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L'ARTE MUORE SOLA - cronaca di un giorno triste

Post n°44 pubblicato il 11 Luglio 2006 da androyde
 

immagineE ora cosa posso scrivere, così su due piedi: sono entrato in redazione e ho subito trovato l'agenzia. Il mio cuore piange, anche i miei occhi, che fissano i tuoi, mentre guardi altrove. Addio Roger, prima o poi verrò a Cambridge a trovarti.

(AGI/AFP) - Londra, 11 lug. - E' morto Syd Barrett, co-fondatore dei Pink Floyd e figura di spicco del progressive rock inglese a cavallo fra la fine degli anni '60 e i primi anni '70: lo ha reso noto un portavoce della vecchia band dell'artista. Barrett aveva 60 anni. (AGI)

16:46 - Questo il servizio che ho scritto per le radio dove lavoro, un breve pezzo didascalico di quaranta secondi:

Roger Keith Barrett: nella sua breve parabola a contatto con il mondo è stato un artista di valore immenso, ha tracciato vie che sono diventate autostrade. Ha lanciato in orbita la musica stellare dei Pink Floyd ed è sceso dal razzo da lui stesso creato, subito dopo la partenza, per ritirarsi in solitudine. Nato il 6 gennaio 1946 a Cambridge conobbe ai tempi del college e dell'università Roger Waters, Rick Wright e Nick Mason, con cui fondò il gruppo. La Londra della seconda metà degli anni 60 scoprì con i suoi Pink Floyd un nuovo universo sonoro, evocativo, legato alle immagini. Le canzoni del primo album della band furono interamente composte da lui. Uso di droghe e incompatibilità con il sistema del music business portarono alla sua estromissione dal gruppo. Nella vecchia casa di famiglia trovò la clausura dopo due lavori solisti: The Madcap Laughs e Barrett. Lo spettro della sua personalità aleggia in numerose canzoni dedicategli dai vecchi compagni, da Shine on You Crazy Diamond a Wish You Were Here, a Brain Damage.

17:37 - Una delle celebri foto scattate durante l'intervista rilasciata a Rolling Stone, nel 1971. Mi sono sempre chiesto cosa esattamente provasse Syd durante quegli scatti, dove guardasse, cosa vedessero i suoi occhi. Cito a memoria una frase rilasciata all'intervistatore quel giorno: "Non sono niente di quello che tu credi io sia". Ho voglia di piangere in silenzio. Tutti abbiamo un eroe, o più di uno. Lui è il mio.

18:10 - Gli erano care le storie per l'infanzia. Nelle canzoni di "The piper at the gates of dawn" compaiono uno gnomo di nome Grimble-Gromble e un Elefante Effervescente. Era un pittore, Syd Barrett, era un ragazzino vivace e con la battuta pronta. Suonava i pezzi di Bo Diddley con una tecnica rudimentale, agli inizi. Amo immaginarlo mentre suona a un grande evento organizzato a Londra, un festival di cui ora non ricordo il nome. Si teneva in una specie di enorme loft, pieno di gente. I Pink Floyd arrivarono all'alba, dopo una notte di musica. Suonarono la loro sinfonia di congiunzione con il sole nascente, che filtrava dai finestroni del locale. Vorrei esserci stato, ai "cancelli dell'alba". Il pifferaio che Syd sapeva essere li ha varcati, adesso.

18:52 - Mi chiedono se si può dire che se ne è andato un artista che ancora stava dando qualcosa al mondo. Roger non produceva più musica, che io sappia, dai primi anni '70. Ma questo conta fino a un certo punto, perché la valenza dell'essere Barrett in questo mondo è stata forte anche nella clausura. Oltre all'indirizzo che ha dato a tutti quanti i musicisti, ha dato una lezione: è diventato un emblema. Non di un rock maledetto (la star drogata o alcolizzata che si autodistrugge), ma del dramma delle anime creative di fronte alle difficoltà del mondo in cui la forma d'arte e il suo contenuto diventano prodotto e reiterazione (di suoni e meccanismi come il tour, la promozione, le richieste dei media e del sistema). Defraudato del piacere di fare la sua arte, Piper decise semplicemente di uscire di scena. Non si ridusse a un vegetale, come molti hanno detto e scritto.

20:14 - Gli omaggi non saranno sprecati, se saranno ben fatti. Io ci provo. A marzo di quest'anno ho iniziato a comporre una canzone dedicata a Syd. Non l'ho mai terminata e quello che pubblico ora è solo un appunto, suonato e cantato in modo estemporaneo. Il titolo provvisorio era "Cambridge Garden". E' il mio tributo. Lo metto in rete con la solita licenza Creative Commons.

E poi c'è questa cover, che avevo già pubblicato, esempio del genio di Barrett: Astronomy Domine, il brano che apre il primo album dei Floyd.

21:45 - Tra poco il mio turno in redazione finirà. Sarà un rientro a casa triste. A molti di voi sembrerò esagerato nel prendermela così a cuore, ma vedete: io volevo bene a questo grande artista, muto da decenni, mi sentivo molto vicino a lui. O forse immaginavo soltanto di esserlo. Ci sarebbero altre cose da dire, ma non so. E' tutto il pomeriggio che scrivo di getto, nei minuti che ogni tanto ho a disposizione. Forse dovrei far decantare un attimo questo strano dolore. Per il momento mi limito a consigliare a chi non conosce Syd l'ascolto dei suoi due lavori solisti e del primo disco dei Floyd: "The piper at the gates of dawn", "The Madcap Laughs" e "Barrett". C'è anche un dvd della sua storia, credo distribuito dalla Warner (ultimamente si trovava dappertutto). E poi un bel libro: "Tatuato sul muro", di Luca Ferrari. Tutto qui.

 
 
 
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