Silena DalFinestrino
visioni e immagini del mondo.. Quasi sempre la fotografia parla più delle parole.Un buon viaggiatore è colui che non sa dove sta andando. Lin Yu-t'ang
Post n°450 pubblicato il 10 Maggio 2016 da DONNADISTRADA
Quando ero piccola vivevo in Sicilia, sullo Stretto e la mia terrazza aveva una immensa vista sul mare e io passavo molto tempo a guardare le navi mercantili e passeggeri che solcavano lo Stretto. Venivano da lontano e amavo immaginare il loro "Altrove". In agosto era per me divertente guardare le auto dei turisti stranieri e degli emigranti che passavano per strada e, sempre affacciata alla mia terrazza, immaginavo i luoghi da dove provenivano. Sono legata ad ogni viaggio fatto e soprattutto nei confronti di tutti quelli fatti da sola, all'avventura e organizzandomi giorno per giorno, secondo lo stato d'animo della mattina. Potrei dire Patagonia o Pantanal o su uno scalcagnato treno dell'India, ma ogni viaggio da sola, anche il più vicino, purchè da sola, è pieno di ricordi che tengo strettistretti al cuore. Da moltissimi anni desideravo lasciare il lavoro e partire per il mondo, senza meta, senza tempo e senza programma. FINALMENTE c'ero riuscita e nel novembre scorso ero partita. Tutto l'inverno nel Grande Nord, in mezzo alla neve immensa che rimpiva le mie giornate e anche i miei piedi camminandoci in mezzo. Ho scoperto che anche i gatti si divertono a giocare in mezzo alla neve. Ecco Polonia, Finmark, Stoccolma, i meno 30° raggiunti a Helsinki e poi Riga, Tallinn, collezionando emozioni giono dopo giorno., insieme alla gioia di riuscire a spendere solo tre euro al giorno per mangiare anche in luoghi carissimi come la Skandinavia, perché per me è gioia camminare, soprattutto a piedi per le strade, senza nessun consumo e senza spreco, https://www.facebook.com/Silena-dal-finestrino-100.../timeline
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Post n°449 pubblicato il 05 Gennaio 2016 da DONNADISTRADA
Silena dal finestrino ha aggiunto 9 nuove foto datate dicembre 2015 all'album: HELSINKI. · Un primo gennaio speciale, senza nessun obbligo di festeggiare. Festeggiare cosa? Forse avrei avuto di che festeggiare: con oggi sono in viaggio da 46 giorni e ho scelto l'inverno del Grande Nord per iniziare. Comunque non ho festeggiato niente, mi piace girare di giorno e fino a che ho forza cammino a piedi. Oggi i meno sette gradi si sentivano sugli occhi e sul corpo, nonostante fossi super coperta con due paia di pantaloni e un coprinuca. Penso che domani metterò tre paia di pantaloni uno sopra l'altro. Quando il freddo diventa insostenibile entro in un negozio, faccio finta di comprare. Non serve niente a chi ha fatto del viaggio e della strada la propria meta. Un panino in un supermercato o un caffè per riposare un po' è tutto quel che ci vuole. Silena dal finestrino ha condiviso il tuo post. giorni 49 di viaggio da sola, oggi meno 13° a Helsinki e tra poco cambio casa per la seconda settimana qui, un posto più economico Oggi a Helsinki c'erano -18° e nei prossimi giorni si prevede che la temperatura cali ancora parecchio. per chi ha facebook, potete mettere mi piace a questa mia pagina? :
https://www.facebook.com/Silena-dal-finestrino-1002429639819242/ grazie o se volete date solo unìocchiata è la mia avventura e, adesso che il freddo c'è davvero, è avventura sì :)
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19/12/2015 Kirkenes ai confini con la Russia, dopo che la nave ha saltato tutti gli scali a causa della tempesta, finalmente si arriva. Tappa importante nel Mar di Barents., finalmente tranquillo. Il mar glaciale artico non lo è stato molto. Siamo a 5.000 chilometri dall'Italia, zona polare artica
20/12/2015
Hammerfest, la città più a Nord del mondo.
