Silena DalFinestrino

changement!!


e arriva il giorno in cui tutti i sogni e le promesse di cambiamento si infrangono sopra gli scogli da cui ero fuggita...non mi faccio però abbattere...erano i primi giorni di maggio quelli in cui insieme al mio compagno prendemmo un treno da Bologna direzione il Grande Nord.avevamo acquistato un biglietto per Narvik, luogo di sogni, aspettative come quelle che un lungo viaggio potrebbe offrire e cioè l'avventura che riserva quel che non si saavevo la febbre ma non volevo rimandare di qualche giorno la partenzaa Munchen cambiamo il treno in piena notte ed eccoci su un altro per Hamburg, la febbre a quaranta non mi abbandona nella notte in treno, anzi si fa più insistente la tosse e forse anche un po' di bronchitema l'adrenalina, i sogni e i vent'anni vincono sulla realtà e alla stazione di Amburgo vado ad acquistare due cotolette e una bevanda, ci sostenteranno lungo la prossima tratta destinazione Roskilde, oltre il Baltico, la porta del Grande Nord.qualche giorno di pausa e di riposo tra il piccolo fiordo baciato dal vento del nord da assaporare tutto addosso anche e per dispetto a quella febbre, adesso mutata in un fortissimo mal di golail museo delle navi vicinghe dà sul fiordo e sul vento e le prime avvisaglie di quei viaggi in cui già da mille anni si andava nelle americhe a bordo di quelle bellissime navi veloci a cavallo del ventola tappa successiva è Kobenhagen, elegante e superba dove trovammo un alberghetto a qualche decina di metri dal Nyhavn, la mattina sorbivamo il nostro caffè e mangiavamo il nostro pane e formaggio accanto agli avventori che prendevano il loro ennesimo snaps alla prugna nel quartiere allora del porto...festeggiai lì i miei ventinove anni con un hot dog acquistato da un ambulante e una fine elephant, una ottima birra danese che vendevano nel locale malfamato, uno dei tanti su quel canale pieno di barche e di navi antiche...(quando quindici anni dopo ci tornai, tappa di ritorno da Tokio, il quartiere era diventato lussuoso e i locali erano tutti rimessi a nuovo tanto che riconoscere il Nyavn diventava molto complicato)noleggiammo un paio di biciclette e la cosa più sorprendente fu che gli abitanti di Kobenhagen uscivano in bicicletta e prima che si facesse tardi chiamavano il taxi che montava le bici su quello che fu il mio portabici retrattile visto per la prima volta... e guardando bene i taxi portavano affisse sul retro quelle targhette che non sapevo, bank americard, carte di credito ancora sconosciute a noi del profondo Sud.e io avevo tutti i soldi che dovevano bastare per un mese e mezzo di viaggio per due persone nascoste in un sacchetto che tenevo attaccato alla vita con un laccio, sotto i pantaloniIl Nyavn (continua)l'importante non è arrivare prima possibile, ma assaporare tutto il vento e annusare ogni istante di quel viaggio, ecco che la meta non esiste più e tutto assume dimensioni fuori da ogni tempo e i ricordi come li abbiamo vissuti, assimilati diventano fantastici la mia panacea