Musica è...

Post N° 359


Non volo su di lui, non fuggo da lui sotto le radici degli alberi. Troppo vicina. Non con la mia voce canta il pesce nella rete. Non dal mio dito rotola l'anello. Sono troppo vicina. La grande casa brucia senza che io chiami aiuto. Troppo vicina perché la campana suoni sul mio capello. Troppo vicina per entrare come un ospite dinanzi a cui si scostano i muri. Mai più morirò così leggera, così fuori dal corpo, così ignara, come un tempo nel suo sogno. Troppo, troppo vicina. Sento il sibilo e vedo la squama lucente di questa parola, immobile nell'abbraccio. Lui dorme, più accessibile ora alla cassiera d'un circo con un leone, vista una sola volta, che non a me distesa al suo fianco. Per lei ora cresce in lui la valle con foglie rossicce, chiusa da un monte innevato nell'aria azzurra. Io sono troppo vicina per cadergli dal cielo. Il mio grido potrebbe solo svegliarlo. Povera, limitata alla propria forma, ed ero betulla, ed ero lucertola, e uscivo dal passato e dal broccato cangiando colori delle pelli. E possedevo il dono di sparire agli occhi stupiti, ricchezza delle ricchezze. Vicina, sono troppo vicina perché mi sogni. Tolgo il braccio da sotto la sua testa, intorpidito, uno sciame di spilli. Sulla capocchia d'ognuno, da contare, sono seduti angeli caduti. Wislawa Szymborska