22/12/2015 STOCKOLM Tornare a Stoccolma dopo trent'anni e non riconoscere più nulla. Certo bisognava tornarci. Ricordo che al tempo mi era piaciuta molto. Ricordo una piazza, quella dove c'era il Museo Nazionale in una tiepida giornata di maggio e le ragazze che si toglievano la maglia e rimanevano a petto nudo in mezzo alla città.
23/12/2015
Museo della fotografia a Stoccolma. E la felicità non è data dalle cose che si possono comprare ma dalle strade che posso percorrere a piedi, da quel che i miei occhi mi permettono di guardare e dagli odori di cui le varie strade sanno. Gli sguardi scambiati con i passanti talvolta anche di fretta, mi fanno dormire serena la notte.
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18 novembre Sono arrivata a Varsavia e ho finalmente raggiunto la casa. All'aeroporto tirava un vento fortissimo. Ho preso la navetta e poi il treno per la città. Il vento e la pioggia sono cessati e non fa per niente freddo. Ho preso poi il treo locale ma non ho trovato l'autobus 225. In un panificio ho acquistato una pizzetta e ho tentato di fermare un taxi. Alla stazione centrale mi sono emozionata per essere tornata a Varsavia dopo tantissimi anni. Nella casa c'è un altro ospite italiano. Si è affezionato alla città e adesso è qui da un mese. Mi parlano del freddo gelido soprattutto a gennaio e febbraio. Sopravvivrò ?
Oggi a Varsavia ho preso l'autobus per andare all'ambasciata russa. Non è l'ambasciata ma il consolato. Al consolato, chiuso, dal citofono mi dicono che avrei dovuto chiederlo al mio paese per via elettronica e alla mia risposta che avevo nel mio paese chiesto e per via elettronica di fare il visto a Varsavia allora mi dice:
COME E' BELLA VARSAVIA E l'avventura o meglio l'odissea per il visto per la Russia è continuata ancora ier.i. Dopo ripetuti andirivieni, ho consegnato la richiesta di visto ma con riserva, la polizza di allianz contiene le spiegazioni sui vari massimali anche in inglese ma il certificato è solo in italiano e non è bastato che abbia fatto notare alla ragazza dello sportello che comunque ogni pagina porta in alto il numero della polizza e a quel numero corrisponde la mia assicurazione con decorrenza e data di nascita, nonché nome e cognome perché dice che l'unica pagina contenente i miei dati è solo in italiano. Avrebbe dovuto essere in inglese o in russo.
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. . Ho abbandonato ormai da giorni la rilettura de "I Malavoglia" e ho iniziato "Robinson Crusoe. Con tutte le critiche che si potrebbero fare, all'epoca, alla mentalità nazionalista anglosassone e alla cultura che nonostante tutto resta comunque religiosa è sempre affascinante. E i pensieri che vanno e vengono impetuosi oppure lenti come lento è il tempo che passo qui, Ormai sono entrata nei quattro mesi di vacanza. Terrò la casa, almeno per adesso. Rimarrà qui insieme ai miei ricordi di bambina e a quelli terribili di ragazzina quando volevo terribilmente andar via per non morire. Poi si vedrà. Intanto forse è il caso, non appena avrò completato tutto quello per cui sono arrivata qui tre mesi fa, di partire per il mondo. Ho fatto pace con la casa ma mi aspetta il mondo che non conosco. Il mondo dell'avventura e del non sapere se troverò la sera un giaciglio per dormirci su o qualcosa da mettere sotto i denti. Verso dove non so e non saprò. Senza carte e senza guide. Affidandomi alle mie gambe e a quell'istinto che solo la strada affina e ama. Oggi il cielo e quasi del tutto coperto e lascia sprazzi di luce sullo Stretto. Una luce color arancio che contrasta con il grigio e dà un fascino ancor più intenso al mare calmo con le sue barchette e le navi che solcano questa striscia di mare tra i più belli che abbia mai visto, seconda soltanto al Canale di Beagle e a nessun altro canale o stretto. |
Post n°445 pubblicato il 13 Settembre 2015 da DONNADISTRADA
Nei prossimi giorni un popolo in fuga si riunirà a Edirne. Vi racconto i miei passaggi a Edirne. La prima volta era il 1985 ed ero di ritorno da un viaggio in autobus e treni fino in Turchia. Edirne è un paese di frontiera. Edirne è un paesone che però ha la più bella moschea ottomana della Turchia e forse del mondo. Di là la Bulgaria che apparteneva ancora al Patto di Varsavia dove le merci non potevano circolare liberamente. Molti slavi si recavano a Istanbul, grande emporio da sempre di merce con i suoi caravanserragli sulla antica via della seta tentando di contrabbandare merci da rivendere nei loro paesi dal commercio serrato. Per andare in Bulgaria in treno bisognava andare alla stazione di frontiera a una decina di chilometri da Edirne e da lì attendere il treno che partiva la sera. Uno al giorno a quel tempo.
