Creato da DONNADISTRADA il 10/09/2008

Silena DalFinestrino

visioni e immagini del mondo.. Quasi sempre la fotografia parla più delle parole.Un buon viaggiatore è colui che non sa dove sta andando. Lin Yu-t'ang

 

Parigi e la çorba

Post n°431 pubblicato il 07 Ottobre 2014 da DONNADISTRADA
 

La çorba fatale.
In ricordo di un precedente viaggio di moltissimi anni fa a Parigi, oggi sono andata a gironzolare per il III e IV arrondissemtents, quelli che ho sempre amato di più. Sono uscita come al solito alle nove di mattina e cammina, cammina, cammina, ho girato tutto il Marais, compreso il museo di commemorazione della Shoah, nel Marais c'era infatti il ghetto ebraico. Sono finalmente arrivata alla Rue Saint Denis. Un mondo a parte. Pieno di vita attiva e commerci di ogni genere. Sono compresi anche quelli del corpo. Prostitute stazionano davanti alle vetrine, alcune con trucco pesantissimo e abbigliamento molto succinto, altre vestite normalmente, alcune ancora molto in là con l'eta, forse attorno ai sessant'anni. Già tanti anni fa ho avuto da dire con una di loro. Anzi non io, ma lei. So che non si possono fotografare per etica della fotografia, ma ne avevo ripresa una da lontano, faceva parte di una composizione, Arrivano immediatamente in due e con aria minacciosa mi chielono il rullino e di fronte alla mia debole protesta che il rullino conteneva altre foto che non volevo perdere, lei alza la voce e l'alternativa: O mi dai il rullino o ti rompo la macchina. E il rulluno finì nel tombino. Ero in giro da sola, nonostante non fossi in viaggio da sola. E oggi attratta da un cartello della çorba, una zuppa mediorentale ma soprattutto tipica in Turchia ho fotografato il ristorantino. Poi stavo proseguendo quando arriva un ragazzo e mi domanda come mai l'avessi fotografato. Ho fotografato TE? E lui, non me, ma il mio amico. Che nel frattempo arriva. Gli mostro l'ultima foto e me la fa cancellare. Beata l'epoca digitale.
Poi in un supermercato mentre cercavo un sacchetto di arachidi per fare merenda senza mai fermarmi mi sono consolata con Like a rolling stones di Bob Dylan ma purtroppo tra le varie versioni presenti su you tube mi sono dovuta accontentare di quella meno peggio, Non sono riuscita a trovare l'originale. Preferisco Bob Dylan da solo.
Per cena ho comprato una barchetta di fichi, che ho mangiato con la baguette e una annona.

 

Questa è l'ultima notte a Parigi. Domani giro per il XX arrondissement e poi a casa.

Grazie a tutti voi che mi avete accompagnata e un abbraccio speciale per la pazienza.

 
 
 

PARIGI

Post n°430 pubblicato il 06 Ottobre 2014 da DONNADISTRADA
 

LE FEU A L'ECOLE DES BEAUX ARTS.
Oggi non racconto cose piene di pathos.
Avevo pensato di andare al Louvre e prendo la metropolitana per il Louvre. Un'entrata è chiusa a causa di lavori. Faccio il giro enorme del palazzo e, appena entrata nel cortile, scorso una fila sterminata. Non avevo mai visto tutta quella fila tutte le altre volte che ero andata al Louvre. Ci sono controlli di sicurezza per paura attentati e passano le borse ai raggi ics e fanno poi passare al metal detector come al check in degli aeroporti. Coda di un'ora buona. Ma non è finita, scesa dalla piramide ci sono file ancora molto lunghe alla biglietteria. Ci rinuncio. Avrei desiderato un'entrata un po' più semplice. Guardo la cartina e cerco di arrivare prima di mezzogiorno alla banca di Francia, un mio collega voleva che mi facessi dare le monete da due euro di emissioni speciali. Mi perdo e prendo qualche strada di troppo e inoltre ci saranno almeno tre o quattro chilometri. Arrivo che è mezzogiorno. La Banque de France chiude e riapre alle 13 3 30.Aspetto. Mangio il panino che ho preparato come al solito e gironzolo per la zona. Qualche minuto dopo l'una e mezza apre. Ancora non sono aperti tutti gli sportelli. Alla mia richiesta delle monete e alla vista del foglio con su stampate le foto delle monete in questione, la signora della cassa casca dalle nuvole. Non hanno loro monete. Si trovano solo in circolazione. Anche loro hanno quelle correnti. Domando se esiste qualche posto dove trovarle. La signora non lo sa.
Riprendo la strada per ripassare ancora la Senna e rifaccio il solito ponte dove ci sono milioni di lucchetti attaccati alla ringhiera da una parte all'altra e anche sui lampioni in alto. Continuo per il bel quartiere pieno di atelier d'arte e negozi vari, quando decine di camion dei pompieri hanno chiuso la strada. e non hanno passare neanche a piedi. I pompieri indossano la tuta, l'imbracatura, scaricano da uno dei camion una cassa di mele, una di kiwi e una cassa di acqua minerale. Strano che non facciano passare a piedi perché in senso contrario la gente viene. Una flic dice alla gente:
Certo che non si può passare, "Il y a le feu dans l'école. Percorro almeno un chilometro per arrivare anch'io dall'altra parte. Ancora camion dei pompieri, tra cui una centrale di comando allestita sulla strada. Continuo e c'è del fumo all'accademio di belle arti, dove, ironia della sorte, alle 18 c'era una conferenza:
Lundi 6 octobre à 18h "De la catastrophe considérée comme un des Beaux-arts", par Michaël Ferrier. Facevano entrare facendo il giro interno dell'edificio. Il fumo veniva fuori da due finestrelle dell'ala sinistra. Quella destra era accessibile. Mi ha colpito il dispendio di forze e la profusione di mezzi. Passata un'ora il fumo usciva però ancora. Poco ma usciva.

