America Latina

Il "tchàffico"


E qui cominciano i problemi seri. Mi viene in mente quella scena del film Johnny Stecchino in cui Paolo Bonacelli descrive a Benigni le 3 piaghe che affliggono la Sicilia e Palermo. Per chi non ricordasse la scena, l’ho trovata su youtube: http://www.youtube.com/watch?v=aOHueBY91pc Quando tutti si aspettano che il problema più grave della Sicilia sia la mafia, si scopre invece che la vera piaga è un’altra: il traffico, o il “tchàffico” per essere più precisi.   E’ l’ultimo fine settimana di luglio. Qui domani riaprono le scuole dopo le vacanze invernali. Dopo un mese di idillio in cui i paulisti che sono rimasti a casa si sono illusi di potersi muovere in tempi ragionevoli da una parte all’altra della città, sanno che l’incubo del traffico è nuovamente alle porte. Da alcuni giorni è argomento di conversazione sempre più frequente. La preoccupazione della gente è qualcosa di tangibile e comprensibile vista la disastrosa situazione del trasporto pubblico che obbliga milioni di persone ad essere necessariamente schiave dell’auto. Le amministrazioni pubbliche, sostenute per decenni da una ristretta e -per molti aspetti- poco lungimirante elite di industriali, hanno sviluppato un modello di mobilità urbana che ha privilegiato sempre il trasporto privato rispetto a quello pubblico. Il ritardo nella creazione di un sistema di trasporto collettivo sostenibile è tale che oggi sono in molti a pensare che il punto di collasso sia ormai vicino. Le linee di metropolitana sono pochissime, e moltissime sono le aree non servite, come la stessa Moema del resto. In tutto lo stato di Sao Paulo sono quasi assenti i collegamenti ferroviari il che costringe persone e merci a muoversi sempre su strada. I tram che, come testimoniano le foto d’epoca, circolavano fino a metà del ‘900 sono stati completamente soppressi, mentre oggi gli autobus congestionano le strade insieme alle auto. Un autentico inferno, io stesso negli ultimi giorni osservavo il traffico crescente mentre ancora ci si permetteva il lusso di andare a cena in altri quartieri senza rischiare di passare la maggior parte della sera imbottigliati in un ingorgo. In un paese in cui l’economia cresce a ritmi velocissimi e dove, in pochi anni, milioni di persone sono passate dalla povertà alla classe media, è facile immaginare la quantità di nuove auto che giornalmente vanno ad aggravare una situazione già caotica. In una serata di pioggia in concomitanza con un fine settimana in febbrario di quest'anno si registrò il record assoluto: 293 km di strade di grande scorrimento dell’area metropolitana rimasero paralizzati. Ma i record sono fatti per essere superati!La situazione è ben nota anche a noi italiani. L’industria dell’auto deve crescere e per alimentare il consumo ci si inventa qualunque stratagemma, così nascono innumerevoli forme di credito, i finanziamenti agevolati, gli incentivi statali e altre invenzioni del mondo moderno. Purtroppo sembra che anche i paesi Bric -tanto celebrati dagli economisti- non siano ancora stati capaci di inventare un modello di sviluppo più originale e lungimirante rispetto a quello a cui siamo abituati nel cosiddetto primo mondo.E’ divertente vedere come anche qui, in uno dei luoghi più congestionati al mondo, gli spot in televisione mostrino automobili che corrono silenziose lungo strade completamente deserte. La Volksvagen, appena più realisticamente, mostra il nuovo modello della Gol (da non confondere con la Golf) bloccato in campagna in mezzo ad  un gregge di pecore che invade la strada!! Ci sarebbe da chiedersi se le pecore non rappresentino sottilmente una metafora del cittadino moderno, vittima inconsapevole di queste assurde campagne pubblicitarie in cui l’auto viene ancora presentata come la chiave della sua felicità.Ho trovato un interessante studio della IBM che ha creato un indice per misurare lo stato del congestionamento delle principali metropoli del mondo, calcolando il tempo medio che gli abitanti passano bloccati nel traffico. Sao Paulo occupa il 6° posto come città più congestionata, un’ulteriore conferma della regola che c’è sempre chi sta peggio. Una cosa sorprendente però è che subito dietro a Sao Paulo al 7° posto si trova proprio Milano!! Lo scontro continua. La magra consolazione per Milano è che con l’attuale  situazione economica dell’Italia difficilmente vedremo il numero di veicoli crescere agli stessi ritmi dei paesi emergenti (chi volesse vedere l’analisi in dettaglio si trova qui http://www.ibm.com/smarterplanet/us/en/traffic_congestion/ideas/ ).