a me l'anima please
cercasi pensieri e paroleoggi che non ho niente da dire voglio pubblicare una storia di Antonella S., non metto per intero il cognome per la privacy.
Un giorno il mio cuore era in festa e comprai due gerani. Manifestavo la mia felicità occupandomi di loro: li concimavo, davo loro la quantità d'acqua di cui avevano bisogno... e loro mi gratificavano regalandomi ogni giorno nuovi splendidi fiori e germogli; api e farfalle facevano a gara svolazzandoci sopra.
Ma arrivò il tempo in cui dentro di me c'era solo tristezza e solitudine e delle mie piantine dimenticai l'esistenza: Il sole continuava a scaldarle, ma senza la mia acqua quotidiana si avvizzirono giorno dopo giorno. Si avvizzì la mia vita, si avvizzirono le mie relazioni e le mie amicizie.
Poi qualcuno m'invitò a guardare avanti e davanti a me ritrovai le mie povere piantine e, insieme a loro, il vuoto della mia vita. Ricominciai a occuparmi di loro come un tempo; ma nel tempo dell'abbandono una di loro morì. L'altra, con fatica, recuperò vita, giorno dopo giorno.
Dio ci manda i suoi messaggi attraverso la vita e la morte. E' morte quando cessiamo d'annaffiare il nostro cuore e il cuore degli altri. E' vita e resurrezione quando tentiamo di recuperare ciò che credevamo perso.
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Tanto per rompermi la testa e quindi arrivare al nulla... vi proporrò un nuovo vecchio libro di Antonio Tabucchi - Sostiene Pereira - nel quale un personaggio afferma che noi pensiamo che ognuno fa parte a sé, cioè ognuno ha una sua soggettività o Io e ha anche un'anima. Questa convinzione ha origine da una tradizione religiosa e filosofica. Mentre in realtà noi siamo formati da molti Io ed una confederazione di varie anime, poste sotto il controllo di un Io egemone. Nel caso che sorga un altro Io, più forte e più potente, codesto ne prende il posto e spodesta l'altro passando a dirigere la confederazione delle anime. -
Quindi se è vero quanto sopra:
direi che ogni volta che noi facciamo una cosa diversa potrebbe essere accaduto un colpo di stato nel nostro cervello. E' un po' grottesco, ma proprio per questo interessante.
Che bello sarebbe se per magìa noi imparassimo a conoscere qualche Io della nostra personalità. Lo potremmo chiamare a nostro piacere quando l' occasione necessita di una particolare caratteristica o di un tipo di temperamento.
Attenzione però a cimentarvi in questi labirinti psicologici perché c'è il pericolo di una destrutturalizzazione della personalità e perdita delle identità con facili e necessari ricoveri ospedalieri nei centri di salute mentale.
P.S.: Come è successo a te caro andreaserendi....!!!!!!!!
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La metafora della risurrezione di Gesù Cristo secondo una lettura laica:1) c'è una caverna chiusa con un macigno; 2) in seguito la copertura viene spostata; 3) il corpo di Gesù risorge. La caverna in un'interpretazione psicologica è l'inconscio e il macigno è la nostra censura, il super Io; il corpo rappresenta invece l'io. Da questa lettura del tutto arbitraria, non suffragata da nessun fondamento scientifico in quanto l'autore, cioè io, ha insufficienti conoscenze pisologiche e teologiche si può dedurre quanto segue:
1) dobbiamo liberare i nostri desideri, i nostri sogni, le nostre pulsioni;
2) spostiamo lo schema della nostra coscienza, che è fortemente influenzato dall'educazione dei genitori, educatori e cultura, dai valori morali della tradizione e dell'ambiente;
3) il nostro Io deve morire. Basta con il culto del sé, con la manìa di protagonismo, con l'egocentrismo. Ma ciò serve per risorgere seguendo un altro senso della vita: quello del rispetto, della giustizia, della tolleranza, dell'amore globale e universale con un'unica guida morale " non fare agli altri ciò che non vorresti che gli altri facessero a te ".