Essendo arrivati con largo anticipo abbiamo passato il tempo in una lunga discussione tra disegni e linguaggio universale dei segni con il capostazione di Edirne Il secondo viaggio fu invece con la Lancia Delta con portabagagli occupato dal bombolone di GPL e sul sedile posteriore occupato da quattro zainetti e due bambini. Era il 1999 ed era l'epoca della guerra dei Balcani. Avevamo voluto mostrare ai nostri ragazzi la bellissima moschea dell'architetto SINAN. La Bulgaria con noi dentro ci disinfettò ben bene l'auto, Lungo tutte le strade, processioni di carri armati, camion ONU, delle forze armate europee e camionette militari varie.
dedicato a tutti i viaggiatori e a tutti i migranti e a tutti i fuggitivi del mondo. |
Ho gettato via tutti i vecchi libri di scuola. Ho gettato via tutti i quaderni, c'erano tutti sin da quelli della prima elementare. Ho gettato via tutti i giornali rivoluzionari che leggevo prima di andar via di casa. Ho gettato via le eniclopedie e qualche intrepido e monello che ancora restavano. Questi ultimi li ho riletti prima di gettarli via. Devo ancora gettare le antologie della scuola media e del biennio del liceo. Ne leggo qualche pagina, spezzando ogni tanto l'ozio totale della lunga vacanza.Un breve tratto:Virgilio Trocchi, Soave ricordo della Sicilia. "A mano a mano che scendevo in treno dopo Napoli verso la Calabria, e miravo dal finestrino della mia carrozza di terza classe la terra e il mare, cresceva con l'amore lo stupore; e lo stupore si fece incanto.Lo Stretto di Messina mi splendette con tale fulgore, che non fu tanti anni dopo uguagliato neppure tra Europa e Asia, dal Bosforo né dallo stretto di Gibilterra tra Spagna e Marocco.Neppure la venustà della dell'incantevole Siviglia mi parve uguagliare la gloria fascinatrice di Messina, quale fu prima che terremoto l'annientasse... "E ricordai così tutte le innumerevoli volte che tornavo in treno in Sicilia, e con l'ansia guardavo dal finestrino la Calabria che mi avvicinava alla Sicilia.Poi a Villa San Giovanni scendevo dal treno e prendevo il traghetto a piedi per godere prima possibile la vista dell'altra sponda dello Stretto.Poi tutte le volte che dovevo ripartire su quella nave versavo sempre una lacrima prima di sbarcare a Villa San Giovanni.(eppure ero stata felice di andarmene via) (ma questa è un'altra storia) |
Prima di partire per questa lunghissima vacanza in Sicilia, la mia amica Carla mi ha regalato tre libri. Si tratta di libri sull'avventura, anche lei sapeva che stavo lasciando il lavoro per partire verso non si sa dove. Ho dovuto fare però questa vacanza, perché c'erano alcune formalità che posso sbrigare solo io. Ieri ho letto uno dei libri che mi ha regalato Carla, Alberto Sciampicotti: "La seduzione dell'avventura". Non è un libro che dice verità profonde ma, nonostante questo, mi è piaciuto molto. A volte sentir dire da altri cose che si sono sempre pensate fa star bene e aiuta a non farci sentire in colpa. (la luce) " E' questa la ragione per cui ci sarà sempre chi coscientemente deciderà di lasciare la luce di una fiamma e avventurarsi, privo di ogni conforto, nell'oscurità". ... "Certo non basta avere un progetto, piccolo o grande che sia, per tessere quella trama che porterà al vero incontro con l'incognita, a quell'appuntamento in cui si realizzerà concretamente l'avventura. Occorre possedere una capacità visionaria, uno sguardo differente sulle cose del mondo" |
