Androyde

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Forma e Contenuto (album: Persona Migliore, 2006) - leggi il testo
Musica e Testo di Androyde
Liberamente fruibile e diffusa in rete sotto licenza Creative Commons

Vedo l'urbe come una sfera meno un quarto, tale quali le immagini dei libri di scuola che illustrano la Terra dalla faccia al nucleo. Il muso dell'auto rompe la crosta molle in periferia e mi accoglie un mantello di piccoli bar, lavanderie, filiali di banca. E tutti sopportano il peso dei balconi e delle mattonelle, degli intonaci di un'edilizia vecchia quattro decenni e poco lungimirante.

Le mosse sono tutte organizzate: nel traffico c’è una livella, come quella di Totò ma prima della morte. La stessa faccia la incontri più volte, e non si tratta della stessa persona. Status, contro-status, finto-status da cilindrata elevata. Prima e seconda consentono di carpire brandelli di discorsi che sono tentato di definire mediocri.

Il cunicolo si allunga. Verso l’interno si sondano materiali via via più densi e pesanti, che annusi anche nell’aria. E il centro della Terra è un inospitale ricettacolo di palazzi patrizi affacciati su marciapiedi plebei e sporchi, di locali di tendenza, che di notte si fa la fila ma a vederli di giorno provocano repulsione.

Arrivato al nucleo lo sorpassi in silenzio, perché non hai niente da dire. Poco mi interessa di quel che mi offre. Una sfera al centro della sfera, che sembra la Morte Nera. Riprendi il percorso sull’altro braccio del diametro e la via si apre tra semafori a onda verde mal congegnati. Sfondo ancora la crosta affiancando il mio caccia ricognitore alla nave ammiraglia di un fast food a tre piani, ma i confini dell’impero sono lunghi a finire, anche se non è l’ora di punta.

Poi l'odore non più familiare dell'erba e del fango, che le mie narici dilatate catturavano al tramonto di ottobre, dopo aver giocato tutto il pomeriggio fuori. E fugge dal kindergarten metropolitano questo povero adulto della via Gluck.

Immagine: Arnold Schonberg, "Lo sguardo rosso"