domani ti amo ancora

Io che sto sempre attento a sanguinare a ogni occasione
Io che son lento come la lancetta delle ore
Che sembra sempre ferma e a poco a poco se ne muore
Dotato e fantasioso per la propria distruzione

Chi scoverà il mio tempo ai piedi dell'arcobaleno
E mi dirà riprendi il tuo sorriso più sereno
E mi dirà sta sveglio non dormire che ti chiamo

E mi dirà sorridi, tu sorridi che oggi t'amo

Alessio Lega - Chi?

 
 
 

_definire definito definitivamente_

Post n°450 pubblicato il 12 Settembre 2010 da piccolabarret

determinato, preciso, chiaro, stabilito, certo, specificato, fissato, limitato, circoscritto, delineato; risolto, concluso, deciso...

E' che per un animo in eterno vagabondaggio come il mio, non c’è nulla di più devastante di un futuro certo. E soprattutto non ho il nome giusto per nessuno dei miei passati e tanto meno per alcun tipo di futuro.
Con imprecise ma costanti pennellate, porto a termine il ritratto della mia sostanza: l’indefinibile imprudenza senza contorni.
La notte ti ascolto in risonanza e non mi dispiaci affatto. Alla fine non ti conosco ma mi fai stare bene. E ti guardo tagliare l’aria con mani che enfatizzano le parole.
Il nostro universo è una costruzione che, forse, non sopporterà soluzioni di continuità, ma viviamo in una reciproca rara libertà. Tu cerchi di ricordarmi come si scova il bene nelle cose quotidiane. Io mi accorgo che combatti a modo tuo per una gioia ben nascosta da qualche parte.
Intanto le storie si mescolano in modo curioso nel sonno e il desiderio è difficile da definire perché non ha un linguaggio. Mi ostino a credere che una nuova promessa non possa essere la risposta/soluzione ad una vecchia promessa infranta. Non resta che aprire le braccia e raccogliere il vento.

il vento, per sua natura indefinito, indeterminato, impreciso, sfumato, incerto, irrisolto, oscuro...

 
 
 
 
 

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