Un breve studio di Androyde - intavolatura
Immaginate un bravo giocoliere o un acrobata. Immaginate la rovesciata del secolo o il gol di Maradona all'Inghilterra ai mondiali dell'86. Immaginate un fantasmagorico spettacolo di fuochi d'artificio.
È la più raffinata e complessa delle tecniche chitarristiche. Nel corso dei decenni si è evoluta da semplice virtuosismo a linguaggio e forma compositiva, il fingertapping. Si tratta di suonare lo strumento impiegando la mano destra non più (o non solo) per pizzicare le corde ma per premerle sui tasti, coordinandola con la sinistra per eseguire frasi di varia complessità. Le dita di entrambe le mani fungono dunque da martello che pesta e strappa le corde con la forza e la precisione necessarie per generare i suoni.
Come le arrampicate su roccia vengono classificate in gradi di difficoltà, così il tapping può essere praticato a più livelli. Fraseggio su corda singola, impiegando due, tre o più dita. Fraseggio su più corde, con profondità armonica, che prevede l'esecuzione di arpeggi, accordi e scale tramite l'utilizzo di almeno quattro dita. Fingertapping a otto dita, con mani completamente indipendenti l'una dall'altra. E poi il "decimo grado": prendere la chitarra, posarla in orizzontale sulle ginocchia e far finta che sia un pianoforte.
E’ davvero una danza sulle punte. E io, ieri sera, sono rimasto basito. Ho avuto finalmente modo di vedere in azione uno degli ultimi mostri di questa tecnica: si chiama Eric Mongrain, è canadese e lo odio. Prego odiatelo anche voi guardando cosa combina QUI.
E ho pensato a quando, diciottenne, mi ero creato una piccola fama di paese per via delle composizioni a due mani che portavo ai saggi di fine anno della scuola di musica. E allora datti da fare, vecchio androide malinconico. Accorda in Re aperto. Crea qualcosa di nuovo, dimostra che, anche se a quei livelli non puoi più ambire, qualcosa da dire ce l'hai. Ed ecco a voi. Non troppo funambolico, forse istruttivo. Pura meccanica androidea.