 
 
 

Silena a Parigi

Post n°429 pubblicato il 05 Ottobre 2014 da DONNADISTRADA
 

Un pomeriggio di agosto a lavoro, noia e nient'altro. Mi diletto solo a domandare da dove vengono i visitatori stranieri. E' una vecchia abitudine, mai persa. Quand'ero piccola mi piaceva il mese d'agosto perché guardavo le automobili con targa straniera. venivano dall'Europa o dal Nord Italia. emigranti di ritorno per la vacanze o viaggiatori. Una signora arriva trafelata e domanda come può fare a pagare una multa. E' il quattordici agosto, vigilia di una festa. Provo a telefonare al Comune, ufficio contravvenzioni. Decine di telefonate ma non riescono a darmi aiuto. Nessun ufficio postale è aperto di pomeriggio prefestivo. Non conoscono l'IBAN per un bonifico e la signora l'indomani deve partire e la macchina è a noleggio. Era successa a me la stessa cosa a Bruxelles la vigilia della partenza con un'auto noleggiata. Non avevo capito che un segnale blu nuto sta a significare che non si può parcheggiare. Ma sulla multa c'era un numero di conto bancario. Così al ritorno in Italia ho potuto fare un bonifico internazionale. In Italia no. Non c'era niente. Alla fine di tutte quelle chiamate non riuscendo ad aiutare la signora mi faccio dare i soldi per pagargiela io la multa. Poi le ho mandato per e mail la fotografia del pagamento. Ho poi tenuto con me la ricevuta del pagamento e la copia che aveva attaccata al parabrezza. La signora era di Parigi. Stamattina ho acquistato una bella cartolina, una busta, ho scritto due parole di saluto e sono andata a portare la lettera con la contravvenzione pagata. Da viaggiatrice a viaggiatrice. Un favore che non mi è costato quasi nulla. La casa si trova nel XIV arondissement e vicino ad alcune vie molto belle, muri fioriti e case basse. Una bella giornata e come al solito mi sono stancata a più non posso. Un abbraccio a tutti voi  

 
 
 

Le Pont Mirabeau

Post n°428 pubblicato il 03 Ottobre 2014 da DONNADISTRADA
 

C'era il sole ieri a Parigi e i bambini vociavano nel parco di Montsouris, un cinese si allenava, forse stava facendo Taijiquan inteso come arte marziale, i movimenti mi sembravano un po' più veloci di quelli che ho sempre visto fare ai vecchietti nei parchi cinesi.
Da' soddisfazione sedersi in un parco e mangiare il panino preparato a casa prima di uscire. Nei parchi ieri e anche oggi ho letto che non si può dare da mangiare agli uccelli, per evitare che divengano feroci e per evitare e anche per prevenire il sovrappopolamento e con questo la diffusione di malattie. Gli uccelli che ho visto erano i soliti piccioni!
Oggi sono andata con la metropolitana nel 16° arondissement e poi ho camminato  per almeno otto ore.
Anche oggi ho mangiato il panino portato da casa seduta sulla panchina di un parco. Nel quartiere ho notato la differenza con i quartieri visti ieri. Oggi era tutto lussuoso. Lusso residenziale però, non per turisti. Ce ne sono pochissimi e i negozi di alimentari o di abbigliamento, sono boutiques di quartiere bene. Notavo, ma quanti panifici ci sono a Parigi? Se ne incontrano proprio tanti. Penso di averne visti almeno un centinaio al giorno. Vantano il pane francese prodotto con metodo artigianale. La mattina alle sette compro anch'io una baguette per farmi il panino e un croissant e un pain au chocolat per fare colazione. Nella via dove abito ce ne sono una decina in duecento metri!!
Poi oltre al quartiere di Passy ho attraversato la Senna e sono finita alla Tour Eiffel, poi agli Invalides e poi ho camminato fino a quando stremata ho preso un autobus che mi ha lasciato almeno quattro chilometri da casa. Avevo la possibilità di prendere un altro bus o le metro, ma ho percorso tutto il tragitto mancante a piedi. Com'è bello perdersi per le strade del mondo quando si è da soli e non bisogna rendere conto a nessun altro che non a se stessi. Adoro camminare senza meta per le strade. Non dovevo andare da nessuna parte di preciso!!
Un abbraccio a tutti quelli che mi leggono o che mi mandano un pensiero 
 
http://it.wikipedia.org/wiki/XVI_arrondissement_di_Parigi 

 
 
 

IO E PARIGI

Post n°427 pubblicato il 01 Ottobre 2014 da DONNADISTRADA
 

 

foto Henry Cartier Bresson

 

