a me l'anima please

racconto di andrea


Era il primo pomeriggio di una giornata calda e la gente stava ancora a godersi il mare. ero rientrato da poco in albergo, ma non volevo andare subito in camera e salii sul solarium dove a quell'ora s'alzava sempre un po' di brezza. Notai una donna mora, sui trent'anni, carina. Indossava un pareo corto con i ricamini tipo  sottoveste e stando seduta le si arricciava in vita scoprendo le sue belle gambe. Stava leggendo una rivista ma al rumore dei miei infradito alzò gli occhi verso di me. Le sorrisi, lei contraccambiò. Mi sedetti poco distante da lei e la osservai maliziosamente, lei rispose al mio sguardo intensamente. Le feci un cenno con la testa, un leggero scatto di lato, come per invitarla a seguirmi. Notai la fede alla mano sinistra che posava la rivista su un tavolino. Nonostante mi alzassi prima, lei fu più veloce e si avviò verso le camere. La seguii e con la speranza che si voltasse ero pronto a una battuta, insomma una proposta. Improvvisamente aprì una porta e s'infilò senza alcun cenno. Mi batteva forte il cuore, sbuffavo, camminavo su e giù per il corridoio, mi fermavo davanti a quella porta, le gambe tremavano, infine la mano si avvicinò alla maniglia... poi tornò indietro una, due, tre volte... infine spalancai e la vidi con le spalle rivolte verso di me, si stava truccando e  mi fissava sorpresa senza dire una parola continuando a osservarmi nello specchio. Mi bagnai le labbra con la lingua, il suo sguardo s'intrecciò nelle mie mani che iniziarono a sbottonare la camicia, la lasciai scivolare giù e i suoi occhi si spostarono sui bicipiti, sui pettorali sodi, girellò intorno ai capezzoli più volte fino a drizzarmeli, ammirò le pieghe degli addominali uno ad uno come scnedesse una scala respirando profondamente a bocca aperta. M'abbassai lentamente il costume ancheggiando un po', il pene si gonfiò e il sangue pulsava fino a far scoppiare la carne, d'un tratto schizzò in avanti verso di lei come un rottweiler rabbioso. Lei si morse le labbra pià volte, ansimava e si girò di scatto verso di me, il suo sguardo caldo ed eccitato accarezzavano le mie cosce muscolose, cominciò a toccarsi la vagina, infine m'avvicinai lentamente...la baciai. Ci stringemmo, ci avvinghiammo e ci prendemmo ripetutamente senza dire una parola, finché stremati e sudati entrambi ci distaccammo. Mi alzai e mi vestii e mentre aprivo la porta per uscire mi voltai a guardarla, sembrava che i suoi occhi parlassero e mi domandassero - come ti chiami? - ormai fuori, richiusi la porta e col pensiero risposi - bocca di rosa -