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Stamattina sono andato a fare la spesa al supermercato come da bravo casalingo. mentre facevo la coda alla cassa, un anziano che mi precedeva mentre svuotava il suo carrello davanti alla cassiera ha incominciato a litigare con lei inveendole contro tutto il veleno esistente nel mondo dei rettili. Evito di raccontarvi nei dettagli queste pozioni mortali travestite da parole rivolte alla poverina. Quest'ultima era diventata tutta rossa e i suoi occhi erano gonfi di lacrime. I pori della sua pelle paonazza sembravano pronti ad esplodere da un momento all'altro tutta la sua rabbia. Ho capito che dovevo fare qualcosa mentre riflettevo che la nostra vita è come un carrello di supermercato e rovesciamo addosso a chi ci capita, ma spesso ai nostri cari, la nostra frustrazione, la nostra nevrosi, la nostra depressione.
Ho invitato l'anziano a spostarsi, perché aveva finito e continuava a sbraitare ostruendo il mio passaggio e salvataggio. Allontanato il nevrotico ho iniziato a prendere lentamente i prodotti dal carrello come se stessi scegliendo quanto di meglio ci fosse dentro di me per donarlo alla cassiera, sussurrandole tutta la mia stima nei suoi confronti per la sua disponibilità, educazione e professionalità. Poi ho iniziato a farla sorridere con qualche battuta spiritosa e subito i suoi lineamenti
si sono addolciti e rasserenati.
Come avete visto la nostra vita è veramente un carrello del supermercato e l'importante quindi è lasciarlo sempre mezzo pieno.
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oggi voglio fare riferimento ad un libro di Giorgio Bassani - Il giardino dei Finzi Contini - dove il protagonista s'innamora della bella Micòl, ma non si decide mai a dichiararsi e quando lo fa dopo oltre dieci anni di amicizia è ormai troppo tardi e Micòl gli risponde: " Tu mi stai - di fianco - e non - di fronte - mentre l'amore è roba per gente decisa a sopraffarsi a vicenda , uno sport crudele, feroce, ben più crudele e feroce del tennis! da praticarsi senza esclusione di colpi e senza mai scomodare, per mitigarlo, bontà d'animo e onestà di propositi. " Concordo con il bravo scrittore e spesso molti sconfinano addirittura nell'odio ed è questo abbietto sentimento che cementifica milioni di rapporti umani. Allora mettiamo la maschera quando amiamo e ce la togliamo quando odiamo. Anke fino a decapitare la personalità del partner come evidenzia questa bellissima foto surreale. Purtroppo, non vorrei che fosse così e ho fiducia che un giorno mi possa illudere per sempre, senza svegliarmi mai, di amare la mia donna più di quanto ami me stesso.
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Cos'è un tubo se non una linea ke parte da un punto e ne arriva ad un altro. Anke i miei pensieri tracciano delle linee immaginarie e tentano di arrivare in tante direzioni, molte delle quali irraggiungibili. Così quando mi rendo conto dei miei fallimenti mi ritrovo nudo come questa donna, spogliato dei miei desideri + vivi, E allora i desideri non sono forse degli abiti ke vorremmo indossare x renderci + belli?
Forse dovrei riflettere proprio su questi tubi, xké essi sanno la risposta giusta alle mie esitazioni. Pensate quanta fatica e quanto lavoro c'è x fare delle condutture come questa. Si fa un programma, poi un progetto, si acquisisce il materiale, le risorse e si lavora tanto e a lungo... pazientemente. E x i desideri spirituali o sentimentali? E' la stessa cosa? Certamente... solo ke cambia la merce, il prodotto. bisogna usare la concentrazione, il pensiero, l'amore. Ma se il desiderio riguarda un'altra persona, allora i successi sono condizionati, giustamente, dalla
libertà altrui.
Avete un desiderio + importante degli altri insoddisfatto? Quale?
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Ke noia baciarsi sempre allo stesso modo....beh così in effetti sembra un po' esagerato, forse esibizionista...però è curioso e simpatico...senz'altro bello se ciò avviene spontaneamnete dopo.. non so.. una lotta a cuscinate sul lettone.
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Ieri mattina stavo correndo nel parco come ogni giorno e m'è passato sopra un attimo d'imbecillità ke si è accasato nei miei pensieri. Subito dopo ho cominciato a dirmi: - Che noia tutti i giorni le stesse cose. I stessi eucalipti, lecci, carpini, platani, i stessi percorsi e i stessi prati; anke i fili d'erba sembravano al loro posto e stranamente il bianco brecciolino pareva tappezzato delle stesse orme dei giorni precedenti. E ke dire delle gialle foglie...possibile ke il vento non le abbia spostate?...Lo stesso nonno ke alla stessa ora e nello stesso luogo grida al nipotino - dove vai? - e la stessa mamma al proprio figlio - stai attento -. I stessi cani ke portano a spasso le frustrazioni dei loro padroni verso i loro angoli preferiti, obbligati ad ospitare le evacuazioni delle loro interiora. Persino le gocce di sudore cadono sempre sugli stessi punti del viso. Ke noia... Ke noia.