Quanto tempo! Finalmente ho tutto il tempo e anche di più da sola nella casa davanti al mare. Una giornata intera e anche tutta la notte, a dire il vero, per pensare pensare pensare. Per prendere decisioni? No! Tutte le mie decisioni le ho prese sempre d'istinto, in uno schioccare di dita. Il tempo passa in mezzo ai ricordi, alcuni struggenti, i più sono di dolore altri felici. Tutto le domeniche passate da piccolina insieme a mio padre erano fantastiche. Le ricordo come fosse ieri nonostante siano ormai trascorsi tanti decenni. Non ho mai conosciuto nessun altro che possedesse il dono della narrazione, "U cuntu", come lui. Erano racconti di viaggio, di vita e poi fiabe. Davvero una perdita di tutto che se ne sia andato tanto ma tanto presto. E ora? Cosa si fa con questa casa? Avrebbe bisogno di tantissimi lavori di restauro conservativo e io non sono la persona adatta per stare dietro a chi dovrei chiamare per sistemarla. E se anche decidessi di farlo, chi avrebbe voglia di convivere insieme ai calcinacci e alla polvere per mesi e mesi? |
Ecco, intanto ci sono un po' di novità. La prima è che finalmente non vado più a lavoro. Molti mi hanno detto che non dovevo lamentarmi del lavoro, perché non è mai stato faticoso. Ma vuoi mettere non dovermi più alzare presto o essere sempre in orario o Dover fare questo o quello? Gli ultimi giorni di recupero e poi fine. Non tornerò più al museo! La seconda novità è che sto scrivendo da Asunción, in Paraguay. Da una settimana in viaggio e rapidamente sono stata a Iguaçu, lato brasiliano, lato argentino e alla diga di Itaipu. Dire fantastico è dir poco. E' semplicemente emozionante. Le farfalle di mille colori che stanno vicinissime ai visitatori e gli uccelli anch'essi coloratissimi completano il quadro. Dopo partenza in autobus per le missioni che si dividono fra tre paesi: Brasile, Argentina e Paraguay. Sono le missioni costruite dai gesuiti una volta che sono arrivati da queste parti. Con le case dei Guaranì, le scuole, ecc. Oggi lunghissimo trasferimento in autobus da Encarnación ad Asunción. L'autobus che in teoria avrebbe dovuto impiegare cinque ore ce ne ha messe quasi otto. Si fermava in continuazione per far salire e scendere i passeggeri. Si è pure rotto e l'autista è sceso a ripararlo. Breve giro per la città ormai di sera e semplice cena. Domani visita del centro storico della capitale. |
Post n°440 pubblicato il 12 Maggio 2015 da DONNADISTRADA
La prima volta che avevo visto la parola carpooling fu sulle autostrade a otto corsie della California. Le ultime due a sinistra erano riservate a carpooling e auto con quattro persone a bordo. Ritornata in Italia ho cercato se si trovava anche da noi un metodo per dividere le spese di viaggio. Ho trovato un po' di siti che mettono in contatto guidatori e passeggeri e mi sono iscritta a tutti. L'avevo utilizzato una sola volta un anno fa per andare a Milano. Risparmio rispetto al treno regionale veloce: due €, ma intanto era meglio di niente e poi ero curiosa di verificare il servizio. Sicuramente è più veleoce dell'autostop che ero abituata a fare tantissimi anni fa, quando a volte capitava di dover attendere ore sotto il sole o la pioggia prima che un automobilista generoso si fermasse. Adesso si condivide la spesa decisa dal guidatore e se ci si accorda sul percorso, spesa e luogo di carico e scarico passeggero si accetta. Poi le persone che si incontrano sull'auto sono come sempre le più varie. Domenica ho viaggiato da Ferrara a Milano insieme ad altri due ragazzi che dall'Università di Pavia avevano frequentato il salone del restauro a Ferrara. L'autista era originario di Ferrara ma che da anni lavora a Milano come ingegnere delle telecomunicazioni. A parte una parentesi di sei mesi in