E finalmente Parigi da sola. Per la prima volta da sola. Assumerà un'altra visione. Io e Parigi.. Mentre arrivavo con l'autobus dall'aeroporto e mi godevo l'avvicinarsi della metropoli, mi sentivo finalmente felice. Ci vuole davvero poco per trovare il coraggio di essere se stessi. Ricevute le chiavi dello studio, sono uscita a comprare un kebab, quelli parigini sono pieni di patate fritte e ho fatto fatica a finirlo. Forse esco a fare una passeggiata per il quartiere. E' quello del cimitero Pere Lachaise, dov'è sepolto Jim Morrison. L'integrazione negli arondissement meno centrali è commovente. Vedere parigini seduti ai tavoli vicino alle etnie più varie è un'altra delle cose che mi commuove. Se il mondo è di tutti è giusto che tutti vadano dove vogliono. No? Qui turisti se ne vedono pochi. E domani comincerà la mia visita personalissima, questa volta solo con me stessa, della mia Parigi.

 

E c'è anche un museo dell'immigrazione di cui non avevo mai sentito parlare. Ho visto i manifesti questa sera in metropolitana.

 
 
 

non vedo l'ora

Post n°426 pubblicato il 18 Settembre 2014 da DONNADISTRADA
 


non vedo l'ora di partire per Parigi
non vedo l'ora di andare da sola
Parigi che ho visto tante e tante volte
e mai da sola
e quanto tempo che non vado via da sola
e quanto tempo che non sono così emozionata
come se si trattasse di un'impresa difficile
quasi impossibile
e passa il tempo e le ore ed è tornata l'insonnia
e la voglia di riprendermi me stessa
perduta già da molto dietro cose troppo normali, facili ma
che pesano
ed è già finita l'estate ed è già finita questa mia ultima estate di lavoro...
non ne sono felice, si fa, va fatto
e non so dove passerò la prossima estate

tra due settimane partirò per Parigi
potrei promettermi di tenere un diario
ma so che non so mantenere le promesse fatte a me
forse terrò un diario l'anno che verrà
vorrei tanto ritrovare i miei pensieri di ragazzina
quelli che popolavano di angosce le mie notti davanti al mare e ne uscivo ogni volta più grande, tanto erano enormi,
e il mare è uno e soltanto uno 
da qualunque parte si guardi

 


 
 
 

COINCIDENZE e Pianeti contrari

Post n°425 pubblicato il 20 Agosto 2014 da DONNADISTRADA
 

 

 

Non ho mai creduto negli oroscopi, anche se in passato mi sono dilettata di cercare transiti dei pianeti al momento della mia nascita, cercando quelle posizioni nelle effemeridi.

Ma era solo un gioco, così come sin dalla prima volta che avevo visto i tarocchi disegnati da Mantegna e da altri pittori ad una mostra a Parigi e ne ho acquistato alcuni mazzi. Anche quelli moderni sono dei capolavori artistici.

Ma niente di più-

Negli ultimi mesi mella mia casella di posta elettronica,  nella casella spam, mi arriva ogni giorno l'oroscopo. Non so come mai mi arrivi ma non l'ho mai spostato nella casella di posta in arrivo, selezionando il messaggio come affidabile. Fatto sta che in questo mese di agosto l'oroscopo mi comunica che Saturno e Giove sono sfavorevoli. Ben due pianeti contro!

Coincidenza oppure no,  mi capitano cose spiacevoli, sento ostilità negli altri e. dulcis in fundo, mi sono fratturata un dito del piede ad una settimana dalla partenza per un viaggio.

Oh l'immagine di uno degli arcani maggiori è caduta sulla Fortezza, una carta positiva :)

Ma non starò a casa a riposo invece di andare a visitare la Ruhr.

 
 
 

giornate che non finiscono mai

Post n°424 pubblicato il 04 Agosto 2014 da DONNADISTRADA

Erano spente o accese le stelle?
Se spente, perché ne vedevo la luce?
Se accese, perché percepivo quel buio?
Gorgogliava quel fiume, si o no?
Se no, perché ne sentivo il rumore?
Se sì, perché ne coglievo il silenzio?

(Y.)

HONG KONG



Quando le ore passano finte durante tutto il giorno
arriva la notte e appare in tutta la sua nudità
terribile e sincera l'insonnia,
non si può   a nessuna notte
fingere.

E forse è arrivato il momento di organizzare davvero la strada.

HONG KONG

 

le foto sono del mio ultimo viaggio in Cina
e questa è Hong Kong
adoro perdermi nelle metropoli
non sembra, ma a me appaiono come il deserto.

 

HONG KONG

 

HONG KONG

 
 
 

H. K. e pensieri di notte

Post n°423 pubblicato il 15 Giugno 2014 da DONNADISTRADA
 

Prederisco la metropoli alla campagna, preferisco la solitudine alla compagnia, specie la compagnia che non dà ristoro. In questo periodo rifletto su di me e sul futuro degli ultimi anni che mi resteranno da vivere. Ho ancora tempo, anche se so bene che di solito ho scelto all'improvviso, per intuito, sentimento e passione del momento. Per ora è soltanto un sogno. Non mi piaceva essere criticata per ogni cosa quand'avevo diciotto anni. Aspiravo ad andarmene a vivere sotto un ponte. Poi ho fatto delle cose normali, come una famiglia, una casa poi una casa più grande quando i bambini erano diventati grandi da prendersi tutto lo spazio. Ho fatto tanti viaggi, i più belli e i più difficili da sola. Nessuno mi ha regalato nulla, anzi dalla famiglia di origine ho ricevuto solo i bastoni tra le ruote, in maniera fisica o figurata. I bambini sono stati gioia grandissima. Partecipare al loro diventare grande, anche loro senza compromessi e senza vittorie.