Dopo circa una mezz'ora ke questo fastidio accompagnasse i miei passi, ho cominciato a rendermi conto dell'invasore, ke come un direttore d'orkestra ritmava i miei pensieri. Ricordate l'attimo d'imbecillità? Si era moltiplicato come in un'esplosione nucleare. Ho deciso quindi di fare una magìa ed ho cominciato a trasmutare la noia. E allora ke bello quei stessi raggi del sole ke s'infiltrano tra i rami, lo stesso canto degli uccellini...ke bello incontrare di nuovo quel nonno col suo nipotino, ke bello poter correre tutti i giorni, senza l'assillo di andare al lavoro, con il tiepido scirocco ke t'accarezza le guance. Ke meraviglia guardare il cielo e dirgli grazie...grazie di esistere...
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Forse dovrei chiederti perdono...sì...se sapessi che potrei riaverti lo farei. Anche se non ho nulla da farmi perdonare. Ma tutti direbbero: sono innocente. Forse ho la colpevolezza del respirare, dell'esistere? Sì...dell'essere. Quando si conosce l'amore e poi si perde la vita cambia e i colori diventano bianchi e neri. E i minuti sembrano macigni, enormi palle di ferro come i carcerati del medioevo. Si diventa prigionieri dei ricordi, chiusi in una buia cella senza il sole e senza le stelle si sopravvive mangiando una scodella di nostalgìa e un bicchiere di rimpianti.
Possibile che evadere dipenda dal perdono? E se non mi perdona? E se mi dicesse che non prova più nulla per me?
Che brutta cosa l'indifferenza...mi sembra di essere invisibile...cammino per la città e nessuno mi guarda...potrei essere nudo e nessuno se ne accorgerebbe. Sono come un fantasma che vaga di giorno come nella notte...tutti dormono e non sognano di me.
Con chi posso parlare? Su quale spalla piangerò? E con quale volto riderò? Con quali occhi nuoterò nel mare della speranza? Non c'è più nessuno...sono tutti morti...Però a me sembrano vivi?...Allora sono io che sono morto... vivo fuori e morto dentro...ecco così è più esatto.
Potrei sempre risuscitare...ci vorrebbe un miracolo...Sì anche questo è vero, ma non un intervento divino...solo qualcuno che avverte la mia presenza...o la mia nullità... e se fossi immondizia? La gente la scansa...s'avvicina, trattiene il respiro, butta la busta e scappa.
Passerà...forse un giorno profumerò come una rosa. Profuma poco la rosa? M'accontenterò.
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Capirsi è sempre stato difficile.
le nostre scelte sono impulsive
o ragionate, ma in entrambi i casi
l'altro non sempre reagisce come
noi pensiamo. L'esercizio migliore
per comprendere l'altro è mettersi nei
suoi panni, osservare le sue esigenze
e i suoi desideri, anche quelli più nascosti.
A volte si parla al contrario: si dice una cosa
e se ne pensa un'altra. Spesso si resta muti,
quando si vorrebbe gridare. E allora le cose
si complicano maggiormente.
Per avere un risultato + soddisfacente è
utile rallentare le nostre reazioni e decisioni,
interrogandoci se stiamo agendo con la
massima tolleranza possibile e nel rispetto comune.
E un'altra cosa, forse la + illuminante: non dare tanta
importanza alle parole che toccano la nostra persona
inserendo sempre un " ma " dopo le nostre riflessioni.....Tanti saluti.
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ma in realtà non amo
tra una lei e me stesso
cerco la verità e
trovo una donna..
mi fermo di fuori..
rimango deluso..
entro dentro e
scopro un tesoro.
Ora sono ricco
e vado in pace.
La parola "bucato" scritta dalla mia amica
mi ha fatto venire in mente alcuni vecchi versi:
Mi piacerebbe estrapolare il mio essere,
farlo a sezioni sottili, togliere l'impurità...
lavarle, attaccarle ad un filo con le mollette,
farle asciugare al sole, all'aria... guardarle
dondolare al vento, mentre gocce d'acqua
cadono ad una ad una nel cortile assolato
della mia anima.
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