Andreaks

Il Mio Letto è una Zattera


Mi mantengo ancora mentre un’altra ondata arriva dritta dritta in faccia. SPLASH! Avevo sei anni quando mi venne quell’idea. In realtà non era partita su quel tipo di supporto accomodatorio. In principio fu un divano.Un divano sommergibile, ovviamente. Prendevo scorte e casse di munizioni, il mio periscopio elettronico (un Grundig bianco, 14 pollici, roto), e prendevo Bernardo, il mio fido cucciolo di San Bernardo (ovviamente).E allora, quando tutto era pronto, si salpava. Per nuove ed entusiasmanti avventure, per mani e abissi. Un giorno, quello scendere infantile nelle profondità, si sarebbe trasformato in un’altra figura metaforica, leggermente più cruenta.Me seduto ad un tavolo. Coltello affilatissimo. Lama che mi conficco sotto le costole, a sinistra, e poi tiro. Lo squarcio si apre come un sorriso, sul mio addome.Riverso il pacco intestinale sul tavolo, come un Luke Skywalker preso dal gelo. Fumi e vapori del mio stesso interno.E allora, con una lente di ingrandimento in mano, con pinze e bisturi, inizio a scavare nelle mie fottute viscere.E cerco.E scavo.E guardo.E.  22 gennaio millenovecent… Cazzo, no. È duemilasei.Il tempo scorre. Scorre. Scorre. C’è qualcuno che vive. Qualcuno che ha paura di farlo. Qualcuno che rimanda decisioni. Qualcuno che segue il manuale del perfetto commercialista, dove vengono puntati tutti i passi da seguire.22 anni: fidanzata. 24, laurea.25, assunzione.26 e mezzo matrimonio.28 mutuo.29 primo figlio.30 secondo mutuo, casa più grossa.32 cambi lavoro, ho diventi associato.33 secondo figlio.Natali e capodanni. (sono angoscianti, messi al plurale, eh?)Regali e comportamenti.Calcolo economico della donna da sposarsi.Sesso banale.Discorsi banali.Si finisce con l’andare nei ristoranti più diversi di questa terra, perché di sera si ha paura.Di sera, quando tuo marito rientra, e tu sei stanca, e lui ti guarda, e tu non sai cosa dire, perchè sta arrivando l’ora di scopare. E non sai cosa fare, la paura cresce, allora gli suggerisci di andare in un ristorantino nuovo. Vuoi uscire. Non reggi di rimanere lì, davanti a lui.(quel silenzio... cosa è quel silenzio?quanto grava, quel silenzio? quanto è pesante?o forse sei così abituata che non te ne accorgi più?)Non vuoi rimanere lì, con lui che si spoglia e si sistema. Non vuoi che ti stia davanti ai piedi. Vuoi andare altrove, non tenerlo vicino, perché mangiare a casa significherebbe stare faccia a faccia con lui, guardarlo dentro, nell'anima, negli occhi.E guardarti TU, nell'anima, negli occhi.E allora?(quel silenzio...)Allora?Allora gli dici di andare a mangiare fuori. Tanto lui guadagna.Ti prepari con i soldi di lui addosso e inizia il tuo distrarti e distrarlo.Mangi giapponese (costoso) o Magrebino. Assaggi il vegetariano. Vai dall’Eritreo. Passi per quello del teatro. Vai nel locale che "si porta".Ti fissi su particolari inutili.Guardi la carta dei vini. Cazzo, non sai cosa fare. Vuoi bere, bere e bere, prima che si ritorni a casa, prima che lui te lo ficchi dentro. Vuoi bere e distrarti prima che...E quando sei a casa, sei cotta. Glielo prendi in bocca, dicendo parole da puttana. Facendo la puttana. Lo fai arrapare dicendo che gli altri ti guardano e ci provano con te.Lui sborra.Un po’ la bevi. Il resto lo butti fuori.Ansima accanto a te. Si addormenta.Finalmente, lo hai stremato. Sei di nuovo sola. Guardi il soffitto. Non c’è muffa. Guardi accanto a te, un quadro costoso, un settimino firmato, uno scendiletto di pelle di palle di nigeriano. Non ci sono rami di luce che penetrano da finestre, non ci sono quadri di fari e caos da libreria.Ti chiedi se questo è giusto, per te, dico. Per te.E allora riprendi il manuale del perfetto commercialista. (Cosa dice tua madre che sia meglio per te? A quale legge morale?)Quali sono i punti principali?Oppio dei popoli. Tradizioni e transazioni e transizioni.Leggi il dodicesimo punto. Annuisci. Finalmente dormi.  Fa freddo, e il mio braccio mi duole, quello destro, e non è per le troppe seghe. È il gomito del 'mousista'.Ho sulla punta del letto una pila di maglie e mutande. Affianco a me c’è la borsa nuova per la BESTIA!, e poi c’è L’ultimo dio, c’è Carnivali, c’è Sven Hassel, c’è De Lillo e un taccuino comprato a Parigi, c’è una mail di Bismillah (che parla del suo sogno di vita tranquilla), Dave Eggers (che non riesco ancora ad iniziare a leggere) e c’è un LOGOUT dove hanno pubblicato un mio monologo.E c’è il portatile. Dall’altra parte c’è una ceneriera, sigarette, accendino, una lampada Ikea che si accende con un laccetto di palline minuscoooole di alluminio, c’è il telecomando delle stereo, un fazzoletto risalente alla seconda scopata mondiale, e la COCACOLA, e una pila di fotografie, e un collage di ritagli di giornale fatti da Laura. E nel letto ci sono io.Provo a mettere la testa al suo posto, ma le mani si muovono da sole, frementi.----E allora una luce blu ti inonda in viso, da destra, dove c'è lo stereo. E la musica parte. E la mano prende un libro, mentre l’altra sfila una sigaretta e l’altra afferra l’accendino e l’altra ancora si carezza i capelli e quell’altra mano ti gratta un capezzolo, mentre prendi la cocacola per fare un sorso.  Il mio letto parte, e io con lui.Andiamo via.E' inutile provare a dormire. Inutile provare a placarmi. Inutile provare a seguire un percorso stabile e tracciato. Inutile provare a pianificare.In questo naufragio che è la mia notte, la mia vita, il mio amore, i miei sogni.Mi aggrappo.Che si parta.Di nuovo.