Ho tempo ancora un po' per andare sotto un ponte, partire in bicicletta o chissà. Sono stanca del mio lavoro. Forse perché non ho saputo ricevere quelli che credevo i giusti riconoscimenti? Forse no, solo perché è giusto il momento di andarmene sbattendo finalmente la porta.

 

 

HONG KONG

 

HONG KONG

Le foto sono di Hong Kong, febbraio 2014

Ierinotte invece di dormire ho guardato un migliaio di vecchie foto, soprattutto dei viaggi fatti da sola. Ci ho trovato passione, è a quella passione che voglio essere fedele. Non credo in nessun'altra cosa o principio. Tutti elementi senza valore alcuno. Perdonate se sono assente. Una stanchezza incredibile nei confronti della vita quotidiana mi sta spossando. Non resisterò ancora tanto tempo. Mi piace dormire la notte.

 

 
 
 

Leggo e penso.

Post n°422 pubblicato il 29 Maggio 2014 da DONNADISTRADA
 

 

 

foto angela Hong Kong 2014

Siamo il tempo. Siamo la famosa
parabola di Eraclito l'Oscuro.
Siamo l'acqua, non il diamante duro,
che si perde, non quella che riposa.
Siamo il fiume e siamo anche quel greco
che si guarda nel fiume. Il suo riflesso
muta nell'acqua del cangiante specchio,
nel cristallo che muta come il fuoco.
Noi siamo il vano fiume prefissato,
dritto al suo mare. L'ombra l'ha accerchiato.
Tutto ci disse addio, tutto svanisce.
La memoria non conia più monete.
E tuttavia qualcosa c'è che resta
E tuttavia qualcosa c'è che geme.

__ Jorge Luis Borges - "Sono i fiumi" __

 

Leggo di amici, conoscenti, di altra gente sconosciuta e penso al mio viaggio, senza meta a parte la strada e me.

Di ogni viaggio è protagonista solo chi lo effettua. La pelle che si mette in gioco e poi niente altro.

Senza sponsor e senza altro. Ci sono io e i miei pensieri. Non chiedo altro.

Non so cosa potrà capitarmi e non so neanche se posso farcela.

 

 

 
 
 

Ritornare

Post n°421 pubblicato il 12 Maggio 2014 da DONNADISTRADA
 

Quella volta non ero riuscita ad arrivare in Cornovaglia in autostop. Penzance, nonostante il cartone con la direzione, mi aveva portato fino a Okeampton, ore e ore ad aspettare un passaggio camminando sotto il sole e poi il vento e poi la grandine. Bisognava rinunciare. Allora si ritorna indietro ancora tra sole poi grandine e poi vento fino a trovare un bed and breakfast dove la signora mi aveva offerto il tè con dei dolcini. Sono passati almeno trent'anni da quella volta. Ora sì che posso tornare in Cornovaglia finalmente. E' ancora la vecchia Inghilterra dove sembra che il tempo si sia fermato. Non ci sono le solite catene di fast food ma i vecchi fish and chips e i vecchi negozi con le porte di legno dipinte a mano. Il tempo è sempre uguale: sole che si alterna alla pioggia. Ottima strada per allontanarsi da tutto quello di cui non mi importa più. La strada è sempre dura per chi la percorre ma non ha compromessi e non mi tradisce. Non più di una settimana fa a Milano mi hanno rubato il cellulare. Adesso non c'è più. Restano le cose importanti e i miei pensieri di andarmene via per sempre da sola e senza nessuno. Ho bevuto il sidro stasera, che nonostante si leggero come gradazione alcolica dà alla testa. Lascio che i pensieri spazzino via tutto l'inutile che mi porto addosso. Quanta zavorra di cui liberarsi. Si può vivere senza molte cose tranne i pensieri.
Forse non ha molto senso quel che ho scritto. Ma non ho voglia di preoccuparmi neanche del senso. Ringrazio questo cielo sempre in movimento e ringrazio il sidro appena bevuto. Forse domani sarò più lucida e più razionale ma non ha importanza neanche questo. 

 
 
 

sabotaggio?

