Pensieri

in ogni pensiero di te


in ogni pensiero di te ti ho raggiunta dove non sei arrivata; l'ho fatto spesso in questa vita, che ne contiene tante; tutte, eccetto una, morte. Una convinzione appena un po' più solida o a lungo termine di quella che si ha di solito nelle cose della vita rende non più irreali di essa i nostri brevi sogni. Ho posseduto una Datsun una volta, una macchina affidabile, un ferro vecchio, con cui ho girato alla deriva; ho fatto l'autostop fino a Fairbanks, sono arrivato là dove la Stampede trail attraversa il fiume Teklanika. In un prato verde ho imparato senza crederci la lezione di Filete, leggendo dell'amore di Dafni e Cloe. Ho cavalcato ad occhi chiusi l'alone blu della sequenza di Feynman, come preso in un vortice, catapultato nel trionfo rosso della musica. È una fortuna che tu non sia venuta. Ciò che si cerca fa paura credo e penso accada perché infondo sappiamo che l'oggetto ultimo della ricerca sia continuare a cercare. E forse alla fine non ti avrei voluto, come fossi un concetto astratto, qualcosa che non si può possedere, perché saresti stato l'altro che ho già avuto. O forse semplicemente mento e non so vedere le cose per quello che sono. La vista a volte è nitida, altre vaga, ed il resto ne è l'intersezione, sconosciuta ed inoffensiva, inibita, come le schegge di vetro opache delle bottiglie consumate dal mare che raccogli fra le pietre sulla spiaggia. E poi ormai ho smesso la pretesa di una visione chiara della vita, dote di coloro che hanno una sensibilità mediocre. Sono un masochista come i santi e gli atleti, vanitosi e sporchi. Ho fatto un sacrificio, un voto, un fioretto; l'ho radicato nella voluttà di quella accettazione che ti permette di farti sporcare, nello sconforto dell'indifferenza e della stanchezza per cui aspetti lo schizzo provocato dalla gomma nella pozza. C'è solo tedio in me e l'incredulità che l'altro esista, e la certezza dell'impossibilità di vedere la propria esistenza, che invece so di avere. Ascolto il clamore intorno a chi muore solo per sentirmi un po' più vivo. Lo so che lo fai anche tu, e che mi guardi per condividere la colpa; per questo abbasso la testa. I morti ad Haiti infondo non mi fanno alcun effetto; quasi nessuno il tumore che ha tolto per sempre dalla mia vista il vicino che ho visto poche volte; sono reazioni misurabili in rapporto a noi stessi, a quanto influiscono sulla nostra vita: questo, a conti fatti, è un accadimento che ha portato via una piccolissima parte della mia quotidianità. Già Aristotele sapeva che l'amore è una questione di abitudine o di intimità, quando non solo di utilità. E per lo più sono incredulo nei confronti di tutte queste persone con il desiderio di aiutare qualche bambino solo per alleviare la coscienza. O forse le invidio. Ma non riesco a separare la nobiltà della sofferenza dai corpi sordidi che l'accompagnano, dai surrogati del mondo dei replicanti. Solo quella è reale, mentre la sostanza del visibile è umida ed indeterminata come un acquerello o una gouache. Ho orrore delle donne incinte che se ne vanno libere e sorridenti per le strade; sono sicuro che esse ne avrebbero per gli aborti che portano in pancia se potessero vederli e non riconoscerne l'appartenenza al proprio ventre. Deve essere un lavoro difficile, perché Dio impiega nove mesi a travestirli. Ho orrore della saliva, del fiato, del muco che esce dal naso come la lingua di una salamandra appiccicosa; schifo per il cibo, per il pane del fornaio, per il prosciutto cotto ed i funghi porcini e la mozzarella che domani vomiterò all'interno di me stesso in una bottega fiorentina; per gli occhi che s'ingannano, divertiti dalla prossima puntata di Dexter alla tv. Naso, bocca, occhi, ano, sono solo buchi per l'aria, spesso fetidi; e lo sbattere dei denti e i peli lunghi fuori dalle narici come pinne di pesce mi fanno rabbrividire. Fori da cui si snodano le parole come nastri dalla gola del prestigiatore. Intanto, per noi abbiamo inventato un gergo fatto di silenzi e parole in libertà, un modo per non sentirsi imprigionati dal periodo ciceroniano e dalla teoria delle valenze; un linguaggio fatto solo di sillabe calde. Non posso consolarmi nel dare valore all'artificio, alla vita; e non perché sia vile, ma poiché ne sono consapevole. Tutto questo, ogni cosa che facciamo, dal discorso più astratto all'oggetto più concreto; le idee, l'esistenza, le persone e l'evasione che le correla, sono solo un problema di presentazione, un ente ornamentale. Se ti sogno, hai i piedi fasciati con seta, come punte di falce lunare, e non fai rumore fra i rami del loto d'oro. Non è lo stesso se ti guardo; non sento lo stesso, se ti tocco. La notte mi sveglio di sobbalzo con la sensazione di aver messo cotone nel naso come un pugile cui lo abbiano fratturato, o aver confuso i cunicoli dove si inseriscono i tappi per le orecchie. Ho la lingua ispessita, fiorita, strappata come una borsa con le cerniere aperte, che non mi permette più di masticare; e sotto ne sento una più piccola, sbocciata rossa ed infiammata come una tonsilla. Allora mi affanno a respirare, aumentando la frequenza, e comincio ad agitarmi, e so che quello è uno dei pochi momenti in cui ricordo di avere un corpo, in cui ho la piena consapevolezza di ciò che sarà e di quanto tutto ciò che mi sta intorno e che, spesso involontariamente, costruisco, serva a dimenticare la vita vera e a non meravigliarsi poi di poter nascere di nuovo, e perfino a desiderarlo. Venire alla luce, uscire dalla vagina del nulla è come lo scossone dato per caso ad un secchio pieno d'acqua; vivere invece, assuefazione alla morte e un'onda che si smorza, placida; un cadere giù e continuare a guardare a quei varchi luminosi che si fanno sempre più piccoli; tracce d'oro nel minerale della notte. Ad un certo punto dell'esistenza è così grande quella distanza che non ti accorgi più che si allontana; e i crateri sono così vasti che continui a vederli, minuscoli, innocui, belli addirittura. Credi che questo non cambierà perché il quadro ti distrae, perché i desideri sono indefiniti come la fede. Ma un giorno scoprirai che è a quel vuoto che appartieni.