Silena DalFinestrino

la felicità


 Il lavoro. Il lavoro non era importante per niente. Soltanto la possibilità di fare le cose che avevo sempre desiderato. I viaggi, qualche libro e l'idea di non sentirmi sempre molto povera, qualsiasi cosa facessi. Certo come lavoro non appariva ai più molto regolare, turni festivi, a tutte le ore e soprattutto non   dovevo festeggiare natali e capodanni e neanche dovevo fare le ferie per forza in estate. Erano pochi i soldi? No erano e sono tantissimi e poi tutto quel tempo libero in giorni magari non festivi. Appena avrei potuto sarei andata in pensione. Poi la distanza dalla pensione si è sempre più allontanata. Non è bello lavorare, ma se non ero obbligata a stare dietro una scrivania e non dovevo vendermi a nessun offerente, a nessun capo, allora il lavoro non era proprio male. Allunghiamo di qualche decennio la ricerca della felicità. Pazienza ancora un po'.  
"Ho vissuto molto, e ora credo di aver trovato cosa occorra per essere felici: una vita tranquilla, appartata, in campagna. Con la possibilità di essere utile alle persone che si lasciano aiutare, e che non sono abituate a ricevere. E un lavoro che si spera possa essere di una qualche utilità; e poi riposo, natura, libri, musica, amore per il prossimo. Questa è la mia idea di felicità. E poi, al di sopra di tutto, tu per compagna, e dei figli forse. Cosa può desiderare di più il cuore di un uomo?" Christopher McCandless,  leggendo Lev Tolstoi 
foto angela NY 2013