Post n°420 pubblicato il 27 Aprile 2014 da DONNADISTRADA
 

Il lunedì di Pasqua ero al lavoro al museo quando il mio collega entra trafelato a dirmi che in cortile è entrato Franceschini il ministro dei beni culturali. Poco dopo entra in biglietteria per fare il biglietto. Era in visita privata e accompagnato da una ragazza che sembrava avere una trentina d'anni o poco meno. Probabilmente la figlia. Il mio collega che l'accompagna mi fa subito. Dai, Angela, due biglietti gratuiti per il Signor Ministro.  Ma lui vuole due biglietti a pagamento. Paga i suoi dieci euro e inizia la sua visita in museo. Un'oretta circa e dopo passa a salutare. Esce.
E' passata una settimana e neanche che la nostra direttrice stamattina telefona per sapere chi fosse in servizio a Pasqua. Risponde una mia collega che le fa l'elenco. Poi capisco che sta telefonando riguardo alla visita del ministro. Chiedo di passarmela. C'ero io, dico. Ecco che arrivano accuse per la mancanza di comunicazione. Sulla mancanza di una telefonata a lei o a qualunque altro funzionario che avrebbero dovuto far gli onori al SIGNOR MINISTRO, nonostante fosse in visita privata!!! Il luogo in cui lavoro è bellissimo, la gente che lo dirige invece no. Capisco che il Signor Ministro si sarebbe sentito onorato di ricevere onori dal direttore del museo, (forse o si sarebbe solo infastidito se in una giornata festiva volesse fare una visita privata per godere di un palazzo splendido e di una collezione archeologica tra le più ricche al mondo per valore storico e artistico, provenendo da una necropoli ricchissima. Oggetti contestualizzati e oggetto di grandi studi) Forse se uno diventa ministro deve anche sottostare nei giorni di festa a riti e cerimoniali. Per fortuna che non sono ministro, direttore del museo, né possiedo nessun'altra carica. Nessuno lo ha trattato male il Signore di cui sopra e ha ricevuto le stesse cure di un qualsiasi altro visitatore. Mi rifiuto di accettare la logica della nostra Direttrice. Oppure viene la voglia di distruggere tutto. Una bella bomba e addio cultura. Amo troppo la cultura. Amo troppo il bello e sarebbe dar troppo peso a certa gente. Meglio far finta di nulla.

 
 
 

sottovoce

Post n°419 pubblicato il 24 Aprile 2014 da DONNADISTRADA
 

- Ti parlo sottovoce. E' quasi un sussurro il suono che ti accarezza la  pelle. Tu non ami rispondermi, non oggi. Lascia che sia io a  raccontarti. Ora, come tante volte, ti parlerò del tempo. Lo so che comprendi che non è banale parlare del nostro tempo.

Ho voglia di riprendermelo per intero tutto il mio tempo, quel poco che ancora mi resta. Ne ho speso proprio tanto rincorrendo un inutile denaro, fingendo di illudermi che fosse la giusta ricompensa per il tempo passato inutilmente a fare qualcosa in cambio di una remunerazione.

Quando sono andata via di casa era la libertà che cercavo. Disperata libertà.

-L'hai trovata poi? domandi tu, mio caro.

No, Anche quella ricerca è stata solo una inutile illusione. Non ero libera individualmente al tempo. Forse ero troppo giovane, forse ero solo patologicamente malata di amore. Amore dato e ricevuto. Forse solo immaginato. Se ti dicessi che l'amore in certi casi è solo una masturbazione che si fa in più d'uno che diresti?

Forse ti stupirei. Mi sentiresti poco dolce. Ti apparirei poco femminile. Non riconosci la mia durezza?

E adesso che finalmente ho l'età, posso finalmente riprendermi il tempo. Posso riprendermi la mia libertà. Tutto l'intervallo tra l'oggi e il giorno in cui inizierà la ripresa del mio tempo ormai ha poca importanza. Mi lascia indifferente.

Forse.

Forse invece sto solo mentendo a me stessa. Non più tardi di due giorni fa ho pianto. Di fronte alle ingiustizie, alla non approvazione perché non mi sono mai saputa svendere spuntano le lacrime. Sono lacrime di rimpianti. Di illusioni. Di giustizia mancata. Adesso non ho più voglia di sabotare il mondo. La disillusione mi attanaglia come un polpo nero, immenso e selvaggio. Non mi difendo. Attendo. Dioniso è il dio della libertà. Del viaggio. E' un dio pagano e non ha bisogno di accoliti.
Infatti non ti adorerò, mio caro, non ti seguirò. Cercherò soltanto la tua strada, le tue impronte mentre seguirò in solitario la mia strada.

Oh stai dormendo di già, mio caro. Non hai sentito molto di ciò che ho detto?

Non importa neanche che tu mi ascolti. Non importa neanche che tu ci sia. E alla fine non ha importanza neanche che ci sia io.

 
 
 

CARTOLINA: Saluti da Beijing

Post n°418 pubblicato il 07 Marzo 2014 da DONNADISTRADA
 

Miei cari, questo è l'ultimo giorno di viaggio in Cina. Le tre settimane sono volate in un baleno e domani iniziano i voli di ritorno.

Il viaggio non doveva arrivare fino a Beijing, il mio compagno prima di acquistare il biglietto aveva detto che la Cina andava benissimo, ma la Cina dove io non ero stata nei miei precedenti viaggi in solitario.

All'inizio avevo tenuto fuori quindi la capitale, ma prima di ripartire da Guangzhou alla volta ancora di Hong Kong, ho insistito per andare a Beijing. L'ho convinto che non poteva mancare una città dove tutto è immenso e bello nello stesso tempo. A me avrebbe fatto grande piacere rivedere la capitale della Cina dopo dieci anni e per lui sarebbe stato importante vederla per la prima volta.

Eccoci allora a prenotare un volo da Guangzhou a Beijing e un altro volo da Beijing a HK da dove poi ripartire per Monaco e poi per l'Italia.

In ogni caso ne è valsa davvero la pena perché Beijing conserva intatti i capolavori dell'antico splendore. I templi e il Palazzo Imperiale chiamato da noi La città proibita sono spettacoli che lasciano senza fiato.