Australia dove però non aveva lavorato per la sua specilizzazione ma aveva fatto dal cameriere a qualsiasi altro lavoro che gli Australiani non sono disposti a fare. Poi ha girato tutto il paese tra aereo e auto a noleggio e se n'è tornato a Milano. Ho chiesto dell'Australia, io non l'ho mai vista e chissà se mai ci arriverò. Gli spazi infiniti e le distanze interminabili. Gli animali e i paeseggi che ci sono soltanto lì. Tra un po' dice di partire per la Gran Bretagna: dànno più soldi. Stamattina da Milano a Torino, quattro passeggeri a bordo più il guidatore, un esperto di marketing che macina 65000 chilometri all'anno per lavoro e che si tiene compagnia e annulla i costi con 4 passeggeri. Una passeggera che volle sedersi davanti si diverti a raccontare le cose più assurde di questo mondo. Ma io ero indietro e potevo anche non ascoltare. Ma non la ragazza seduta in mezzo. Lei sentiva e ad un certo punto chiede alla signora di cambiare argomento. Evidentemente le faceva male. La signora domanda la ragione. Lei improvvisa di un gap generazionale. Ma gap generazionale un corno. La signora era una stronza che raccontava frottole e basta. Punto. Eccomi a Torino. Mancavo da cinque o sei anni. E' ancora più multietnica. Sembra di essere a Parigi. Ormai tutte le cittù in Italia lo sono e alcune più di altre e Torino lo è ancor più di Milano. Prezzi molto più bassi che altrove. E si va dalle specialità piemontesi a quelle turche e magrebine che convivono pacificamente, una porta dopo l'altra. Con il tram ho passato un enorme mercato a Piazza Castello che penso di non aver mai visto a Torino. E dopo breve riposo vado a vivere la Torino che amo e che da qualche anno mi mancava. |
"E l’amore guardò il tempo e rise,
Si conobbero che avevano entrambi meno di vent'anni e Cloe si innamorò di lui perché a lei piaceva sognare e lui le stava raccontando che voleva costruire una casetta piccola sul monte che stava nel centro dell'isola sperduta nel mare da cui proveniva. Cloe non pensò che si potesse costruire realmente, ma si innamorò del fatto che potessero insieme sognare di costruire qualcosa. Se non una casa ma altro da costruire insieme. Andarono a vivere insieme lontani da tutti. Camminavano per le strade mano nella mano. Era felice Cloe. Era felice nonostante le nubi che si sforzava di non vedere. Cloè era molto bella, ma il suo lui non sembrava apprezzarla e la umiliava in tanti modi e a volte la picchiava anche e senza neanche ragione. Dopo le chiedeva perdono piangendo. Lei opponeva dura resistenza e poi cedeva. Poi si ribellò ed era sul punto di lasciarsi andare. Passò giorni e giorni chiusi in casa senza guardare fuori. Senza sapersi accorgere se c'era il sole oppure pioveva fino a quando un giorno prese la bicicletta e tra pedalare e caricando la bici su autobus e treni arrivò lontano. Passò fuori tanto tempo. Giorni. Mesi. Poi tornò a casa e ancora lui ad accoglierla in lacrime. Cloe perdonò quell'uomo che non l'aveva saputa amare. Erano uguali. Lei non aveva saputo lasciarlo. |
Erano anni che non sentivo questa dannata tristezza in questa casa. Mi sforzo di non pensarci. Ho passato le giornate di ieri e oggi a togliere sporco vecchio di anni. Tutti gli incarti di gelati, pollo arrosto e le vaschette di plastica che i salumieri riempiono con formaggi, olive e quant'altro li ho gettati via riempiendo sacchi su sacchi. Tristezza su tristezza. Ho fotografato il portapranzo che mio padre portava in officina, prima che si ammalasse e poi morisse. Scappa via più lontano che puoi, dice una voce dentro di me. L'ho sentita per anni quella voce.