Mi ha stupito che dopo dieci anni avessero completamente blindato la Piazza Tienan'men e per percorrerla bisogna essere perquisiti dalla polizia che presidia tutta la piazza.

Ho scoperto la mattina dopo il nostro arrivo che c'è un congresso del popolo che riunisce a Beijing circa tremila persone che alloggiano tutti o in buona parte al Beijing Hotel che si trova a dieci metri dal nostro nella piazza Tienam. Anche usufruire della metropolitana è difficoltoso e bisogna essere perquisiti, passare attraverso il metal detector e passare ai raggi x le borse portaoggetti anche di piccolissime dimensioni. Anche la piazza è completamente transennata quindi per entrare nel Palazzo Imperiale bisogna subire questo trattamento. Il problema si complica nelle ore di maggior accesso perché si forma una lunghissima coda e bisogna perdere un sacco di tempo incolonnati. 

A parte questo per me rappresenta una vittoria personale in quanto nel mio precedente viaggio era accaduto qualcosa di particolarmente brutto e per questo ho aspettato l'ultimissimo giorno per scrivere questo post.

Non è ancora andata del tutto, c'è ancora domani, Ne avevo parlato in precedenti blog che ho chiuso. Aspetto per raccontare nuovamente quell'episodio da casa la settimana prossima.

Per adesso questo è l'ultimo post dalla Cina e, abbracciandovi tutti, vi do appuntamento a lunedì prossimo dall'Italia.

sempre vostra

                                     angela

 
 
 

CARTOLINA: Saluti da Guangzhou!

Post n°417 pubblicato il 02 Marzo 2014 da DONNADISTRADA
 

Il viaggio a Canton ovvero Guangzhou (leggi GUANGIU') era una sorpresa, Canton non l'avrei mai immaginata così grande, così estesa, ma soprattutto non l'avrei immaginata così vivace, ricca, entusiasmante, piena di grattacieli fantastici.

Dopo Hong Kong, bella ma prevedibile, forse alcuni grattacieli sono opere d'arte di per sé, vedi il grattacielo della Bank of China, che dopo l'annessione alla Cina ha costruito un gioiello minimal con luci lineari che per qualche ora poco prima del crepuscolo disegnano linee appena visibili ma di grande effetto e  dopo le sale da gioco di Macao, anch'esse spettacolari e tante ma tante, tutte collegate ai grandi hotels, alcuni con spettacoli di ballerine che quasi sembra di essere a Las Vegas, Guangzhou lascia senza fiato perché la modernità e la bellezza qui è come al solito cinese. Enorme. A perdita d'occhio. 

Non è facile girare in autobus, a dire il vero non è facile neanche girare in taxi, tranne che non si abbia un indirizzo molto preciso scritto in cantonese, lingua diversa dal mandarino e un numero di telefono dove il tassista possa telefonare per raggiungere il luogo desiderato. E' più facile girare in metropolitana, tante linee e alcune ancora in costruzione che mettono in contatto  punti della città molto distanti tra loro. Modernissimi treni super tecnologici dove si illumina in rosso il percorso già fatto, lampeggia in rosso la stazione dove si sta per arrivare ed è illuminata in verde nella zona ancora da percorrere. Luci avvisano da quale lato si aprirà la porta. Scritte in ideogrammi e in inglese. Dopo dieci anni dal primo viaggio in Cina, già impressionante per l'immensità del tutto, adesso a Guangzhou rimango senza fiato. Ogni parola che potrei dire è poco significativa nei confronti della realtà. Sviluppo senza uguali per noi poveri occidentali che al massimo abbiamo letto della Cina di Marco Polo.

Una torre, la Canton Tower, con spettacoli in ognuno dei piani e le persone, cinesi, fanno la coda per aggiudicarsi i posti per divertirsi con i loro bambini, i loro partners o gli amici.

Una biblioteca super e ipermediatica a dieci piani che addirittura sterilizza i libri prima chie siano consegnati.

Un viale pedonale con giardini orientali, laghetti e luci e musica e negozi sotterranei appena visibili da scalinate che si aprono ogni duecento metri circa. Tra grattacieli che svettano ai lati e la tranquilla bellezza del luogo.

Armonia, grandezza e modernità.

L'antico tra cortili con case piccolissime e tempi completano la meraviglia.

Chi ci andrà tra qualche anno la troverà ancora più ricca, ancora più maestosa. Oggi domenica sera i grattacieli ancora in costruzione avevano le gru in movimento per portare avanti più in fretta possibile le opere iniziate. Gli operai faranno i turni come in una fabbrica o in qualsiasi altro posto dove bisogna esserci sempre e comunque.

Andate a Guangzhou, se potete. Merita.

E come al solito, un saluto e un abbraccio da quest'altra Cina.

sempre  vostra angela 

 

 
 
 

CARTOLINA: SALUTI DA MACAO.

Post n°416 pubblicato il 24 Febbraio 2014 da DONNADISTRADA
 

 

Viaggio. Non vacanze.
La differenza sta nel tempo di passeggiare perdendosi per via o meglio per le strade, senza tempo e senza meta.
A Macao, enclave oggi appartenente alla repubblica popolare cinese, ma che conserva come Hong Kong, anzi più di Hong Kong vecchie concessioni su tasse che sono più basse e possibilità di entrare per molti paesi senza visto. 
Non riesco a comprendere quelli che la vedono in poche ore. Forse si possono vedere i monumenti in poche ore, forse si può mangiare in un ristorante, rigorosamente per stranieri, forse si può fare shopping, visto che è a buon mercato. Ma, a mio giudizio, non ci si può confondere per le vie della città. Non si può mangiare nei locali rigorosamente per cinesi o per abitanti di Macao (non so come si chiamano in lingua italiana gli abitanti di questa città) non si può sentire gli odori che provengono dalle cucine agli angoli della strada, dove gli avventori si seggono e bevono un brodo con tagliolini e carne e fanno sentire il risucchio mentre tirano su con la bocca gli spaghetti di riso. Non si può guardare con ammirazione e meraviglia la "patacca" (moneta di Macao) che dànno come resto quando compri del cibo. 
Mi domando che senso ha se non ci si sa perdere? Che senso ha viaggiare se in dieci giorni si vuol vedere tutta quanta la Cina. Ho passato due mesi in Cina. Questo è il mio terzo viaggio in quella che è altra Cina. Non ho capito molto, se non che è enormemente grande e si sentono talmente più grandi di noi da saper essere davvero gentili e generosi. Nei miei precedenti viaggi che avevo fatto da sola, per treni cadenti tra cuccette, fumo di sigarette e sputi, mi hanno offerto arance, uova e generi di conforto che, rifiutare sarebbe stato offendere quelli che in viaggio amano offrire quello che hanno con orgoglio misto a umiltà. Si può essere generosi anche se si ha poco. Si può anche offrire un complimento se non si ha nulla. Poi si scende dal treno, dall'autobus. Sono altre le ragioni per cui si può essere contro tutto e tutti. Su un treno e con compagni di viaggio occasionali si può essere soltanto generosi.

 

 

 
 
 

sogni e sogni

Post n°415 pubblicato il 06 Febbraio 2014 da DONNADISTRADA
 

 

Il mio progetto di viaggio alla ricerca di Dioniso procede per ora soltanto come idea tra prese in giro e incredulità varie. Per ora solo un'idea, un sogno, forse desiderato da quando ero ragazzina. Poi temporaneamente messo da parte in cambio di una vita molto più borghese, che però non mi ha mai entusiasmato. Non vi ho mai fatto parte. Ma non si può continuare ad andare a lavorare per milletrecento euro al mese per accontentarsi solo di mezza giornata libera al giorno e un mese e mezzo di ferie l'anno. Si può vivere con molto meno o quasi niente e avere in cambio tutto il tempo.

 

 Non ho chiesto a nessuno di venire con me e non lo chiederò. Ho chiesto a qualcuno, se vorrà, di venirmi a trovare. E con piacere vedrò qualsiasi persona che abbia voglia di raggiungermi.

E' il mio viaggio, non condivisibile con nessuno se non per qualche breve tratto.

 

Ci vuole coraggio per intraprendere questa avventura?

A mio parere, forse no. Ci vuole solo tanta incoscienza e, fatalisticamente, che accada quel che deve accadere.

 

foto angela NY 2013

 

Le Voyage
(Charles Baudelaire)

I

Pour l’enfant, amoureux de cartes et d’estampes,
L’univers est égal à son vaste appétit.
Ah ! que le monde est grand à la clarté des lampes !
Aux yeux du souvenir que le monde est petit !

Un matin nous partons, le cerveau plein de flamme,
Le cœur gros de rancune et de désirs amers,
Et nous allons, suivant le rythme de la lame,
Berçant notre infini sur le fini des mers :

Les uns, joyeux de fuir une patrie infâme ;
D’autres, l’horreur de leurs berceaux, et quelques-uns,
Astrologues noyés dans les yeux d’une femme,
La Circé tyrannique aux dangereux parfums.

Pour n’être pas changés en bêtes, ils s’enivrent
D’espace et de lumière et de cieux embrasés ;
La glace qui les mord, les soleils qui les cuivrent,
Effacent lentement la marque des baisers.

Mais les vrais voyageurs sont ceux-là seuls qui partent
Pour partir ; cœurs légers, semblables aux ballons,
De leur fatalité jamais ils ne s’écartent,
Et sans savoir pourquoi, disent toujours : Allons !

Ceux-là, dont les désirs ont la forme des nues,
Et qui rêvent, ainsi qu’un conscrit le canon,
De vastes voluptés, changeantes, inconnues,
Et dont l’esprit humain n’a jamais su le nom !

 
 


 

 
 
 

Intrecci

Post n°414 pubblicato il 03 Febbraio 2014 da DONNADISTRADA
 

Nessun buio viene a dire  che è ora di dormire.
Il sonno o la veglia non si distinguono. Non portano ristoro.
Solo i pensieri a farmi compagnia. Solo i pensieri escono dal corpo come incantatori di serpenti.
Levitano. Esterni. Estranei.
E' la mente fuori dal corpo che li produce. Potenti.
Pregni di tutti i minuti, di tutte le ore,dei giorni.
Si fanno compagnia i pensieri intrecciandosi tra loro.
Sostano qualche minuto soltanto alla fame, qualche minuto davanti al sonno.Riprendono.