Ho fotografato il portapranzo e la "spillunga" di mia nonna, un recipiente smaltato che veniva usato per fare "le bottiglie", cioè la conserva di pomodoro passata e riempita dentro le bottiglie. Una pratica faticosissima, perché una volta non c'erano i tappi a corona o i vasi con tatto a vite. Si usavano i tappi di sughero legati stretti con lo spago. Poi in un fusto venivano bollite per un paio d'ore le bottiglie così sigillate e avvolte una ad una con degli stracci per evitare che si rompessero. Ne scoppiava sempre qualcuna e poi bisognava raccogliere i vetri rotti e il sugo rosso impiastricciato sulle bottiglie. Che fatica!
Che fatica, dico anch'io oggi a rivivere i vecchi ricordi. A prososito non c'era neanche il passapomodoro a manovella ma i pomodori bolliti erano passati a mano attravaverso i buchini di un setaccio. Quando ero piccola io i miei genitori avevano comprato il passapomodoro a manovella che si assicurava con un morsetto al tavolo e diminuendo di un po' la fatica. Era una giornata molto pesante comunque quella delle bottiglie.
e un vecchio piattino sbrecciato, tanto per chiudere in bellezza.
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Post n°437 pubblicato il 25 Febbraio 2015 da DONNADISTRADA
La tristezza qui è di casa. Anche la disperazione a dire il vero lo è. |
Post n°436 pubblicato il 24 Gennaio 2015 da DONNADISTRADA
In attesa della libertà, rimetto in ordine i miei pensieri. Ancora quattro mesi e poi il volo. Il tempo tutto per me, solo per me. Non più il pensiero di dover tornarre dopo tre settimane, dopo un mese. Finalmente la possibilità di dormire lungo le strade o in una stazione o nelle case di chi ospita i viaggiatori. Finalmente potrò dire di essere di strada TRA NUVOLE E CIELO TRA NUVOLE VENTO E IL LAGO ARGENTINO NULLA ANCORA TRA IL NULLA
SPERDUTI NELLA STEPPA PATAGONICA |
Post n°435 pubblicato il 16 Gennaio 2015 da DONNADISTRADA
Non è stato un mese facile. mia madre è morta. Non sono mai andata d'accordo con mia madre e a vent'anni ero andata via. Proprio per questo ora che non c'è più i rimpianti sono tanto più dolorosi. Non è la prima volta che ho visto la morte da vicino. Qualche foto dalla Patagonia, ne metterò delle altre nei prossimi giorni. Poi si esce allo scoperto purtroppo e la vita continua. Perdonate l'assenza.
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E poi strade ancora tra il vento e il nulla (da non dimenticare però i turisti, che ci sono e anche tantissimi) verso una delle mete più acclamate della Patagonia. Sono i ghiacciai e bello tra i belli, anzi sublime. il Perito Moreno, imponente quanto vivo. La colata di ghiaccio di un colore stupendo: azzurro getta nel Lago Argentino e la caratteristica è che deve rompersi con fragorosi boati nell'acqua del lago. Spettacolo dei sensi. |
Dalla Penisola Valdès, volo per il Calafate nella regione di Santa Cruz. E' già Patagonia Australe. Qui regna il nulla e il Vento. Avevo letto di questo ventom impetuoso che impedisce di camminare, di scendere dall'automobile. Non so se ho visto ancora le raffiche più forti o forse nella tarda primavera ci saranno risparmiate. L'auto che abbiamo preso a noleggio è una vecchia Ford ecosport di cui le portiere dietro rimangono aperte anche se dovrebbero avere la chiusura centralizzata. La macchina è il mezzo più comodo per percorrere la mitica Ruta 40, in terra battuta, ripio, come dicono in lingua argentina. |
Il volo Alitalia da Roma per Baires, lungo quanto duro. Stare quindici ore rannicchiati dentro lo spazio angusto di una poltroncina è solo per grandi amanti del viaggio. Solo il pensiero che si arriverà nel luogo tanto aspettato aiuta a far passare il tempo per tutto il lunghissimo volo. Era la tariffa più conveniente. L'alleanza Alitalia Ethiad aveva messo tariffe promozionalmente aggressive. |
NY 1997 foto angela
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