Altro da me   risulta il corpo.
Altrove da me passa il tempo.

la solitudine di P. P. Pasolini

 
 
 

DIALOGHI DEL PASSATO

Post n°413 pubblicato il 25 Gennaio 2014 da DONNADISTRADA
 

foto Angela West Bengali, 1995

 

 

Personaggi:

                    Putù: viaggiatrice occidentale. (nome affibbiatole da Ranjan)

                    Ranjan: ragazzo di Kolkata, personal guide di Putù.

 

 

Ranjan: Perché sei venuta in India?

 

Putù:      Mi piace l'India, Da anni desideravo venire in India e durante il mio primo viaggio non     

               Sono riuscita a godermela per come desideravo. Ho cominciato a sentire fastidio per molte 

   Cose e a sentire nausea verso la maggior parte degli odori. Avevo scoperto di essere            incinta.  Adesso vorrei rimediare.

 

Ranjan: Cosa stai cercando?

 

Putù:      Niente di particolare!

 

Ranjan:   Noi qui in India abbiamo molto a cura l'igiene. Ci laviamo ogni qualvolta veniamo a      contatto con elementi di sporcizia che tocchiamo esclusivamente con la mano sinistra. La mano destra la usiamo per portare il cibo alla bocca. La mattina facciamo sempre il bagno purificante. Voi sempre "toilet paper" e amcora sempre.

 

Putù:         Nelle acque dei fiumi?

 

Ranjan:      No, Quello è un rito, si fa solo in particolari occasioni. In genere a casa e prima di fare qualsiasi altra cosa. Inoltre non entriamo mai in casa con le scarpe. Neanche nella case altrui. Ci togliamo sempre le scarpe prima di toccare il pavimento di una casa.

 

Putù: Conosci Ravi Shankar?

 

Ranjan:  Non è musica tipica indiana. E' new age. Come stavi prima di venire in India.

 

Putù:    E' un viaggio per me importante questo. Prima scattavo fotografie. Ho letto il Bagavad Gita prima di partire. Anche altri libri sull'India.

 

Ranjan:  Ho capito. Sei venuta a cercare la pace in India. Non temere, è così per la maggior parte dei viaggiatori occidentali. Io ogni mattina dopo l'abluzione faccio il saluto al sole. Dopo esco a cercarmi qualche lavoro.

 

 

Al rientro in Europa Putù tolse sempre le scarpe prima di entrare in casa..

Per alcuni anni si scrissero Putù e Ranjan.. Il sogno dell'India rimase sempre nel cuore e nella mente di Putù. Molto spesso ricorse all'acqua, anziché alla "toilet paper"

La ricerca della pace per un Indiano è la fuga dalla depressione degli occidentali. Loro possono avere soltanto problemi reali, economici o di salute.

 

 

foto Angela, una strada 2009

 
 
 

dialoghi forse sbagliati

Post n°412 pubblicato il 20 Gennaio 2014 da DONNADISTRADA
 

 

foto angela Florida 2013

 

M. Tu sei sempre andata via, hai visto il mondo, io non mi sono mai allontanato dall'Italia.

A. Solo per brevi periodi. Al massimo un mese e mezzo, spesso anche meno. Attendo che arrivi il tempo di andare. Per sempre.

M. (sorridendo come fa di solito lui) Tu non andrai via per sempre. Vuoi mettere la famiglia? I nipotini che potrebbero nascere e oggi, i nipoti, sono a carico dei nonni.
(anche P. mi aveva detto che non sarei partita.)

A (a parte pensare che la futura nuora non mi affiderebbe mai eventuali nipoti miei ed eventuali figli suoi) (pensiero che non dico a M.)

entra L:
A non andrà mai via, non ne sarà capace. Lasciare S. (il compagno di A.) i figli   va bene che sono ormai grandi e userai Skype?

A. No, niente Skype.

M e L. Perché no?

A. Nessun messaggio in tempo reale. Possono scrivermi e io leggerò e risponderò, ma non in tempo reale.

L. E i soldi? Guarda che non ti daranno 800 euro, te ne daranno al massimo 400.

M. E poi quando torni che ci fai anche con solo 800 euro al mese?

A. Avrò finalmente tutto il mio tempo. Avrò anche il tempo per annoiarmi. (Anche quello per morire.)

(Ma che ve lo dico a fare?)

(Potrei rimanere solo per qualcuno che mi facesse dimenticare del resto) sss. (Questo io non l'ho detto. Neanche a voi l'ho detto!!!)

Le frasi tra parentesi non le ho pronunciate. Le scrivo qui.

...non sono entrata in banca anch'io, ma ho accettato un lavoro (anche se forse è un non lavoro)

ma

ma anch'io ho qualcosa da cui  devo liberarmi e da alcuni legami che sono ugualmente un compromesso...

ancora un po' di pazienza...

Di Dioniso di Semele illustre figliolo
(mi) ricordo, come apparve  lungo  il  lido
del mare infruttuoso
sulla costa sporgente
a giovane uomo simile
pubere:
belle si agitavano le chiome
scure,
un manto intorno alle robuste aveva spalle
porpureo:
presto gli uomini dalla nave buoni banchi
predoni
avanzarono rapidamente sul  livido flutto
Tirreni:
essi spinse m
ala sorte.
Inno a Dioniso
(Omero)
trad. Cesare Pavese

 

 

 
 
 

 

 

 

NY 1997 foto angela

 

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